Le Cronache di Narnia Le Cronache di Narnia

Le Cronache di Narnia

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Lewis scrisse i sette volumi del Ciclo di Narnia - qui pubblicati in un cofanetto in tre volumi - con la dichiarata intenzione di rivolgersi a lettori bambini, ma non soltanto a loro. Era sua opinione che "un libro non merita di essere letto a dieci anni se non merita di essere letto anche a cinquanta" e questi romanzi fantastici sono davvero "libri per tutti". I bambini vi troveranno il ritmo incalzante dell'avventura e una incredibile girandola di personaggi, mentre gli adulti scopriranno un "mondo secondario", creato da uno scrittore che attinge alla grande tradizione della letteratura dell'infanzia, ma anche alle allegorie dantesche.



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Le Cronache di Narnia 2016-12-08 23:21:08 Annalisa85
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Annalisa85 Opinione inserita da Annalisa85    09 Dicembre, 2016
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"Guardate al cuore delle cose e abbiate fede."

Le Cronache di Narnia: un fantasy con diverse chiavi di lettura a seconda dell'età di chi lo legge. Un libro, composto da sette volumi, dal contenuto spirituale in cui si può riscontrare un parallelismo con la Bibbia e nello stesso tempo avventuroso.
La storia inizia con due bambini che, grazie alla magia del perfido zio, riescono a raggiungere un mondo parallelo, quello di Narnia. I bambini giungono nel momento in cui ogni cosa viene creata. Assistono alla creazione. Ma tra le meraviglie di Narnia si insinua anche il male. I due bambini riusciranno a tornare sulla terra ma da allora, ogni volta che il male avrà la meglio su Narnia, diversi bambini verranno chiamati dalla terra per aiutare gli abitanti di Narnia a sconfiggere il male e a riportare la pace.
Un libro sia per adulti che per bambini dal messaggio positivo e spirituale. Bellissime le descrizioni del leone Aslan e delle sensazioni che i bambini provano quando sono con lui. Lettura piacevole e scorrevole che invita a "guardare al cuore delle cose e ad avere fede".

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Le Cronache di Narnia 2013-04-24 17:00:16 Zine
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Zine Opinione inserita da Zine    24 Aprile, 2013
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Oltre l'armadio

E’ una prerogativa del gioco dei bambini quello di scoprire mondi dietro ogni cosa che a noi pare scontata, quotidiana. Osservandoli nel pieno delle loro attività, la nostra parte adulta scuote il capo con condiscendenza; quella bambina, ricorda e rimpiange la potenza della fantasia, capace per intere ore di modificare la struttura stessa della realtà.
C.S.Lewis, con la saga di “Narnia”, ci restituisce proprio la potenza immaginativa del bambino, creando romanzi che possono essere letti dai più piccoli come da quegli adulti che hanno conservato in sé il senso del gioco e del meraviglioso. Di recente, la saga è tornata alla ribalta grazie alle produzioni cinematografiche della Disney. Esse, pur avendo il merito di aver portato alla lettura dei romanzi le nuove generazioni, hanno parzialmente snaturato le atmosfere di Narnia, trasformando la fiaba e il suo messaggio in qualcosa che somigliasse di più al fantasy eroico, maggiormente in voga al momento e sicuramente più spettacolare a livello visivo.
Le storie di Lewis, infatti, benché annoverino battaglie, storie di cappa e spada, scontri con mostri e streghe, non si basano su questi contenuti con intenti epici simili, per intenderci, alle atmosfere del Signore degli Anelli (il cui autore, Tolkien, fu contemporaneo e amico personale di Lewis), bensì come metafora del diventare adulti, delle responsabilità, della presa di coscienza del proprio ruolo e del coraggio in ognuno di noi, oltre che della lotta continua contro le paure e i cattivi sentimenti.
Tanti anni fa, quando ero ancora bambina, la Mondadori aveva pubblicato nella collana per i più piccoli il primo titolo: “Il Leone, la Strega e l’armadio”. La storia narra di quattro fratelli – Peter, Susan, Edmund e Lucy- separati dai genitori a causa della guerra (siamo nell’Inghilterra della Seconda Guerra Mondiale) e ospiti di un lontano parente. Nella nuova casa, la piccola Lucy scopre un armadio magico che mette in comunicazione con il mondo di Narnia, terra abitata da esseri fatati e animali parlanti, in cui vige sempre l’inverno a causa della maledizione della Strega Bianca. Una leggenda dice che l’estate tornerà quando quattro figli di Adamo ed Eva siederanno sul trono di Cair Paravel, benedetti da Aslan, il Leone che governa su tutto dal suo regno d’oltremare. Lucy e i fratelli vengono così coinvolti nella guerra per il potere di Narnia. A loro è affidato il compito di riportare la vita e la libertà al mondo magico, seguendo il magnifico Aslan, il quale incarna nella sua forma di leone qualcosa di più antico, profondo e luminoso.
Esiste un prologo, scritto più avanti nel tempo e intitolato “Il nipote del mago”, che racconta come Narnia è stata creata e in che modo gli Uomini e la Strega Bianca vi sono giunti.
Dopo il primo romanzo, nucleo della saga intera e bastante a se stesso, Lewis scrive un racconto legato solo parzialmente alle vicende del primo romanzo, intitolato “Il cavallo e il ragazzo”. Esso tratta della fuga di un giovane schiavo e di una ragazzina nobile in compagnia di due cavalli parlanti di Narnia. Tutti loro vogliono lasciare Calormen, un regno simile agli antichi sultanati arabi, per raggiungere la favoleggiata terra magica. Finiranno per fare del loro meglio per salvare un intero regno che sta per essere invaso.
Segue “Il principe Caspian”, in cui i nostri protagonisti ufficiali tornano a Narnia per aiutare il giovane Caspian contro lo zio malvagio, favorendo il suo insediamento sul trono e il ritorno della pace nel regno. La storia, più fantasy delle altre, è caratterizzata dalla dolceamara certezza che Peter e Susan stanno diventando adulti e che le loro avventure nel regno magico stanno finendo. Si passa poi a “Il viaggio del veliero”, in cui Edmund e Lucy tornano a Narnia insieme al recalcitrante cugino Eustachio e seguono Caspian in un viaggio attraverso i mari, verso il regno di Aslan. Si tratta di un vero e proprio percorso iniziatico dello spirito, portato avanti per metafore pensate per un’erudizione elevata. Per un bambino, si tratta solo di un magico viaggio verso la Luce.
“La sedia d’argento” è un’estemporanea avventura di Eustachio, tornato a Narnia per aiutare un figlio di Caspian insieme alla compagna di scuola Jill. La coppia di protagonisti non ha l’appeal di quelli originari, perciò la fiaba è da pensare come testo a sé, basato più sulla sequenza degli eventi straordinari che sull’effetto nostalgia del filone principale.
Si termina, infine, con un finale di per sé drammatico in “L’ultima battaglia”, in cui il regno di Narnia va incontro al suo destino e tutti – anche i più adulti- tornano al cospetto di Aslan, la cui natura finalmente si palesa, rivelando il profondo messaggio spirituale che l’autore ha intessuto fin dal primo romanzo.
Ogni lettura dei romanzi mette in luce nuovi aspetti della scrittura di Lewis. Saltano subito all’occhio l’amore per la fantasia e per i bambini. Segue il messaggio spirituale, fondamentalmente cristiano e basato sulla contrapposizione tra Luce e Tenebre, nella costante ricerca del Bene, del perdono e del sacrificio. Si nota poi la contrapposizione tra Occidente e Medio-Oriente, incarnati dagli Uomini di Narnia e Arken da una parte, e dai Calormeniani dall’altra, in un’atmosfera che ricorda sempre di più il periodo delle Crociate.
Una saga con molteplici piani di lettura, una favola straordinaria e profonda. Buon viaggio!

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Le Cronache di Narnia 2012-04-26 17:10:48 peucezia
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peucezia Opinione inserita da peucezia    26 Aprile, 2012
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Allegoria e misticismo

C.S.Lewis pensò ai bambini scrivendo la sua trilogia ma nello stesso tempo con un occhio agli adulti considerando che un libro letto a dieci anni dovrebbe risultare altrettanto interessante anche a cinquanta.
Scorrevole e originale nella scrittura è pieno di allegorie e la figura del Leone che è fondamentale nel primo libro richiama chiaramente la figura del Cristo. Se Tolkien e la sua opera si rifà alle antiche credenze celtiche,Lewis scrive una fiaba cristiana e anche la stessa conclusione della vicenda stupefacente e inaspettata è un chiaro richiamo al mondo che verrà.
Consigliato agli adulti e agli adolescenti.

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genere fantasy, Il signore degli anelli
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Le Cronache di Narnia 2012-04-04 17:29:32 ginny
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Opinione inserita da ginny    04 Aprile, 2012

un fantasy da bambini e da adulti

Un fantasy che fa crescere i bambini e che riporta bambini gli adulti. L'ho aprezzato molto. Avevo visto il film e così, siccome mi era piaciuto, ho deciso di leggere il libro, anche perchè ho scoperto che prima del libro da cui era stato tratto il film ce n'era un altro ed ero quindi curiosa di scoprire l'antefatto. La fine mi ha un po' rattristato: non avrei mai pensato a una "favola" con una fine del genere: è stato molto commovente e mi ha fatto riflettere. Ve lo consiglio!

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Le Cronache di Narnia 2011-12-25 10:26:41 il_viso_accadde
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il_viso_accadde Opinione inserita da il_viso_accadde    25 Dicembre, 2011
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Un crescendo di stanchezza

Un libro che non offre alcuno spunto di riflessione concreta, un ripetersi continuo di fantasie demenziali e parzialmente originali, che alla lunga stancano.
Un libro davvero restrittivo, adatto all'esclusiva lettura da parte di ragazzi molto giovani o di adulti molto fantasiosi. Sconsigliato ad un adolescente, che lo troverebbe paradossalmente piatto nella fantasia su cui si basa.
Per chi volesse, sconsiglio di leggere tutti i racconti nell'unico volume; la fatica fisica di leggerlo (mi riferisco alle 1154 pagine) non permette di apprezzarlo appieno, sempre che sia possibile.
Un merito è di essere la base per i film: sono racconti che si basano sull'apparenza grafica, più che sui contenuti morali.

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Le Cronache di Narnia 2011-09-10 10:51:13 DanySanny
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DanySanny Opinione inserita da DanySanny    10 Settembre, 2011
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Le cronache di Narnia

Lewis non ha nulla da invidiare al suo collega Tolkien. Di piacevole lettura, Le cronache di Narnia sono scritte in maniere semplice e chiara ed appare evidente che il libro è destinato principalmente ai bambini. Il Lettore viene immerso in un mondo fantastico popolato da creature bizzarre e costantemente diviso tra Bene e Male. I protagonisti dovranno salvare questo mondo incantato facendo affidamento sulla loro forza di volontà e sull'aiuto reciproco. Tutto il romanzo si basa su un'allegoria religiosa che risulterà palesemente evidente nell'ultimo capitolo della saga. Tra avventure incredibile, frustrazioni giovanili,ma anche ingenuità, i protagonisti scopriranno se stessi e la vera natura di Narnia, ma alcuni avranno smesso di credere e per loro non ci sarà redenzione. Le cronache di Narnia trascinano il Lettore in questo fantastico mondo descritto in modo essenziale, ma nello stesso tempo con grande efficacia. Sebbene lo spessore dei protagonisti non sia degno di nota, Lewis ci fornisce un'interpretazione surreale della religione, mantenendo però i valori cristiani. Leggete le cronache di Narnia e scoprirete come una storia apparentemente fantastica, nasconda un significato ben più profondo, che alla fine risulta indistinguibile dalla realtà.
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Le Cronache di Narnia 2011-04-26 16:46:39 rondinella
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rondinella Opinione inserita da rondinella    26 Aprile, 2011
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Le cronache di Narnia

Questo maxi-libro è una raccolta di tutte e sette le storie riguardanti il regno Narnia (la trasposizione cinematografica è piuttosto diversa, e per certi versi più bella del libro).

C'è da premettere, che sebbene sia un libro piacevole per tutte le età, è essenzialmente un testo per bambini e ragazzi; e -a mio parere- questa è la caratteristica più bella della storia della prospera terra di Narnia: il modo affettuoso con cui l'autore, non più un giovane, racconta ai ragazzi le avventure di una terra fantastica, come se si stesse raccontando oralmente una storia ai nipotini.
L'avventura fantastica inventata da Lewis presenta un vago accenno storico ed un notevole sfondo religioso (che si può constatare facilmente soprattutto nell'ultimo libro, L'Ultima Battaglia).
Essendo dedicato soprattutto a bambini è scritto in modo semplice e chiaro, è di lettura scorrevole e piacevole; i personaggi e le ambientazioni sono descritte in modo sintetico ma soddisfacente, e le vicende presentano punti davvero originale.
Un ottimo lavoro.

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