Teorema Catherine
Letteratura straniera
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Opinioni inserite: 4
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Il breve viaggio di Colin
Vincolare questo romanzo ad un solo genere mi sembra abbastanza difficile, ma dovendo scegliere, si potrebbe parlare di una storia "on the road"; nonostante la presente di altri generi, indubbiamente di minor rilievo, il fulcro della vicenda è senza dubbio il viaggio (più ideale che concreto) del protagonista. E la sua meta sarà una rivelazione.
Passando alla trama in se, durante la lettura scopriamo che la breve sintesi introduttiva contiene due errori: Colin, il nostro protagonista, non frequenta diciannove ragazze di nome Catherine, ma "solo" diciotto, e non viene poi scaricato da tutte, perchè è proprio lui a lasciare senza motivo una Catherine, modificando poi il ricordo di ciò nella sua memoria fotografica. Erroi (voluti!) a parte, la storia si apre con il povero Coli dal cuore spezzato che decide di partire con l'amico Hassan per un viaggio che gli faccia dimenticare l'ennesima delusione amorosa; la loro prima ed unica tappa è la cittadina di Gutshot, dove incontreranno l'altra co-protagonista, Lindsey.
Avendo già letto "Colpa delle Stelle", mi aspettavo molte più lacrime e molto più romanticismo in quest'altro romanzo di John Green, ma posso affermare con certezza che la scelta di mettere da parte un po' i sentimenti in favore di un'analisi più approfondita sui caratteri dei personaggi mi è molto piaciuta. I meglio definiti a mio avviso risultano essere Lindsey e Hassa: lei è incredibilmente piena di desiderio di piacere agli altri rischiando quasi di dimenticare il suo vero io, mentre lui subisce un'interessante evoluzione che poterà maggiore serietà nella sua folleggiante vita.
A conti fatti, Colin pare il personaggio che cresce meno nel corso della storia, a parte la già citata rivelazione finale. I personaggi secondari mi sono sembrati tutti molto stereotipati e monodimensionali: la madre-lavoratrice altruista oltre il buon senso, il padre ossessionato dall'idea di crescere un figlio geniale, il maschio-alfa giocatore di football che vuole per se tutte le ragazze.
Tornando alla trama, durante la visita alla (falsa) tomba dell'Arciduca Franz Ferdinand, Colin esperto di lingue straniere e di anagramma decide di ideare una funzione per predire quanto durerà una relazione amorosa e chi dei due lascierà l'altro. La rivelazione, un po' ovvia in effetti, è che il teorema funzionale solo sapendo già in partenza il risultato da ottenere.
Sulla scia delle ovvietà, abbiamo logicamente la storia tra Colin e Lindsey, che si poteva intuire facilmente dal loro primo incontro. La breve relazione tra Hassan e Katrina (sì, lei è un altro stereotipo vivente) è invece ben più inaspettata, tanto che ancora adesso non sono in grado di spiegarmela.
Particolarità del volume sono gli appunti dell'autore: nonostante la narrazione in terza persona, John Green riempie gran parte dei fondo pagina con annotazioni e dettagli che potevano benissimo essere integrati nel testo, probabilmente con l'intento di attirare l'attenzione del lettore, specie se giovane. Sempre a tal fine, nei dialoghi vengono inserite random espressioni volgari che, diversamente dalle note, stonano parecchio e avrebbero potuto essere omesse o rimpiazzate.
Ottime la scelta di utilizzare parole e frasi in lingua araba, specie per dare credibilità al personaggio di Hassan, e la presenza di elementi matematici, benchè l'autore tenti di relegarli interamente ad un'appendice finale e a suo dire facoltativa; anche questa scelta serve a non annoiare i lettori più giovani o disattenti.
Credo che John Green dovrebbe avere un poì più di fiducia nei suoi lettori.
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AMORE E MATEMATICA
“I prodigi riescono ad imparare rapidamente ciò che altri hanno già capito; i geni scoprono ciò che nessun altro ha scoperto prima. I prodigi imparano, i geni fanno.”
Colin è un ragazzo prodigio e impara continuamente e costantemente tutto quello che può, ma sa che arriverà ad un certo punto e poi dovrà scoprire qualcosa altrimenti verrà superato dagli altri, dai “geni”.
“Qui stiamo parlando di una gran voglia di diventare famoso”
“No, io voglio essere significativo”
Colin, come se il suo essere un prodigio non bastasse, ha anche un’altra particolarità: ha avuto 19 ragazze che si chiamavano, tutte, Catherine, e dalle quali è stato inesorabilmente mollato.
E così gli viene la pazza e strana idea di applicare la matematica alle relazioni amorose, così da sapere in anticipo l’esito della storia.
Ma sarà davvero così semplice?
“Il futuro cancellerà ogni cosa: non c’è grado di fama che può trascendere l’oblio.”
Attraverso un viaggio in macchina con il suo amico Hassan, Colin scoprirà un po più di se stesso e della vita, utilizzando la matematica ogni volta che può.
Chi ha detto che la matematica non serve a nulla nella vita reale? Per Colin non è così e farà di tutto per poter dimostrare che tutte le relazioni possono facilmente adattarsi ad un teorema matematico.
Amo la matematica, ed è stato davvero un piacere ritrovarla in una veste completamente nuova, comica e briosa.
Adoro lo stile di John Green ogni volta.
L’ho conosciuto all’inizio con “Colpa delle stelle”, poi ho proseguito con “Cercando Alaska” ed in seguito “Città di carta”, leggendo anche “Will ti presento Will” (a 4 mani con David Levithan), ed infine sono arrivata a questo libro.
Ogni volta riesce a sorprendermi parlandomi di personaggi particolari, ma a loro modo, veri, perché tutti, in fondo, abbiamo le nostre particolarità che ci distinguono gli uni dagli altri e tutti abbiamo una storia da raccontare.
John Green da quel pizzico di colore ad ogni storia, quel tanto che basta per renderla unica: comicità, pazzia, malinconia, ecco solo parte degli infiniti ingredienti utilizzati per creare questo romanzo che, ad alcuni, può sembrare anche un po’ surreale, ma in questo grande e pazzo mondo, tutto è possibile, no?
Un libro su un viaggio che è anche una crescita, un evoluzione con risate, serietà ed emozioni.
“i libri erano i Mollati supremi: li abbandoni e loro ti aspettano in eterno; se ti affezioni, loro ti ricambiano per sempre”.
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" il futuro è imprevedibile".
Questo è il secondo romanzo che leggo di John Green e sono rimasta affascinata anche questa volta dal suo modo di raccontare le sue storie.
Green riesce a creare un mix perfetto di semplicità e complessità.
i personaggi di questo romanzo sono unici e ben caratterizzati, i dialoghi veloci e naturali.
Più leggevo e più mi affezionavo al nostro Colin e alla sua genialità, ho trovato Lindsey un personaggio femminile adorabile, un personaggio con cui sentirsi affini.
Lindsey ci fa capire quanto le apparenze ingannano, infatti Colin appena farà il suo incontro si farà un giudizio immediato di lei ( cosa che facciamo tutti nella vita reale, giudicare dalle apparenze) ma poi si scopre molto di più. Una ragazza che ha cambiato se stessa per piacere agli altri, ma con Colin ( forse perché simile a lei in certi versi) si lascia andare mostrando la vera sé senza etichette.
Una storia strampalata, un viaggio che non porterà a scoprire solo una nuova metà ma anche una nuova realtà.
John Green crea una serie di racconti con una categoria a sé, non è il genere di libri che leggerei guardando la trama, eppure ti basta leggere qualche riga per rimanerne catturato e decidere di leggerlo fino in fondo.
Un libro che fa riflettere e sorridere, che una volta arrivati all’ ultima pagina ti lascia una sensazione leggera e positiva con la voglia di lasciarsi travolgere dal futuro senza calcolare cosa accadrà.
Ps. Molto interessanti i riferimenti a personaggi noti della storia, formule matematiche, parole in altre ligue che troviamo nelle note a margine.
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Eureka
Quello che provo nell'essere il primo a scrivere un commento per questo libro è strano, rappresenta per me una responsabilità, come se le prime parole lasciate nel vento di un dolce tornado debbano essere spese in modo sagace e degno.
Ma, ad ogni modo, riporterò ciò che credo.
Teorema Catherine è, forse, l'opera più sottovalutata di John Green, o meno conosciuta, che dir si voglia.
La cosa emozionante è che ho appena terminato il libro ed ho detto a me stesso che non sarei riuscito a definirmi un lettore se non avessi scritto una recensione a riguardo.
Teorema Catherine è un intriso di genialità, formazione, coraggio e avventura, un connubio di idee, uno sposalizio di medioevo e rinascimento.
Il romanzo è incentrato sulla figura di Colin Singleton, un mezzo-genio, o, come sostiene lui, un ex-prodigio, che vive la sua vita nell'esasperata ricerca di quel momento eureka, che, come molti sanno, trova radice nel verbo greco eurisko, che significa trovare.
Vuole trovare la sua vita, la sua genialità, quel momento che non gli permetterà di cadere nell'oblio e sprofondare nella miscredenza di se stesso.
Intanto la sua vita scorre, e per quanto possa scorrere nel verso giusto ha una particolarità: tutte le sue ex ragazze si chiamano Catherine, ed è stato un Mollato per ben 19 volte; così, intraprendendo un viaggio on the road con il suo fedele amico Hassan, ed incappando a lavorare a Gutshot, tra varie peripezie, tenterà di stipulare un Teorema che preveda l'esito delle relazioni amorose.
Riuscirà Colin a scovare questo Teorema? Avrà esso riscontro nella vita reale? Sono domande che possono trovare risposta solo in 319 pagine di puro divertimento e compartecipazione vitale tra il lettore ed il referente, in tal caso, John Green.
"Voleva piangere, ma invece sentiva solo un dolore dietro il plesso solare. Piangere è aggiungere qualcosa: piangere è tu-più-le-lacrime. Ma la sensazione che Colin provava era l'esatto - e orribile - contrario del pianto. Era tu-meno-qualcosa. Continuava a pensare a una sola parola, sempre, e sentiva quel dolore bruciante proprio sotto la cassa toracica."