Reached
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La risposta a tutte le domande
Quando ho visto per la prima volta la copertina dell’ultimo libro di questa saga è stato un colpo al cuore: l’ho trovata a dir poco orribile, al contrario di quella americana che invece è fantastica, -avrei voluto linciare chiunque avesse fatto tale scelta- ma leggendo il volume ho dovuto ammettere che, seppure non bellissima, la cover era legata ad alcuni particolari della storia, perciò…salvata in calcio d’angolo.
Scrivere Rerache deve essere stato difficilissimo, ma l’autrice adesso deve andare fiera della sua creazione. L’ultimo volume della saga racchiude infatti, l’introspezione di Matched e l’azione di Crossed mescolandoli in modo da creare qualcosa di completamente nuovo e diverso. E’ esattamente questa la sensazione che ho avuto leggendolo: qualcosa di assolutamente altro.
In Reached la narrazione viene portata avanti, oltre che da Ky e Cassia, anche da Xander, che ha qui un ruolo decisivo. Dal primo libro il giovane non è stato proprio tra i miei personaggi preferiti, anzi, ma qui l’antipatia è completamente svanita, per far posto ad affetto e compassione.
Con mio enorme piacere, sono ricomparsi i personaggi che tanto avevo amato nel secondo volume, e anche alcuni del primo. Troviamo pure nuovi protagonisti che non sono mai quello che sembrano all’inizio e che, ovviamente, avranno un ruolo determinante. Devo però, far qui un appunto negativo: Lei, Anna e gli altri non sono riusciti a toccarmi quanto era accaduto con Vick (!), Indie, Eli ed Hunter, anche se, immagino, non sia stato possibile approfondirli troppo per dare più spazio ad altri aspetti della storia. Ad ogni modo, tutti ne usciranno cambiati, diversi da come erano all’inizio. Infatti, il processo di evoluzione non viene attraversato solo da Ky, Cassia e Xander ma anche da tutti gli altri, perfino dai più secondari e marginali. In particolare, quelli che mutano maggiormente, a caro prezzo per altro, sono Cassia ed il suo Promesso.
La parte romance della storia è decisamente minima, ma che sarebbe accaduto questo si era già capito in Crossed. Per fortuna la Condie non si è limitata a creare la solita, banale storia sul triangolo amoroso, ma è andata oltre. Il triangolo, che pure è presente, trascende se stesso, per trasformarsi in un legame di amicizia, lealtà e sincerità che quasi mi ha fatto venire le lacrime agli occhi. L’amore di Cassia e Ky -sebbene i due siano separati per la maggior parte della narrazione- è percepibile in ogni pagina, in ogni rigo, diventa un sostrato del romanzo stesso, entra in ogni fibra del suo essere, esattamente come avviene per i due personaggi.
La narrazione si concentra sul crollo della Società prima, e dell’Insorgenza poi, in un intreccio continuo nel quale ad un certo punto il lettore non riuscirà bene a districarsi. La conclusione della saga è assolutamente inaspettata e sebbene frammenti di verità –che riguardano tutti e tre i libri- vengano sparpagliati in ogni pagina, il lettore riceve una visione completa soltanto nell’ultimo capitolo, quando non potrà far altro che rimanere a bocca aperta per lo stupore, la gioia ed il dispiacere. Sì, perché in una saga così realistica e complessa come Matched, non poteva esservi che un finale dolceamaro.
Come nei precedenti capitoli, l’autrice affronta temi importanti camuffati dalla storia riguardanti soprattutto l’arte, in tutte le sue forme, -musica, danza, letteratura, disegno- la solidarietà, la generosità, l’affermazione di se stessi e, come sempre, la scelta ed il coraggio.
Ancora una volta il modo di scrivere della Condie è stato straordinario -lirico, dettagliato e sintetico allo stesso tempo, con profonde introspezioni psicologiche e descrizioni poetiche; ogni frase e ogni singola parola, sono meditate a lungo e rappresentano parte necessaria e insostituibile della storia- ma mi ha colpita in misura minore rispetto ai capitoli precedenti. Forse ciò è dovuto al cambio di traduttrice operato dalla Fazi che, sinceramente, non ho apprezzato per nulla, così come pure la sostituzione della cover. Infine, ultimo appunto, ho trovato parecchi errori di battitura –e in un libro come Reached possono confonderti parecchio le idee- perciò un altro punto in meno per la casa editrice che ha scelto un editor così disattento.