La guerra degli elfi
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Opinioni inserite: 4
Nient'altro che un'operazione commerciale
Ho trovato questo libro anni fa in una biblioteca, quindi devo andare un po’ a memoria e la recensione sarà meno dettagliata di quanto mi piacerebbe; tuttavia volevo comunque spenderci qualche parola.
Ammetto di averlo letto a un’età un po’ maggiore di quella cui si rivolgeva l’autore, ma sono sicuro che, anche se l’avessi letto all’età prevista, non mi sarebbe piaciuto comunque.
Il protagonista è Henry, un ragazzino inglese la cui vita nel complesso risulta abbastanza sgradevole per una serie di problemi. Uno dei pochi elementi positivi è la sua amicizia con un vecchio eccentrico, reduce da una vita molto movimentata, che costruisce un portale che permette a Henry di raggiungere un’altra dimensione dove vive le avventure della saga.
Esprimo un attimo un gusto personale, ma questo espediente nei libri è raro che mi piaccia, perché vedo sempre un parallelo col tema della fuga dalla realtà, la persona (in genere appunto un bambino o un ragazzino) che ha una vita triste o in cui è poco stimato, che si rifugia in un mondo inventato dove invece riesce a fare cose straordinarie. Considerato lo stereotipo che vede gli appassionati di fantasy, giochi di ruolo ecc come asociali e sfigati, tendo a immaginarmi l’autore con un atteggiamento ammiccante (insultante?) verso il lettore.
Ma questo è un mio problema personale, vediamo i problemi del libro.
Lo stile in sé non è male, abbastanza scorrevole, non ci si perde in frasi troppo ingarbugliate, si capisce subito il senso di quello che succede, insomma appropriato per i lettori a cui si rivolge. L’autore sa scrivere, ma non basta, bisogna sapere anche cosa scrivere e, almeno in quest’opera, l’autore non ha dato il meglio di sé.
Come ha già fatto notare qualcuno, gli elfi di elfico hanno soltanto il nome, non c’è nient’altro nel libro che li faccia identificare come tali, fossero stati umani non si sarebbe dovuto cambiare niente o quasi del testo.
Le descrizioni sono rare e superficiali, i cattivi caricaturali, l’unico momento di spessore è quando il cattivo lord Cossus, che stava per far marciare le sue armate per impadronirsi del regno della regina Aurora, dirotta l’esercito per fronteggiare invece un’armata di demoni che rappresenta una potenziale minaccia per entrambi, senza nemmeno aspettare la sicurezza di avere ottenuto una tregua.
Ma uno dei problemi principali qui è la magia. Questa, infatti, nel testo non è altro che tecnologia con un altro nome, non c’è la minima differenza tra quella che qui viene definita “magia” e la tecnologia, abbiamo esplosivi a orologeria, macchine volanti (forse più maneggevoli di un aereo, ma comunque macchine), dispositivi corrispondenti a radar, antiaerea ecc, ma niente magia.
Mi è sembrata una scelta sconcertante, di cui continuo a non capire il senso.
Si possono fare libri leggeri molto belli, ma per riuscire nello scopo bisogna creare un’atmosfera, tuttavia l’autore non sembra nemmeno provarci, il risultato è superficiale, pervaso da un senso di vuoto che cerca di nascondere con svariati eventi che vorrebbero essere grandiosi o sorprendenti, ma finiscono per risultare senza senso della misura e, quindi, generano un senso di assurdo anche se si sta leggendo un fantasy; ad esempio la regina Aurora, costretta al matrimonio col re degl’inferi, lo uccide durante il matrimonio in modo banalissimo… e diventa quindi lei la regina dei demoni!
Insomma non è altro che un’operazione commerciale, che mi stupirebbe possa piacere anche ai ragazzini per cui è stato scritto, i quali possono trovare alternative molto migliori (ad esempio le opere di Terry Brooks, soprattutto le prime); in teoria questo sarebbe il primo capitolo di una saga, ma chi subisce la prima fregatura perché mai dovrebbe aver voglia di sottoporsi a una seconda?
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Mezzo fanatsy
Per curiosità ho letto le due recensioni precedenti a questa e la mia si inserisce perfettamente nel mezzo. Il volume ha pregi e difetti; non è ne da cestinare come il peggior prodotto editoriale mai pubblicato né da esaltare come il best seller tanto acclamato.
“La guerra degli elfi” è un testo ibrido che mescola la narrativa fantasy alla quotidianità spiccia e il punto d’incontro tra queste due realtà è rappresentata da Henry, un adolescente con genitori in crisi di coppia che lavora saltuariamente per il vecchio e strambo signor Fogarty, un ex ladro di professione maniaco di alieni, UFO, elfi, fate e complotti internazionali. Le sue stranezze si rivelano fondate non appena la strana coppia si imbatte in una piccola creatura fuggita dal Regno degli Elfi, il giovane Pyrgus Malvae che si rivolge a Henry e Fogarty per poter far ritorno a casa; in un reame in bilico, con un sovrano indebolito e agguerriti nemici senza scrupoli disposti a ricorrere alle creature più oscure pur di ottenere il potere. Questi sono i binari in cui Brennan fa scorrere la narrazione senza interruzioni, flashback o rallentamenti. Il libro è scorrevole, forse fin troppo, semplice nella lettura e nel lessico, capace a tratti di coinvolgere il lettore tanto da non permettergli di smettere di leggere. La trama è lineare e abbastanza prevedibile, arricchita da qualche sporadico colpo di scena. Ma l’impressione generale è che, pur avendo costruito un’architettura narrativa potenzialmente interessante e sviluppabile, Brennan si sia limitato al compitino e il confronto con le grandi epopee fantasy propriamente dette non regge. Anzi “La guerra degli elfi” ne esce con le ossa abbastanza rotte; può essere che Brennan non avesse altissime ambizioni e quindi le critiche sono un po’ ingenerose ma da come il testo viene venduto il lettore si aspetta un fantasy coi fiocchi.
I punti critici sono diversi: innanzitutto, come già rilevato dalla precedente recensione, i protagonisti sono elfi ma nessuno di loro è descritto e si muove secondo la fisionomia e gli stereotipi tipici elfici; dimenticatevi quindi la leggiadria e l’inarrivabile intelligenza di Legolas e Elrond. I personaggi, buoni e cattivi della situazione, sono tratteggiati con eccessiva superficialità tanto da non creare una vera empatia verso i protagonisti né tanto meno costruire nemici seriamente credibili e temibili. L’antagonista elfico non appare mai nel corso di più di 300 pagine e anche il demone che viene evocato per distruggere il Regno è un pallidissimo riflesso dei classici cattivi da fantasy. Una copia sbiadita delle entità demoniache della magnifica “Trilogia di Bartimeus” di Stroud. Inoltre anche la conclusione della vicenda è estremamente rapida e mi ha riportato alla mente la cocente delusione del finale di “Inheritance”.
Il libro è complessivamente buono, piacevole e scorrevole alla lettura e non richiede particolare impegno. Mi sento comunque di consigliarlo, tuttavia se vi aspettate un fantasy al livello del “Signore degli Anelli”, “Harry Potter” o “Game of Thrones” questo libro non è adatto a voi.
P.S: l’unica attenuante è che si tratta di una saga composta da più volumi e quindi suppongo che alcuni personaggi saranno sviluppati in seguito ma questo non giustifica errori e lacune narrative abbastanza evidenti.
FM
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FANTASY? ELFI? NO GRAZIE
Se vi piace il genere il fantasy questo libro lo sconsiglio altamente in quanto grossomodo può più facilmente essere accostato al genere fantascientifico.
A discapito del titolo non ci sono elfi nell'intero romanzo, al massimo sporadici e momentanei pixie o fate il che farebbe gridare alla truffa.
Per quanto riguarda la scrittura è molto banale (non so se anche a causa di una pessima traduzione), poche descrizioni e personaggi scontati e da una singola facciata, mentre la storia sembra essere prodotta da un generatore randomico di eventi, situazioni, caratteristiche, decisioni. Nel qual caso si voglia leggere l'intera storia con l'intento di ammirare le peripezie dell'autore nel riuscire a incastrare tutti i risultati casuali estrapolati con chissà quale manuale e formula può essere interessante, quanto disarmante e avvilente considerato che il libro sia arrivato ad avere l'onorificenza di Best Seller.
In definitiva è un libro per adolescenti molto leggero che rovina e travia l'aspettativa e il mondo fantasy.
Personalmente sono rimasto molto dispiaciuto dell'acquisto e di essermi affidato alle precedenti recensioni (non voglio accusare nessuno sia chiaro solo addossarmi l'errore d'essermi fidato).
Se vi piacciono Fantasy ed elfi o siete interessati a conoscere questo mondo evitate codesto libro.
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la guerra degli elfi
Un libro stupendo. A mio avviso fra i migliori fantasy per ragazzi degli ultimi anni. Brennan ha la capacità di tenere il lettore "attaccato" al libro per tutta la sua durata grazie a diversi elementi. La trama, molto originale, è un miscuglio interessante di fantasy e attualità e si collega a caratteristiche tipiche della fantascienza unendo, a tratti, i due generi. Lo stile molto semplice, scorrevole, originale e simpatico incentiva a continuare leggere grazie anche alla scansione in capitoli, spesso brevi, collegati fra loro. Nonostante la semplicità nel metodo di scrittura il titolo non risulta banale. Certe trovate sono veramente geniali e spesso veramente particolari. I personaggi sono ben caratterizzati e molte volte mi sono immedesimato in Henri, chiedendomi cosa avrei fatto al suo posto, aiutato dal fatto che (a differenza di molti altri libri) questo ragazzo non è veramente particolare, quindi non mi risulta antipatico. Brennan e molto bravo nel descrivere come, in seguito ad alcuni avvenimenti prima impensabili, la vita di alcuni personaggi cambi completamente. Il mondo da lui creato è inoltre ben descritto, allo stesso tempo simile e diverso dal nostro.
Nonostante siano passati diversi anni dalla prima volta che ho letto questo libro, quando pochi giorni fa l'ho riletto, le mie impressioni non sono particolarmente cambiate e confermo che è un libro che consiglio veramente.