Stardust
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Stardust
"C'era una volta un giovane che desiderava ardentemente soddisfare le proprie brame.
E fin qui, per quanto riguarda l'inizio del racconto, non v'è nulla di nuovo (poiché ogni storia, passata o futura, che narri di un giovane potrebbe cominciare alla stessa maniera). Ma strano era il giovane e strani i fatti che lo videro protagonista, tanto che egli stesso non seppe mai come andarono veramente le cose."
Gaiman ha una capacità unica: quella di sapermi colpire, fin dalle primissime pagine, di sapermi affascianare con poche e semplici parole.
Lo ammetto, ho visto il film prima di leggere il libro, ma, a mio favore, posso dire di averlo visto molto tempo fa. Strano a dirsi, ma è un film che ancora ricordo con piacere, soprattutto per i bravissimi attori.
La storia di Tristan è unica nel suo genere e lo porta a crescere e a maturare durante le sue avventure alla ricerca di una stella cadente da donare alla sua amata.
"Tutto ciò che avevo sempre pensato di me, chi fossi, cosa fossi, era solo una menzogna. O quasi. Non hai idea di quale stupefacente liberazione!"
Ma sono i personaggi che conosce a fare la differenza: ometti pelosi, streghe che vogliono rimanere giovani, principi in lotta per il regno e tanti incantesimi e magie.
Ciò che apprezzo di più in un libro è la sua capacità di far sognare e Stardust è riuscito a farmi sognare di un luogo dove basta attraversare un muro e tutto diviene possibile (anche se pericoloso).
"Quanto manca per Babilonia?
Venti leghe, signor mio.
Vi giungerò a lume di candela?
Andata e ritorno, signor mio.
Se l'andatura è svelta e leggera
Vi giungerai a lume di candela."
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Oltre, Altro, Altrove... Oltrove?
Alla ricerca, in biblioteca, di American Gods, ed essendo lo stesso in prestito, ho "ripiegato" su StarDust e Coraline, dopo aver letto "NeverWhere" (“Nessun Dove”) e “Cose Fragili” (l’ho già detto che amo Sherlock Holmes?) sempre di Neil Gaiman.
Curiosamente, StarDust è considerato una lettura per adulti, mentre Coraline è collocato nella narrativa per ragazzi (avrei detto esattamente il contrario).
Di StarDust vidi, tempo addietro, il film che è molto molto carino (diciamolo, ho in mente un paio di scene con De Niro e con gli spettri dei fratelli che se ci penso rido da sola).
Il libro non è da meno.
Come accade in tutti i Gaiman letti finora, c'è sempre un "oltre/altrove" molto vicino (può essere "Londra-sotto", Faerie, o il mondo "altro") a cui l'accesso è tutto sommato abbastanza semplice e i cui abitanti sono abbastanza simili a quelli "al di qua".
Ma non del tutto.
Qui abbiamo molti stilemi del romanzo/racconto di formazione: il protagonista poco più che adolescente (Tristran) che – noi sappiamo, ma lui no – non è così "normale".
Tristan lascia la terra natia per una "missione impossibile", per conquistare la bella (e vacua) amata deve portarle una stella cadente. Cercando il suo amore (e la stella caduta), Tristan trova sé stesso, si innamora (davvero), ed abbiamo pure l'agnizione finale (detto così sembra un po' Guerre Stellari), e una morte alla fine riconciliante e non "nemica".
Non c'è, come in NeverWhere e Coraline un "male" vero e proprio (e io trovo che l'Angelo di Islington sia un malvagio davvero notevole), perché anche le tre sorelle, e la carceriera in fondo non lo sono. E questa cosa mi è piaciuta.
Il romanzo è lieve, ma non banale; è stata una lettura molto piacevole che di certo consiglio.
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Va' ad afferrare una stella cadente
Tristan è innamorato di Victoria, la ragazza più bella del villaggio, ma non avrà mai una chance, perché è soltanto un garzone. Così, quando vedono una stella cadente, Tristan le promette di ritrovarla e di portargliela in dono, perché a tanto è disposto per dimostrarle il suo amore. Ma mille avventure lo attendono: non solo la stella è caduta al di là del muro che separa l’Inghilterra dai Regni Fatati, ma quando la trova non è il pezzo di roccia che s’era aspettato, ma una ragazza, per di più scorbutica, ignara del fatto che personaggi ben più potente e pericolosi di Tristan sono sulle sue tracce.
Stardus è una gran bella favola per adulti, con tutti i cliché del genere: si parla d’amore, di coraggio, c’è un’avventura attraverso regni incantati, streghe millenarie, principi assassini, creature magiche e una donzella da salvare. Seppure molto classica nella struttura, con un protagonista che parte per un viaggio che, inevitabilmente, lo farà crescere, riserva non poche sorprese. Lo stile, moderno, è fresco e immediato, con un ironia leggera e un modo di raccontare semplice, che cattura fin da subito il lettore, trasportandolo in un mondo di magie e continue meraviglie. I personaggi, soprattutto i “cattivi”, ammantati di quel fascino misterioso e un po’ macabro, come di consueto in Gaiman, sono indimenticabili, ben delineati, inseriti in una storia costruita alla perfezione, lineare, ma intrigante.
È un libro leggero e scorrevole, emozionante e divertente, in cui il bene e il male non sono poi così importanti, e in cui il viaggio conta talmente tanto più della meta, che quest’ultima finisce per perdersi. Se cercate qualcosa di davvero piacevole e ben scritto, con una storia che vi farà sognare, ridere e innamorare, è perfetto.
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o il Castello Errante di Howl
Non il miglior Gaiman..
In una fredda sera di ottobre una stella cadente attraversa il cielo e il giovane Tristan Thorn, per conquistare la bellissima Victoria, promette di andarla a prendere. Dovrà così oltrepassare il varco proibito nel muro di pietra a est del villaggio e avventurarsi nel bosco dove ogni nove anni si raccoglie un incredibile mercato di oggetti magici. È solo in quell'occasione che agli umani è concesso inoltrarsi nel mondo di Faerie. Tristan non sa di essere stato concepito proprio lì da una bellissima fata dagli occhi viola e da un giovane umano e non sa neppure che i malvagi figli del Signore degli Alti Dirupi e una strega potentissima sono anche loro a caccia della stella..
Gaiman ci regala con Stardust una bella favola per adulti, in cui il mondo immaginifico e della magia assume tinte a tratti grottesche, tratto distintivo dello stile dell'autore.
Ogni passaggio è descritto in pochi tratti essenziali ma assolutamente evocativi, esplorando con perizia la psicologia dei personaggi.
Forse dal creatore di Sandman, Coraline, American Gods, mi sarei aspettata qualcosa in più che la classica storia di fate, tipo quelle raccolte da Yeats. Questo non significa che la storia sia una scopiazzatura, intendiamoci. La trama è originale, pur con tutti i riferimenti alle opere classiche. Però gli elementi veramente innovativi che ho riscontrato non sono più di due o tre. Rimane comunque un libro che si legge molto velocemente e con piacere, specialmente per chi ama il genere fantasy.
Fa sognare ma anche riflettere sul fatto che spesso le nostre illusioni ci impediscono di aprezzare ciò che invece abbiamo.