Phoneplay
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TI VA DI GIOCARE?
Comincio questa nuova recensione con un piccolo appunto: i libri scoperti su Wattpad devono essere considerati, secondo la mia modesta opinione, dei manoscritti veri e propri. Non sono inferiori ai romanzi pubblicati da scrittori già famosi o da coloro che ricorrono ai metodi tradizionali di pubblicità del proprio lavoro. Ci sono moltissimi autori e moltissime autrici esordienti in Italia che possiedono un vero talento, la passione e le giuste capacità per lavorare in campo editoriale anche senza condividere lo stesso “curriculum” dei colleghi. In tal senso, bisogna essere più aperti di vedute e meno tradizionalisti. È necessario incoraggiare il cambiamento. Se si tengono gli occhi chiusi, le meraviglie del mondo e della sua vastità colorata possono sfuggirci, ed è un vero peccato.
Detto questo, preciso che intendo gestire questa recensione come farei con qualsiasi altro libro.
L’idea di Morgane Bicail mi è piaciuta molto, ed è proprio la sua idea originale che mi ha spinto a comprare il libro.
Phoneplay, come suggerisce il titolo, è una sfida via telefono, un gioco ambiguo giocato a colpi di messaggi. Un passatempo stuzzicante per Alyssa, la giovane protagonista annoiata dalla monotonia della propria routine adolescenziale.
“Indovina chi sono e sarò tuo”. Intrigante, vero?
I primi capitoli li ho divorati. Letteralmente.
Peccato che poi l’attesa della “grande rivelazione” sull’identità del misterioso sconosciuto si faccia tremolante e poco incisiva. Non è facile mantenere alta la tensione quando si tratta di segreti così importanti. Secondo la mia opinione, non ci sono i mezzi per sostenere questo tipo di relazione senza tre cose precise: più possibilità fattibili, che qui mancano, poiché viene azzardata soltanto un’ipotesi; sincerità, che qui, con mia grande delusione, viene a mancare; personalità precise senza cliché, più coerenti possibili.
All’inizio questo ragazzo misterioso sembra un playboy, un “bad boy” affascinante ricco di carisma a cui piace conquistare le sue dame tramite un abile gioco che sembra costruito a puntino, dove lui è il Re incontestato a cui piace dettare le regole, stuzzicare ed essere stuzzicato. Purtroppo non è affatto così. Il gioco è meno romantico di quel che appare, e chi si nasconde dietro lo schermo non è affatto un personaggio carismatico e “cattivo”, quanto più un ragazzino tormentato e vendicativo. Da giocatore affascinante si trasforma in un apparente emarginato sociale maltrattato dal fratello e ignorato dai genitori, mentre successivamente si scopre essere un ragazzo tranquillo, dolce e sicuro di sé.
Ci sono fin troppe incoerenze in questo romanzo. Non solo per quanto riguarda Lui o Alyssa. Ad esempio, la madre di quest’ultima: viene descritta come una donna che bada soltanto alle apparenze, interessata esclusivamente ai beni materiali della figlia, eppure si commuove come una bambina quando scopre che sua figlia si è innamorata. Un’amica mi ha fatto notare che potrebbe trattarsi di una reazione emotiva da parte di una donna solitamente fredda, di conseguenza dovrebbe essere presa come una “scena” positiva. Forse ha ragione, ma non mi convince.
Alyssa viene definita “viziata” perché i genitori l’accontentano praticamente su tutto (all’inizio appare come una ragazza tormentata e cupa, non la classica viziatella capricciosa), tuttavia non mostra i tipici tratti dell’adolescente a cui è stato dato tutto. Non è snob né narcisista. L’unica cosa che fa ininterrottamente è fumare. Bere è quasi un gioco per lei, una sfida divertente, non un’abitudine. Qui il suo tormento interiore, la ribellione tipicamente giovanile, si fanno sentire, il che è naturale.
Inoltre, Alyssa sembra avere un interesse romantico più per il suo migliore amico che per il famoso Sconosciuto. Il loro rapporto non viene né accennato all’inizio né approfondito in seguito. Louis spunta all’improvviso per un ultimo saluto prima di trasferirsi negli Stati Uniti, e da come Alyssa descrive il sentimento di nostalgia che l’ha afflitta per tutto il tempo in cui sono rimasti lontani (mai menzionato) sembra quasi che tra i due ci qualcosa di più. Non è così.
L’epilogo, poi, mi ha lasciato l’amaro in bocca.
Molti dettagli non vengono spiegati all’inizio del libro ma menzionati soltanto alla fine, e questo fa perdere un po’ il senso del flusso del tempo. Inoltre, penso che il gioco sarebbe stato più intrigante se Lui non le avesse mentito nelle chat. Dicendole esclusivamente la verità le avrebbe dimostrato una tale sicurezza (e fascino) da far pensare a un uomo capace e astuto, non a un ragazzino che si nasconde dietro uno schermo per motivi ambigui.
Alyssa non si applica davvero per risolvere il puzzle. Viene lodata da Lui per questo, ma non sono d’accordo. Le altre ragazze prima di lei magari erano frivole e di conseguenza facevano domande frivole, ma Alyssa lo ribalta a proprio favore, usa questo gioco per spezzare la sua routine e vince lo stesso, pur non avendo indovinato l’identità del misterioso Lui.
I sentimenti, poi, crescono senza alcun preavviso. Con Louis, ad esempio, afferma: “Ne abbiamo passate tante insieme”. Ma non viene spiegato che cosa intenda. Quindi, perché il loro legame è così profondo? La storia dietro la storia non viene accennata né spiegata, tranne successivamente, quando ormai è troppo tardi per capirci qualcosa.
Piccolo spoiler: di nuovo, rivalità tra fratelli.
Ribadisco che l’idea mi ha intrigata molto. Ho trovato lo stile di Morgane Bicail interessante, e la scena del primo bacio scambiato tra i due protagonisti mi è piaciuta molto.
Concludendo, penso che Phoneplay sia un’insolita storia d’amore adatta a un pubblico giovane/adolescente.