Il messaggero
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Opinioni inserite: 6
Più magia ma sempre bello
Questo terzo libro ha qualcosa di più magico e surreale dei precedenti della stessa serie. Ma non per questo mi è piaciuto meno, anzi cambiare un pò aiuta il lettore a non annoiarsi mai.
La scrittura è sempre la stessa, bellissima e scorrevole di sempre, che ti culla pagina dopo pagina e che non ti delude mai.
E' collegato ai precedenti e finalmente troviamo i protagonisti degli altri libri riuniti in questa storia.
Una storia magica ma reale, perché ci parla di un mondo che da aperto mentalmente e sereno, piano piano si incupisce fino a produrre più odio, invidia e ricchezza che bontà e generosità. Un po' come nel mondo di oggi. Ci fa ragionare sul fatto che quando arrivano novità e miglioramenti in una città non è detto che con loro non arrivino anche cose negative e che i cambiamenti andrebbero affrontati con cautela e intelligenza.
Insomma un libro che ti fa riflettere ma con una storia leggera e dolce.
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Messenger
Con questo libro sono arrivata al terzo volume di questa fantastica serie distopica.
Secondo un mio banale parere in questo testo è stato introdotto molto più fantasy dei precedenti, ma proprio per questa modifica che è stata apportata lo trovo ancora più interessante ed accattivante dei precedenti.
Chi ha letto i primi due testi saprà bene che non erano legati dalla stessa storia, mentre questo libro farà unire e comprendere meglio la storia che è stata narrata nei precedenti.
Le storie di Thomas e Kira si uniranno in questo eclatante evento, la caduta dell’umanità.
Da una parte c’è una perfetta organizzazione, mentre dall’altra c’è spazio solo per l’egoismo e la violenza.
Sono già passati ben otto anni dalla storia che viene narrata nel primo libro e sei dal secondo.
In questo incontreremo nuovamente un personaggio a cui Kira è davvero molto legata.
Sicuramente è un testo che ci fa molto riflettere e tra le righe si possono interpretare alcune metafore sociali.
Che altro dire?
Non mi manca che leggere l’ultimo libro di questa avvincente serie, sicuramente riuscirà a stupirmi come i precedenti.
Buona lettura!
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Il guaritore.
La sua voce sta diventando sempre più roca così come i suoi lineamenti stanno iniziando ad assumere i caratteri tipici dell'uomo adulto, questi sono i pensieri di Matty il discolo ragazzotto che avevamo conosciuto ed amato nel secondo romanzo della quadrilogia del donatore di Lois Lowry. Le vicende narrate sono ambientate a ben 8 anni di distanza dagli avvenimenti che avevano visto protagonista Jonas in The giver e a 6 da quelli che avevano permesso alla giovane Kira di prendere in mano le redini della sua vita una volta acquisita la consapevolezza del suo ruolo nella comunità.
La vita di Matty è nettamente cambiata, non solo non vive più con una madre che non desiderandolo è preda della violenta e dell'insensibilità per i bisogni di una piccola peste come lui per risiedere invece col Veggente, un uomo che seppur privo di vista è ricco di saggezza e provvisto degli occhi dell'anima, ma ha anche imparato a leggere e scrivere, conosce l'educazione ed il rispetto per gli altri, è altruista e sempre disposto ad aiutare chi lo circonda. Non stupisce dunque che tra i tanti proprio lui abbia quel dono, quello della guarigione.
Ma quella che sino ad allora era stata una vita calma e pacifica nel villaggio, saggiamente guidato dal capo che altri non è che il Jonas che avevamo conosciuto nel primo capitolo dell'opera, sta cambiando in modo sempre più evidente e lacerante. L'egoismo ha preso campo nel cuore degli abitanti di quella comunità nata e basatasi sull'amore per il prossimo e l'accoglienza del bisognoso; gli uomini sono animati dall'odio, dalla paura del diverso, dalla minaccia ipotetica ed infondata che lo “straniero” costituisce per le loro vite (dallo sfruttamento di risorse a loro fondamentali e che avrebbero dovuto custodire con maggiore diligenza, alla perdita di tempo arrecata dalle cure e dagli insegnamenti minimi che i residenti dovevano loro trasmettere dopo lunghi e devastanti viaggi di fame e atrocità e dopo l'aver abbandonato le loro terre d'origine governate da gerarchie e dispotismi incontrollati).
Paure, inganni, segreti, lotte di potere e falsità animano il cuore di queste persone, è come se avessero dato via la parte migliore di loro per dar adito agli aspetti più meschini e infidi del loro essere. Perché soggetti che fino a poco fa apprezzavano ed accoglievano a cuore aperto ogni individuo in difficoltà ora si chiudono senza remore davanti a chi, come loro anni addietro, ha bisogno di un luogo dove ricominciare a vivere? Tutto ruota intorno al mercato del baratto emblema e palcoscenico delle futilità a cui l'animo umano è solito cedere. Qualsiasi cosa può e viene ad essere barattata, anche a livello astratto, e le conseguenze che ne derivano sono inarrestabili visto e considerato che una volta posto in essere l'atto di scambio non è possibile recedere.
Vi è poi la natura che se da un lato è forte ed incontrollata capace di bloccare al passaggio all'essere umano e porre fine alla sua vita con il semplice movimento di un ramo dall'altro è debole ed impotente particolare che ci viene insegnato da una piccola rana e dal suo echeggiante cra cra. Ed infine la riunione: Kira e Jonas che dopo essersi sentiti si vedono dal vivo, il padre che aspetta trepidante la figlia perduta e poi ritrovata, il sacrificio dell'anima pura per riportare la pace e l'amore nei cuori avidi avvelenati.
Anche in questo romanzo la Lowry tocca le corde del lettore con cruda delicatezza, le parole scorrono rapide e cullano lo spirito, nella sua linearità e semplicità la prosa lascia il segno e conquista chi si dedica all'opera. Un libro che si fa divorare in meno di una giornata ma che merita di essere letto, forse il più bello dei quattro o se non altro uno dei più significativi.
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BARATTO DISTOPICO
Dopo il secondo libro della saga della Lowry finalmente iniziano a collegarsi tra di loro le storie dei volumi precedenti. Il protagonista è un personaggio già visto in La rivincita, e si tratta di Matty. Un ragazzo ormai, che vive in una nuova comunità, che rappresenta una speranza per coloro i quali cercano luoghi più favorevoli in cui vivere. Lois Lowry stavolta tratta il tema dell'accoglimento di persone che vivono in condizioni sfavorevoli, possiamo chiamarlo immigrazione. Matty vive in un periodo critico della sua comunità, in quanto si discuterà della chiusura del villaggio agli stranieri. Viene tratteggiato un popolo che si degrada lentamente, a causa dell'avidità dell'uomo, che viene fuori ogni volta quando partecipa al Mercato del Baratto, un evento che rappresenta le più subdole dinamiche psicologiche dell'uomo nelle attività economiche. Matty è ancora indenne da questa male che si dilaga, e con la sua tenacia darà speranza e anche un finale degno al libro. Semplici ed efficaci vicende compongono la storia del protagonista, che stavolta ci smuovono in una maniera ancora più incredibile, con la rappresentazione della natura ribelle con la foresta che massacra i suoi passanti, e allo stesso tempo impotente rispetto all'uomo, grazie a una piccola vicenda su... una rana! Una semplice rana riesce a dare questo forte messaggio al lettore, un semplice maledetto cra cra echeggia nelle nostre menti con la sua storia!
Questo libro mi è piaciuto ancora di più di The Giver, consigliatissimo.
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Il messaggero
Nel primo libro abbiamo conosciuto Jonas, un dodicenne che viveva in un mondo "perfetto", dove non esistevano colori, cambiamenti, sentimenti, emozioni e scelte. Alla "Cerimonia dei Dodici", ovvero una cerimonia dove ai dodicenni veniva assegnata una professione che non potevano ne scegliere e ne rifiutare, Jonas riceve il ruolo del Donatore, ovvero sarebbe stato l'unico del villaggio a conoscere la vita prima dell'avvento della loro attuale società, quindi dei sentimenti e sarebbe venuto a conoscenza anche di tutto quello che di orribile la società effettua ma della quale tiene tutti all'oscuro, come l'uccisione dei bambini nati con delle piccole deformità o dei malati o degli anziani, non più utili a nessuno.
In Gathering Blue, invece, abbiamo fatto la conoscenza di Kira, una ragazza zoppa che vive in un villaggio sottosviluppato e violento dove le persone malate o con difetti fisici sono considerate inutili. Kira si opporrà con tutte le sue forze alla società e invece di scappare deciderà di rimanere al proprio villaggio cercando di cambiare le persone che ci vivono un po' alla volta dall'interno.
Il terzo libro della trilogia, invece, parla di Matty, un ragazzo di un villaggio che accoglie tutti coloro che, in qualche modo, fuggono dalle città dove verrebbero uccisi per povertà o per i loro difetti fisici. Il villaggio di Matty è una specie di porto franco che accoglie tutti benevolmente, ma da qualche tempo tutto sta cambiando. Gli abitanti del villeggio iniziano a diventare sempre più egoisti e vogliono chiudere le porte della loro città a chi va da loro in cerca di rifugio. Anche la Foresta che si trova nei pressi del Villaggio diventa sempre più ostile e inizia a uccidere tutti coloro che l'attraversano.
Una volta adulti i ragazzi del villaggio ricevono il proprio nome in base al ruolo che svolgono per la società, e Matty, che ama avventurarsi nella foresta per portare dei messaggi, spera che il nome che gli sarà affidato sia "Il Messaggero". Dopo la decisione degli abitanti del Villaggio di chiudere la città ai nuovi arrivati, Matty decide di avventurarsi nella foresta per portare il messaggio e per riportare al villaggio la figlia del'uomo cieco che gli fa da padre e da mentore, ovvero Kira, la protagonista del secondo libro della serie, ma sperimenterà l'ostilità sempre più grande della Foresta e dovrà far ricorso a tutta la sua buona volontà e ai suoi poteri sovrannaturali per salvare Kira da una morte certa.
I libri di questa saga non sono legati, possono anche essere letti separatamente, infatti the Giver e Gathering Blue non hanno nessun punto in comune. Solo nel terzo libro ritroviamo un personaggio di un libro precedente ma non è affatto legato ai capitoli precedenti della saga. In questi tre libri l'autrice ci mostra tre mondi distopici che sono tre vie di approccio della società, dalla prima che è quella paradossalmente "perfetta", dove non ci sono sentimenti e gli eccessi che ne derivano, a quella violenta del secondo libro, per arrivare all'ultima società, quella che rappresenta la via di mezzo, ma che, non per questo, è la migliore.
Quello che mi piace dei libri della Lowry è la capacità di rappresentare i pregi e difetti della nostra società, portandoci a riflettere nella lettura dei suoi mondi distopici e surreali, ma in qualche modo così vivi e simili al nostro, guardandoli con gli occhi dei protagonisti che riescono a vedere gli errori della propria società e si oppongono a tutto ciò, portando nel lettore la speranza che tutto, un giorno, possa cambiare e divenire davvero migliore, non senza sacrifici e impegno, ovviamente.
Il terzo libro della saga è carino e pone molti punti di riflessione, come tutti i libri di questa saga, anche se l'autrice non è riuscita, come nei precedenti, a coinvolgermi emotivamente, la fine sembra un po' affrettata e buttata lì.
Il mio libro preferito della saga rimarrà sempre il primo.
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Serie "The Giver" vol. 3
Inizialmente pensavo che questa saga della Lowry, fosse stata così definita solo per il fatto della tematica distopica in comune e che i libri potessero essere letti singolarmente perché non avevano tra loro nessun legame. Per "The Giver" e "Gathering Blue" è infatti così, nessun elemento in comune, né ambientazione, né personaggi, niente di niente. Sono due libri che mi sono piaciuti entrambi moltissimo e che ho letto comunque in ordine temporale di uscita, anche se credevo che non fosse necessario farlo, perché mi aspettavo che la formula si ripetesse ancora nel terzo libro. E invece sono rimasta stupita di constatare che ne "Il Messaggero" le due storie precedenti e apparentemente senza alcun legame si uniscono. L'ambientazione è diversa, un altro nuovo mondo distopico, questa volta un piccolo villaggio dove regna l'altruismo e la generosità, dove si viene accolti senza discriminazioni, dove il sapere e l'istruzione è alla portata di tutti, dove quindi, sembra vigere la piena armonia e serenità.
Il protagonista di questo terzo libro è Matty, vive felice, in maniera modesta, senza che gli manchi nulla ma senza eccessi. All'improvviso però nota che qualcosa sta cambiando, che le persone del villaggio, una volta così cordiali e gentili, stanno diventando diverse. Nascono episodi di astio e intolleranza. Ma perché tutto questo? Come fare per rimediare?
Ancora una volta la Lowry stupisce il lettore con una storia apparentemente semplice, lineare, ma che porta al suo interno significati reconditi, dove la natura selvaggia e ostile che circonda il villaggio si trasforma in una metafora di vita. Ancora una volta l'autrice ci mostra come non esista un vero e proprio modello da seguire per costruire un mondo migliore. Dopo la perfezione asettica e senza sentimenti del mondo di The Giver" e l'imperfezione lampante del mondo ingiusto e violento di "Gathering Blue"; il mondo di "Il Messaggero" dovrebbe rappresentare la vita di mezzo, la formula giusta e ponderata tra il troppo perfetto e il troppo imperfetto, ma anche così sembra non funzionare. Il messaggio che vuole dare l'autrice è che ci sono sempre sfumature di ogni grado e intensità, e che solo le persone nella loro unicità possono fare la differenza.
Un libro splendido, che devono assolutamente leggere tutti coloro che hanno già letto e apprezzato i due precedenti libri, e che solo in questo modo si riuscirà davvero ad entrare in sintonia con questo terzo tassello della saga. Teoricamente la trama del libro è abbastanza semplice e non sembrerebbe che i legami con i libri precedenti siano così tanto vincolanti da non capire il senso del terzo, e infatti è così! Perché, sempre teoricamente, è possibile leggere e capire il libro anche partendo da questo. Ma io consiglio di non farlo, consiglio di leggere tutti e tre i libri in ordine, perché solo così avrete i giusti legami emotivi con la storia e con i personaggi. Voglio inoltre fare una menzione di merito al finale, che questa volta, oltre ad essere come al solito un po' vacuo e a donare un senso di speranza senza avere alcuna certezza, è un vero e proprio pugno nello stomaco. Un pugno nello stomaco che riesce comunque a dare speranza... strano vero? Non vi resta che leggerlo!
PS= ho saputo che questo terzo libro, non sarà più l'ultimo della serie, come sembrava, ma che l'autrice ne sta scrivendo un quarto, ancora inedito. Inutile dire che non vedo l'ora che venga pubblicato!!!!