Una ragazza fuori moda
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Di un'attualità sorprendente
Louisa May Alcott termina il suo romanzo con questa semplice frase:
"E la chiudo con la speranza che abbia insegnato qualcosa a qualcuno".
E' un romanzo dell'ottocento e posso tranquillamente dire che ha ancora molto da insegnare soprattutto alle nuove generazioni e ai propri genitori.
"Una ragazza fuori moda" è un classico che come molti di questo genere, sembra proprio "senza tempo". Il libro fa parte dei grandi capolavori della letteratura per ragazzi e mi auguro che molti di essi abbiano la possibilità e la voglia di leggerlo.
Le due protagoniste sono Polly e Fanny, amiche ma diametralmente opposte.
Fanny è di famiglia ricca, vive in città, è superficiale e viziata. Polly di contro è di famiglia povera, viene dalla campagna, è ligia al dovere e sempre pronta ad aiutare il prossimo ed è anche molto attenta alle piccole cose.
La scrittrice mette a confronto due ceti sociali molto diversi, evidenziandone le abitudine e lo stile di vita, arrivando anche in alcuni casi ad esasperare le differenze.
Il concetto di base è molto chiaro, semplice ed istruttivo. La Alcott cerca di trasmettere un messaggio che oggi come oggi è fondamentale. La felicità non la fanno i soldi, le cose materiali, le frivolezze e la superficialità. Bisogna riscoprire gli affetti familiari, il piacere per il lavoro e l'amore per le piccole cose e il prossimo.
La sua attualità è purtroppo sconcertante perché molti (ma per fortuna non tutti) giovani hanno proprio bisogno di riscoprire queste cose e di analizzare fino in fondo cosa la società li porta a fare, pensando che forse è meglio ragionare con la propria testa senza farsi influenzare.
Lo consiglio soprattutto ai giovani.
Buona lettura!
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Un romanzo che dovrebbe tornare di moda
Louisa May Alcott (Piccole donne), pubblica nel 1870
"An old fashioned girl" (questo il titolo originale), romanzo che racconta l'amicizia tra due adolescenti di diverso ceto sociale ma divise da una contrastante visione della vita.
Polly Milton, ragazza di campagna quattordicenne semplice e virtuosa, trascorre un periodo di tempo in città presso la casa dell'amica Fanny Shaw, rampolla di una famiglia aristocratica, su invito di quest'ultima.
In casa con lei vivono la sorellina Maud, il fratello Tom, i due genitori e l'anziana nonna.
Polly viene accolta con affetto da tutti i componenti della famiglia ma l'ambiente in cui si ritrova, essendo molto diverso dal suo, ben presto la deluderà.
Fanny, infatti, è una ragazzina piuttosto viziata, frivola, attratta sfrenatamente dal bel mondo e dai suoi falsi luccichii. La ragazza vive di apparenza trascurando sentimenti e valori importanti ottenendo, per questo, il biasimo dell'amica.
Tom, il fratello, apprezza la diversità di Polly, così vera, semplice e profondamente umana, tanto da restarne affascinato e stringere con lei un forte legame d'amicizia.
Col passare dei giorni e di varie situazioni, i componenti della famiglia Shaw vengono positivamente influenzati da questa presenza ma la vacanza di Polly sta terminando e arriva il giorno della partenza.
Tra le lacrime generali riecheggia la promessa di rivedersi in un futuro prossimo.
Trascorrono sei anni e ritroviamo due ragazze ormai adulte.
Funny è sempre la stessa ragazza frivola e perennemente annoiata mentre Polly, che vive del suo lavoro sostenendo anche suo fratello Willy agli studi, è felice ed appagata. Ma gli scenari stanno per cambiare; Polly, con la sua saggezza e la sua integrità morale, insegnerà all'amica il senso della vita ottenendo, come ricompensa dal destino, un giovane e tenero amore.
Questo romanzo che si sviluppa in venti capitoli, non ha la pretesa di collocarsi come romanzo formazione ma di sicuro è sulla buona strada.
Non voglio soffermarmi sullo stile, che ho trovato piuttosto lacunoso rispetto a Piccole donne, ma guardare oltre, alla valenza dell'opera. Seguendo la cronaca di questi giorni sulle "baby squillo", mai lettura fu più meditativa.
Vero e proprio classico in rosa nonché forte inno alla vita (velatamente sdolcinato ma altamente morale) mi sento di consigliarlo a tutte le adolescenti che hanno cancellato i sogni seguendo falsi miti e a tutti quei genitori che non vogliono vedere al di là di una porta chiusa a chiave.
Noi, "ragazzi" degli anni 80, abbiamo vissuto l'ultimo barlume di normalità.
Pura fortuna la nostra ma cosa resta ai ragazzi del 2000.? All'orizzonte solo una società che non hanno scelto, paure, incomprensioni e un profondo buco nero che ha ingoiato tutte le loro prospettive.
Meditiamo gente....e scusatemi per questo piccolo sfogo.