Senza famiglia
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Scoperte e riscoperte
Passeggiando per un mercatino sono incappata in un vecchio libro (la cui edizione risale al 1930) di una casa editrice mai sentita prima: la Barion di Sesto San Giovanni-Milano, rilegato in una copertina di tela marrone con varie macchie lasciate dal tempo e dalle tante mani che l'hanno attraversata. Il libro titola "Senza famiglia".
Questo romanzo, pubblicato nel 1878, è di Hector Malot, uno scrittore francese vissuto in pieno Ottocento e morto nel 1907.
Malot è stato un autore proficuo ma sicuramente viene ricordato, almeno in Italia, per questo romanzo che è stato catalogato dalla letteratura per ragazzi per tematiche e valore morale.
Purtroppo le edizioni che ci si presentano nelle librerie sono tutte ridimensionate a testi per bambini con adattamenti e parti tagliate. Questo è un vero peccato perché il romanzo non ha nulla da invidiare ad altri piccoli capolavori contemporanei come ad esempio "Cuore" di Edmondo De Amicis.
Il libro racconta le vicissitudini di Remigio (Remì, per chi ricorda il cartone animato trasmesso tra gli anni 80/90) bambino orfano che vive con la famiglia Barberin in una piccola cittadina francese alle porte di Parigi. Per problemi famigliari la signora Barberin è costretta dal marito a cedere il bambino ad un artista girovago che vive di piccoli spettacoli itineranti messi su con i suoi cani Capi,Dolce e Zerbino e una piccola scimmietta dal nome Bel cuore, stella della compagnia. Remigio, all'inizio scettico e spaventato dalla nuova condizione, imparerà a crescere e successivamente a diventare un uomo grazie alla guida illuminante del maestro Vitali, che si concretizza giorno per giorno nell'immaginario del bambino e del lettore come vera ed unica figura paterna.
Durante i difficili spostamenti sul territorio francese, Remigio sarà coinvolto in varie situazioni, attraverserà paesi e città sconosciute subendo angherie alternate a prove durissime ma avrà la fortuna di incontrare la signora Milligan, una donna aristocratica che giocherà un ruolo importante nella storia. Il tema del viaggio itinerante di Remigio è in realtà paradigma sulla conoscenza della vita attraverso le sue mille sfaccettature per poterne ricavare una morale e una giusta impostazione.
Nonostante la traduzione della mia edizione sia appena sufficiente, la penna dello scrittore emerge comunque. Il racconto viene narrato in prima persona, dal protagonista ed è suddiviso in capitoli brevi e titolati che aiutano il lettore ad orientarsi e ad inquadrare esattamente i contorni della narrazione e dei suoi protagonisti. Ho trovato questo racconto poetico e malinconico, a volte lievemente surreale ma risplendente d'ottimismo e amore per la vita. Lo consiglierei a tutti, se fosse in vendita, ma dalle mie ricerche sembrerebbe fuori catalogo, comunque chissà...forse in qualche recondito mercatino polveroso o tra i libri di narrativa di nonni e bisnonni lo si può trovare...tentar non nuoce e la storia potrebbe appassionarvi.