Thornhill
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Storia da interpretare
Pur essendo in teoria rivolto ad un pubblico giovane (in base allo stile ed alla casa editrice), "Thornhill" di Pam Smy -illustratrice britannica che con questo titolo si è cimentata con il suo primo romanzo- ci regala una storia comunque inquietante.
Il volume è decisamente particolare: abbiamo due trame che si sviluppano parallele, una in forma scritta e l'altra attraverso i soli disegni. Da un lato apprendiamo la storia di Mary Baines attraverso le pagine del suo diario datato 1982; la ragazzina è un'orfana ospitata nella struttura di Thornhill, dov'è vittima di pesanti atti di bullismo da parte delle sue compagne -in particolare di un'altra giovane orfana di cui non fa mai il nome- mentre gli adulti che dovrebbero occuparsi di lei si dimostrano incapaci di rompere il muro creato dal suo mutismo selettivo. Dall'altro lato abbiamo la vicenda di Ella Clarke, ambientata ai giorni nostri, che si è appena trasferita con il padre in una casa di fronte a Thornhill; Ella è molto incuriosita dal giardino dell'istituto abbandonato ed inizierà ad esplorarlo, spinta anche dalla necessità di colmare il vuoto dell'assenza del padre -sempre lontano per lavoro- e della madre, che possiamo intuire sia deceduta da poco.
Credo che la Smy sia riuscita a trasmettere molto bene il disagio di entrambe le ragazzine: Mary con la sua incapacità di comunicare associata al forte desiderio di instaurare comunque delle relazioni amicali, e la frustrazione di Ella quando troviamo assieme a lei i biglietti distratti del padre. Sicuramente positiva anche la scelta delle tematiche affrontate, in particolare il bullismo e il rifiuto da parte delle figure genitoriali di riferimento.
Ho apprezzato i riferimenti ad alcuni classici, tra i quali spicca indubbiamente "Il giardino segreto" di Frances Hodgson Burnett dal momento che Mary si identifica fortemente con la protagonista del romanzo. Degna di menzione anche la cura dell'edizione fin nei piccoli dettagli, come l'adattamento delle parole nelle illustrazioni o la scelta di non giustificare il diario di Mary per renderlo più simile ad un testo scritto manualmente.
Questo titolo ha però un grave difetto, dato dal target al quale si rivolge; il messaggio finale è malinconico e sembra indicare un esito inevitabile, che addirittura continuerà in futuro. Parlando a dei ragazzi giovani e -di conseguenza- facilmente influenzabili, avrei preferito si lasciasse aperto un spiraglio di speranza, soprattutto in relazione al ruolo di genitori ed educatori, per i quali questo romanzo è sicuramente più consigliato rispetto ai bambini.