Tredici
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TREDICI MOTIVAZIONI PER RINUNCIARE ALLA VITA
Ho deciso di leggere 13 dopo aver visto la serie tv tratta dal romanzo qualche anno fa, come sempre incuriosita dai libri che diventano film o altro.
13 è un libricino molto sottile e senza nessuna pretesa, con alla fine qualche appunto dell’autore su finale alternativo, parti eliminate e appunti.
La prima stagione della serie tv mi era piaciuta per le tematiche affrontate e anche per alcuni personaggi ben delineati ma devo dire che nel romanzo è tutto molto più superficiale.
Tutto è narrato da Clay e Hanna, la voce di lei attraverso queste famose cassette e quella di lui condividendo pensieri e sensazioni ascoltando la ragazza suicida di cui si era innamorato.
Tutti gli altri personaggi sono accennati e presi in causa quando è il loro turno di essere incolpati da Hanna per la sua decisione finale. Non ci sono grandi approfondimenti su nessuno e tutto scorre velocemente fino all’ ultima cassetta.
Potrebbe essere una lettura interessante per ragazzi giovani, insegnanti e genitori senza però pretendere di essere un romanzo di spessore o di grande riflessione, l’ho trovato più un racconto di adolescenza infranta e amori scolastici con drastiche ripercussioni sulla vita...Sicuramente può far riflettere in generale su come il periodo tra i 13 e i 17 anni sia delicato, i ragazzi hanno bisogno di supporto prima di cedere alla vita e alle malignità altrui.
A me è piaciuto, l’ho letto in qualche giorno e può sempre tornare utile ricordarsi che nella vita bisogna essere forti e tenere duro.
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Di carnefici e vittime
“Tredici” è un romanzo thriller con target young adult; pubblicato nel “lontano” 2007, ha però raggiunto una discreta fama solo di recente per aver ispirato la serie TV di successo “Thr1teen R3asons Why”. Proprio per cavalcare l’onda del successo, la Mondadori ha ristampato il volume, scegliendo come copertina la locandina della serie ed aggiungendo alla fine del volume diversi contenuti inediti ed interessanti, come commenti personali dello stesso Asher ed il finale originale.
Il romanzo presenta uno schema narrativo insolito: il liceale Clay è il narratore principale, ma alla sua voce al presente si alterna il racconto al passato della sua compagna -nonché interesse amoroso- Hannah, che ci giunge attraverso sette cassette da lei spedite poco prima di uccidersi. Mentre lei racconta quali persone l’abbiamo spinta verso il suicidio, si inseriscono i pensieri di lui ad aggiungere un punto di vista esterno ad ogni avvenimento, ed anche a raccontare cosa gli succeda mentre ascolta i nastri.
Ovviamente la scelta di due ragazzi così giovani come narratori ha influito sullo stile e sul lessico adottati, rendendo la narrazione semplice e diretta; anche il ritmo fluido con cui si avvicendano gli eventi e, in generale, la struttura della trama contribuiscono a rendere incalzante la lettura. Ammetto di essere stata molto coinvolta nella storia ed ero curiosa di conoscere tutti e tredici i racconti di Hannah, sebbene io abbia provato un forte senso di déjà vu con “Tutta la verità su Alice” di Jennifer Mathieu, romanzo pubblicato diversi anni dopo ma che avevo letto -e apprezzato- ben prima.
Asher non si limita a raccontare una storia di pettegolezzi e ripicche tra adolescenti, ma sceglie di affrontare tematiche serie e sempre attuali, quali il bullismo e le molestie che si trasformano rapidamente in violenza. Ciò colpisce il lettore in modo se possibile ancor più diretto dal momento che lo stesso Clay ammette di aver letto liste compromettenti
«Prima che spuntasse fuori la lista non mi ero mai accorto delle labbra di Angela Romero. Ma dopo, sono diventate per me un’ossessione.»
o dato credito alle voci sentite a scuola, senza pensare con lucidità alle conseguenze. Proprio la riflessione di ciò che si può innescare con le azioni più inconsapevoli è il vero obiettivo del lascito di Hannah, dietro l’apparenza della vendetta.
Ad avermi convinto meno sono invece i personaggi, a cominciare dai protagonisti: abbiamo Hannah che sprofonda senza freni in un vortice autodistruttivo, dando a volte delle reazioni esagerate a comportamenti privi di doppi fini, come afferma Markus (sebbene non sia completamente innocente)
«Non dovrei neanche essere su quelle cassette. Hannah cercava solo una scusa per uccidersi.»
lei sembra esasperare eventi per altri minimi e questo la trasforma letteralmente dal primo racconto al momento del suicidio; d’altro lato Clay non mi ha trasmesso molte emozioni e le sue reazioni, almeno nella prima parte del volume, mi sono parse povere di trasporto emotivo.
Anche i personaggi secondari sono problematici. I compagni e gli amici di Hannah sono parecchio stereotipati e sembrano appena usciti da un qualunque film ambientato in un liceo americano. A mostrare il proprio lato peggiore sono però gli adulti, seppur compaiano in scena raramente; innanzitutto, come in quasi tutti i romanzi per bambini e ragazzi, sembra vigere la regola di nascondere tutto agli adulti
«Non voglio che venga a sapere di questa storia. Di me. Degli altri. Tirare in ballo un adulto, una persona della scuola, è peggio di quanto immaginassi.»
anche quando si tratta di vicende serie e preoccupanti. Dal loro canto, gli adulti fanno una ben misera figura, con la madre di Clay che coglie le sue bugie ma non fa nulla per comunicare con il figlio e il professor Porter che anziché obbligare Hannah a denunciare un compagno reo di violenze le suggerisce subito di passarci sopra.
Altro dettaglio un po’ fastidioso è la confusione che si crea durante la lettura, perché l’unico modo per distinguere le parole di Clay ed Hannah è il corsivo in quelle di lei. A mio avviso ciò non è sufficiente ed avrei preferito venissero scelti due colori o dei font diversi.
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Tutto agisce su tutto
Quando un'amica mi ha raccontato della serie prodotta per Netflix, sono rimasto molto interessato alla trama. Naturalmente alle serie tv preferisco i romanzi originali.
Ho trovato il romanzo della collana Chrysalide edito da Mondadori, dopo l'uscita della serie tv. Consiglio questa pubblicazione perché contiene anche degli extra interessanti.
Sin da prima di cominciare a leggere, ho avuto il sospetto che fosse un romanzo indirizzato principalmente agli adolescenti. Dopo poche pagine ho dovuto ricredermi. Consiglio la lettura a chiunque abbia figli o fratelli adolescenti, ai professori delle scuole medie e superiori e in generale ai corsi di psicologia. Le chiavi di lettura sono innumerevoli. Ognuno di noi dovrebbe ricordare (perché ce lo siamo dimenticati?) cosa passava nella nostre teste quando eravamo ragazzini.
Probabilmente, una lettura superficiale Hannah, la sfortunata protagonista, può sembrare debole, a differenza di noi "sopravvissuti" che abbiamo reagito alle angherie che la vita ci ha proposto con la pura forza di volontà. Forse siamo stati solo fortunati, o ben educati da genitori con una mentalità più rigida. Come direbbero i miei amati napoletani "Mazza e panella fanno 'e figlie bell; panella senza mazza fanno 'e figlie pazze".
Non penso che Hannah sia debole, ci vuole molta forza per compiere l'atto estremo. Penso che sia molto fragile, che è ben diverso.
In un finale alternativo, proposto negli extra di questa edizione, Clay si chiede se “Dobbiamo sempre mostrare compassione ed empatia verso gli altri”. Probabilmente la risposta è "no". Non si può fingere continuamente per evitare di offendere o ferire qualcuno.
Non si può pretendere che dei ragazzi dai 14 ai 19 anni possano avere la maturità di chi, come me, ne ha 40.
Vorrei proporre una massima che ho fatto mia, tratta dal film Wonder di Stephen Chbosky.
"Se dovete scegliere tra essere giusti o essere gentili, siate gentili"
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Un libro profondo
Tredici è un libro che da sempre mi incuriosiva, era da tanto in wishlist e finalmente mi sono decisa di acquistarlo e leggerlo e ho fatto più che bene.
Come avrete capito dalla trama, dovrete aspettarvi un libro spietato, che vi lascerà senza fiato. Perché Jay Asher nel raccontare la storia, non ha usato mezzi termini, non ha usato nulla per nascondere la sofferenza dei personaggi e la brutalità degli avvenimenti. Questo è un libro indirizzato agli adolescenti, ma secondo me può insegnare qualcosa anche ai più grandi, come capirete negli ultimi capitoli del libro.
Clay è il protagonista della nostra storia, è un ragazzo come tanti altri, ma da quel giorno la sua vita non sarà più la stessa. Nell'intero libro si parlerà semplicemente di una sola giornata, quella in cui Clay davanti casa, all'uscita da scuola, trova una scatola. Il destinatario è lui, ma non c'è scritto il mittente. Quella scatola, così misteriosa, contiene 7 cassette, in ogni lato c'è scritto un numero con dello smalto blu: precisamente sono 13 numeri. Ma cosa potranno mai contenere quelle cassette? Questo è molto curioso, perché esse contengono le ultime parole di una ragazza morta suicida pochi giorni prima.
E qui mi fermo, perché non voglio rivelarvi altro e vi assicuro di non avervi fatto spoiler, nonostante possa sembrare che vi abbia rivelato qualcosa già di grosso. Voglio che da soli, scopriate cosa contengono precisamente quelle cassette, voglio che come me anche voi rimaniate colpiti dalle parole contenute in esse.
L'autore usa un linguaggio semplice, adatto al pubblico al quale è indirizzato il libro. Quindi la lettura procede molto velocemente. Jay Asher riesce, inoltre ad incuriosire il lettore, lasciandogli una morbosa curiosità che lo porterà a voler continuamente leggere la storia, per poter arrivare alla fine e premere STOP insieme al protagonista. Perché come vi dicevo prima, questo libro vi lascerà con il fiato sospeso fino alla fine, vi sembrerà di trattenere il fiato lungo il corso della storia.
Insomma, è un libro davvero invitante che consiglio a tutti i lettori, perché ha qualcosa da insegnare, ad ognuno di noi. Dire che mi è piaciuto è riduttivo, mi ha proprio stregata. Si merita il massimo dei voti.
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Un brivido
Sintomi dell'adolescenza: sensazione di diversità, di isolamento, di insoddisfazione.
Il 90% degli adolescenti probabilmente può riconoscersi in Hannah Baker e nei motivi che l'hanno spinta alla più drastica delle decisioni. Ma cosa si prova a sapere che tu potresti essere la causa di ciò? Quando Clay Jensen inizia a sentire le 7 cassette su cui Hannah ha registrato i 13 motivi per cui si è suicidata e che ha destinato ai responsabili, inizia un brivido destinato a durare fino all'ultima parola dell'ultima pagina di questo splendido libro.
Jay Asher fa entrare il lettore in uno stato di continua tensione, che si divide tra la mente di un ragazzo colpevolizzato improvvisamente della morte di una ragazza e quella di una ragazza che il mondo non ha capito, che gli altri non hanno saputo trattare e che da morta vuole concedersi una seconda possibilità di essere ascoltata. E' questo il dramma dei giovani d'oggi, poco ascoltati, poco considerati, troppo giudicati dagli adulti, dai coetanei e da sè stessi. Certo, non è il suicidio la soluzione più matura e più vincente in questi casi, ma perchè rischiare che un adolescente possa anche solo pensare che sia così?
Un vero e proprio thriller psicologico, illuminante e spaventosamente vero nel mettere in guardia dalle conseguenze sugli altri delle proprie azioni, anche quelle compiute involontariamente.
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l'idea è originale, ma si perde nell'insulso
sono stata attirata da questo libro, perche' di grande attualita'. in questo periodo si sentono tante storie di bullismo, spesso terminate in gesti disperati, io stessa essendo stata vittima di angherie scolastiche, ho pensato fosse una lettura interessante.
l'idea delle registrazioni è molto originale. oltre a quello, purtroppo non c'è niente per cui lo possa consigliare.
una storia insulsa.
anzi, credo addirittura un insulto, per chi è realmente vittima di vessazioni, per chi realmente ha motivo di odiare la vita.
questo libro mi ha addirittura irritato, innervosito..non lo consiglio a ragazze che hanno sofferto, o soffrono realmente per le angherie subite a scuola, o a casa.
ragazze come ME. io non ho il papa' dalla nascita, sono cresciuta con una mamma assente, sono stata vittima di abusi, sono stata maltrattata fin dalle elementari, dalle insegnanti che vedevano nella mia apatia, un deficit intellettivo, dai compagni, perche' non ero come loro, e non ero come le mie compagne, tutte belle, bionde e perfette, famiglia, amici, vestiti..e io, vessata, picchiata, derisa, umiliata..tremendamente magra, con i capelli arruffati e le occhiaie, deturpata nel fisico, non perche' realmente brutta, solo piena di dolore. Eppure, ce l'ho fatta, sono qui. eppure sono rinata.
mi sono rimboccata le maniche, e sono cresciuta. sola. ora sono un bel cigno, il cui cuore piange ancora quando i ricordi riaffiorano, ma ho lottato, sempre, anche quando, si, forse qualche volta, ho pensato sarebbe stato un bene morire.
la protagonista del libro, ha gettato la spugna quando non c'era niente da gettare, IO ho sofferto davvero..io avrei pagato per essere eletta 'miglior sedere della scuola', cara la mia Hannah...sono sempre stata solo, la piu' brutta, la piu' brutta di tutte. La strana. La pazza.
caro libro, per questo ex anatroccolo sei stato solo 4 sorrisi sarcastici e un paio di scrollate di testa nelle mie mattine sul treno.
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Non è facile
13 è la storia di come degli scherzi "innocenti" o come delle parole dette o non dette possono portare un'adolescente (Hannah) a decidere che non vale la pena vivere.
L'intento dell'autore è senza dubbio da elogiare perché è un argomento di cui si parla poco ed inoltre è pensato proprio per un pubblico prettamente adolescenziale.
Ho apprezzato il libro sia per l'argomento e sia per come è stata raccontata la storia ma mi aspettavo delle motivazioni che hanno portato al suicidio meno superficiali (è anche vero che ogni persona può essere più fragile di altre ma io resto dalla mia convinzione: ci doveva essere qualcosa di più).
Hannah è una ragazza che ha solo bisogno di essere capita e aiutata ma non accade niente di tutto questo (devo ammettere che non sono proprio riuscita ad immedesimarmi).
Tutto ha inizio con Clay che un bel giorno trova davanti alla porta un pacchetto contente delle audiocassette che contengono i 13 eventi che hanno spinto Hannah Baker al suo gesto sconsiderato. A Clay sembra strano trovarsi in quella situazione perché lui era innamorato di Hannah e non riesce proprio a capire in che modo possa essere coinvolto (uno dei motivi che spinge il lettore a proseguire la lettura è proprio questo).
Lo stile per raccontare le vicende è senza dubbio particolare: un'alternanza tra le registrazioni delle audiocassette (in prima persona) e i commenti e le sensazioni di Clay (anche questi in prima persona). Una scrittura semplice e scorrevole, una trama singolare ma non è un thriller psicologico e i personaggi forse avevano bisogno di un approfondimento psicologico maggiore.
Una storia dura e inquietante ma che fa sicuramente riflettere.
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Suicidio che si basa sull'originalità
Senza dubbio un libro coinvolgente, che attira l'attenzione già dalla trama. Da questo punto di vista non delude le aspettative. Non mi sento comunque di dare un voto alto a letture che non siano classiche o particolarmente riuscite.
L'idea è molto molto originale, i contenuti attuali. Suicidio è una parola che si sente spesso al giorno d'oggi; nei giornali, alla televisione. Certo, le motivazioni che stanno alla base di un suicidio dovrebbero essere radicali e concrete; io le ho trovate scialbe nel libro in questione. Un continuo di sofferenza e sensi di colpa toccati a questo povero co-protagonista. Che dire, ha avuto la sfortuna di innamorarsi di una ragazza che pretendeva troppo dalla vita.
Nonostante ciò, ritengo sia da leggere, per l'originalità delle idee, da ammirare.
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Ti senti colpevole?
Jay Asher ha scritto un buonissimo teen che fa riflettere su quanto i ragazzi possano essere crudeli e su quanto possano intagliare gravi segni su persone troppo fragile per questo mondo.
Uno stile molto originale e la storia lo è molto. Non cala mai nel ridicolo ma ad ogni pagina fa conoscere meglio questa ragazza tanto misteriosa quanto decisa.
Infatti, la decisione di Hannah non è stata presa sul momento. Ha osservato ogni minimo dettaglio per arrivare al suicidio.
Una lista, una scatola e un registratore.
Perchè Hannah si è suicidata? Perchè è scomparsa, così? Senza chiedere aiuto?
O meglio, questo è quello che pensano tutti.
Ma in realtà, i tredici ragazzi a cui sono stati recapitate queste 7 cassette, lo sapranno bene.
E sapranno che Hannah aveva bisogno di aiuto e loro l'hanno semplicemente fatta affondare.
Clay non sa perchè è su quei nastri, non ne vede motivo. Anche se qualcosa in lui comincia ad emergere e scoprirà tutta la verità quando finalmente arriverà il suo turno.
Ma che vuole fare Hannah Baker? Incolpare e perseguitare i suoi o c'è un messaggio di fondo? Qualcosa che Hannah vuole dire loro, qualcosa che non deve mai più far accadere a persone sensibili come lei: mai più.
E tu, se fossi su quella lista ti sentiresti abbastanza colpevole?
Consigliatissimo, davvero. E' uno dei migliori Teen che abbia mai letto.
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PLAY
Non sappiamo quanti anni aveva Hannah, ma sappiamo diverse altre cose di lei. Sappiamo che si è suicidata. Sappiamo che dopo la sua morte, 7 cassette arrivano a Clay, chiuse in una scatola delle scarpe sigillata. Clay inizia ad ascoltarle, e la voce di Hannah gli riempie le orecchie, il cuore e la testa.
Hannah parla, racconta il perché di quel gesto così drastico, e attraverso il walkman di Clay conosciamo 13 persone, una persona per ogni lato della cassetta. 13 racconti, 13 eventi che possono sembrare insignificanti, ma che hanno portato Hannah al suicidio.
E Clay? Perché è sulle cassette? Era innamorato di Hannah, cosa può averle mai fatto?
Cosa succede ad una ragazza che ha perso la fiducia nella vita, che vede il buio tutto intorno a sé? Cosa succede quando si tenta di chiedere aiuto.. e nessuno ti presta attenzione?
Non vi resta che premere PLAY e iniziare ad ascoltare.