Prima di domani
Editore
Recensione della Redazione QLibri
non si può vivere per sempre
Samantha ha una vita apparentemente perfetta: una famiglia unita, tre amiche inseparabili e Rob, un fidanzato che tutte le invidiano. Insieme a Lindsay, Elody ed Ally, Samantha frequenta il quarto anno del liceo Thomas Jefferson, nel Connecticut, dove abbigliamento e modi di fare dividono la popolazione studentesca in due categorie: i “popolari”e gli “sfigati” cui le quattro amiche non risparmiano scherzi crudeli ed infamanti pettegolezzi. Belle ed ammirate possono infatti permettersi di infrangere le regole, frequentare solo i ragazzi più sexy e denigrare tutti coloro che non rientrano nel loro entourage senza curarsi delle conseguenze. E' il 12 febbraio, il giorno dei Cupidi e la popolarità a scuola si misura dal numero di rose ricevute: è l'ennesima occasione per confermare quanto le quattro amiche siano stimate da tutti. Inevitabile una festa a conclusione della giornata, nella casa di Kent, uno “sfigato”con una splendida villa nel bosco; impossibile mancare e Sam ha promesso a Rob, il suo ragazzo, che quella sarà la loro serata: lui ha la casa libera e dopo la festa potranno finalmente rendere completa la loro unione. Ma Sam non ha fatto i conti con il destino: la strada è scivolosa e Lindsay, alterata dall'alcool e distratta dalla cenere di una sigaretta, esce di strada. Un bagliore improvviso, urla agghiaccianti, rumore di metallo che si accartoccia: nell'incidente Samantha perde la vita.
Fine della storia? No. Questo è solo l'inizio. A Samantha la sorte ha riservato altri sette giorni: potrà vivere (o meglio, rivivere) il 12 febbraio per altre sette volte come se nulla -o quasi- fosse accaduto per tentare in ogni modo di cambiare il proprio destino. Sapendo di dover morire, anzi, consapevole di essere già morta, la protagonista avrà l'opportunità di riconsiderare i rapporti con tutte le persone che la circondano: coglie i difetti e i limiti delle sue migliori amiche; mette in dubbio il legame con il suo ragazzo; si accorge delle debolezze (e dello squallore) di alcuni professori; rivaluta il rapporto con chi, fino a quel momento, aveva sottostimato o accuratamente evitato: i suoi genitori, sua sorella e alcuni ragazzi e ragazze della scuola che erano da lei stati ingiustamente emarginati. Samantha capisce che ogni gesto può avere conseguenze devastanti non solo nella nostra vita, ma anche in quella di chi ci circonda; grazie al suo nuovo atteggiamento, più attento e sensibile, riesce quindi a fare luce sulle cause e sulle circostanze dell'incidente che ha determinato la sua tragica fine. La protagonista affronta, post mortem, un doloroso percorso di espiazione, una sorta di ascesa: prende coscienza dei propri errori, abbandona lo stile di vita trasgressivo e cerca nel rapporto con gli altri la vera amicizia e il vero amore fino alla maturazione della sua ultima inevitabile, drammatica, scelta.
In occasione dell'uscita dell'omonimo film, nelle sale italiane dal 19 luglio 2017, ritroviamo nelle librerie il romanzo d'esordio di Lauren Oliver; copertina e titolo rinnovati per un testo edito da Piemme nel 2010 con il titolo “E finalmente ti dirò addio” che già riscosse grande successo tra il pubblico young adult e non solo. “Prima di domani” è un'opera dal forte impatto emotivo in cui dominano temi come la morte, l'amore, l'amicizia, il bullismo e il difficile equilibrio tra le aspirazioni dei giovani e le convenzioni della società adulta. La voce narrante esprime con parole semplici, ma di grande effetto, i disagi e le paure degli adolescenti e fa emergere le motivazioni che talvolta li spingono a comportarsi in modo pericoloso e sconsiderato. L'autrice lascia trasparire messaggi educativi forti: la vita è una sola e non va sprecata, ad ogni azione corrisponde una inevitabile catena di conseguenze di cui ci dobbiamo ritenere responsabili. Samantha imparerà infatti a costo della propria vita a ponderare ogni suo gesto consapevole del fatto che ogni giorno potrebbe essere l'ultimo.
Tenuto conto del pubblico a cui il testo è principalmente rivolto, ho trovato questo romanzo interessante e coinvolgente: la narrazione in prima persona crea empatia con la protagonista, l'intreccio è intrigante (anche se un po' ripetitivo nel susseguirsi delle sette giornate); lo stile è vario: a momenti di tensione si alternano episodi romantici; le azioni e i dialoghi rendono la lettura scorrevole ed avvincente.
“Se oltrepassi il confine e non succede niente, il confine non significa più nulla (…) Tracci il confine sempre più lontano, e ogni volta lo superi. E' così che si finisce per avventurarsi oltre il limite. Non avete idea di quanto sia facile schizzare fuori dall'orbita, dilatarla fino al punto in cui nessuno può più toccarti. Perdere se stessi, smarrirsi” (p. 182-183).
“Cercate di non giudicarmi. Ricordate che siamo uguali, io e voi. Anch'io pensavo di poter vivere per sempre” (p. 125)
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Quante cose diventano belle se le guardi da vicino
"Il fatto è che nessuno te lo dice. Non è che ti svegli con una brutta sensazione nella pancia. Non vedi ombre dove non ne dovresti vedere. Non ricordi di dire ai tuoi che gli vuoi bene, anzi, magari, com'è successo a me, non riesci neanche a salutarli. [...] Se sei come me, il tuo ultimo giorno inizia così."
Sam è la tipica adolescente americana a cui la vita sorride e ha sempre sorriso. E' bella e alla moda, fa parte di quelli "popolari" a scuola, ha un gruppo di amiche fidate, esce con il ragazzo più ambito, a scuola va bene senza troppo impegno - e anche grazie a qualche trucchetto! -, ha una famiglia unita di cui sottovaluta il valore. Come tutti i ragazzini americani "popolari" non si risparmia scherzi e battute acide a discapito degli "sfigati", gli esclusi perché "diversi". E anche quando non è lei ad accanirsi in prima persona, resta a guardare, sempre dalla parte delle sue amiche, dalla parte "giusta". Senza mai chiedersi perché, senza mai guardare veramente la sua vita.
Ci vuole la morte per aprirle gli occhi.
Sam muore in un incidente d'auto, una notte di ritorno da una festa con le amiche.
Poi si sveglia la mattina, e non è un "dopo". Per quanto strano assurdo e impensabile, Sam capisce di essere bloccata in un loop temporale, di essere destinata a rivivere per sempre la stessa giornata - ma quanto dura "per sempre"?, di essere destinata a morire ogni notte.
Solo allora inizia a vedere davvero la sua vita, i fili che la legano alle persone attorno, le relazioni causa-effetto di ogni sua azione, piccola e grande che sia, e delle conseguenze che ha sugli altri. Si può quasi dire che solo con la morte Sam capisce come funziona la vita.
Inizia a vedere davvero le cose, le persone che la circondano, e per la prima volta ne riconosce il valore.
Capisce che il per sempre non è scontato, che ha ancora tanto da fare, subito, non domani, perché forse il domani non c'è. Da ragazzina popolare e, diciamocelo, superficiale Sam si guarda dentro, decide di agire e non restare a guardare, perché ogni cosa, anche la sua morte, abbia un lascito.
Per quanto i personaggi possano sembrare leggermente stereotipati e forse poco sviluppati (fin troppo americani...) la trama è ben sviluppata ed essendo rivolto ad un pubblico di cosiddetti giovani adulti trovo che i temi siano affrontati con il giusto tono. Sono temi delicati e profondi, che la Oliver riesce perfettamente a portare nell'immaginario adolescenziale senza risultare pesante né scontata, che probabilmente era il maggior rischio.
Lo stile poi rende la lettura scorrevole e semplice, tiene incollato alle pagine e anche quando sai già cosa aspettarti leggi con piacere per il gusto di rimanere ancora sul filo dei pensieri di Sam.
L'ho trovato un bel libro, delicato e pure commovente, niente di dirompente ma sicuramente meritevole!