Il libro della giungla
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Non solo Mowgli
Avventura, amicizia, simpatia e una doverosa e immancabile stoccata alla razza umana sono gli elementi cardine di questa surreale e toccante raccolta di racconti con cui Kipling sveste i panni di uomo e si cala in quelli di animale selvatico. Una metamorfosi che contagia anche il lettore, pronto a ribaltare la propria prospettiva sul mondo, cominciando a guardarlo da un punto di vista completamente opposto. Entrando nella testa di orsi, scimmie, tigri, pantere, lupi, elefanti, manguste, foche, si riesce a capire quanto dura sia la vita dell'animale selvaggio, quanta fatica occorra per ricavarsi il cibo, quanto difficile sia salvarsi la pelle davanti al pericolo rappresentato dai predatori, dalle calamità naturali e da quello che rappresenta il nemico più terribile: l'uomo. Ma nessun sacrificio è vano, nessuna difficoltà è insormontabile, nessuna impresa è impossibile quando c'è di mezzo il valore primario per qualsiasi essere vivente: la libertà. Lo sa bene il sognatore Kotick, giovane foca dal manto immacolato, che non si dà pace fino a che non riesce a trovare una spiaggia per sé e i suoi simili dove l'uomo non sappia o non possa arrivare per cacciarli. Lo sa la piccola e coraggiosa mangusta Rikki-Tikki, che con l'uomo finisce per andare a viverci spontaneamente e in perfetta sintonia ma che tuttavia sa di non poter essere veramente libera finché non si sarà sbarazzata dei terribili cobra che infestano il giardino. Ne è consapevole il gigantesco elefante Kala Nag, che per l'uomo ha lavorato per decenni ma che, quando il richiamo dei suoi simili è troppo forte, non esita e spezzare le catene per andare incontro all’istituto. La libertà la sognano cavalli, muli, buoi e cammelli, animali che l'uomo usa per i suoi insensati scopi bellici e la cui esistenza si riduce a trasportare cannoni, mortai, cavalieri armati. La libertà, infine, la conosce bene il piccolo Mowgli, protagonista di quello che probabilmente è il più noto racconto della raccolta. Cucciolo d'uomo allevato dai lupi, educato da un orso (Baloo) e viziato e vezzeggiato da una pantera (Bagheera), il giovane protagonista imparerà presto cosa significa lottare per la propria vita. Quando poi rientrerà nel torbido ed insensato mondo degli uomini capirà presto come essere libero sia il migliore dei beni possibili e come il suo posto non sia una capanna in un villaggio con affianco i suoi simili ma un cielo stellato sulla cima di un albero insieme ai suoi veri e liberi amici e compagni. Cinque racconti, avventurosi e affascinanti, che terminano con piacevoli canti e poesie, caratterizzati da un'ottima scrittura, semplice e scorrevole senza mai essere banale, e da contenuti importanti che invitano alla riflessione. Kipling contrappone la società umana a quella animale, e nel confronto la prima esce indiscutibilmente sconfitta. Le guerre, le superstizioni, la caccia dettata dal guadagno, la divisione della società in classi, le varie insensatezze e complicazioni tipiche dell'uomo perdono nettamente al cospetto di un mondo animale in cui la tendenza è quella a vivere in armonia, con leggi chiare, giuste e condivise, in cui le inevitabili violenze sono dettate dalla fame o dall'istinto di sopravvivenza, non certo dall'odio, dal denaro, dalla sete di potere. "Questa è la Legge della Giungla, vecchia e vera come il cielo: e il Lupo che l'osserva vivrà lieto, ma il Lupo che la infrange morirà."
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Una giungla è l'intera terra
Una piacevole scoperta è stato Kipling e il suo "Libro della giungla". Non mi fraintendete, con Mowgli, Baloo, Bagheera e Shere Khan ci sono cresciuto, nella loro versione disneyana che ancora mi emoziona ogni volta. E li ho amati profondamente. "Ti bastano poche briciole, lo stretto indispensabile, e i tuoi malanni puoi dimenticar...". Che ricordi.
La lettura del primo libro della giungla è stata soddisfacente oltre le mie previsioni, soprattutto nelle parti che hanno come protagonisti Mowgli e compagnia. Già, perché non tutto il libro è incentrato su di loro, ma diviso in una serie di racconti, alcuni dei quali hanno tutt'altri protagonisti. Inutile dire che i più belli e memorabili sono quelli sul cucciolo d'uomo, anche se quello sulla mangusta Rikki Tikki è stato altrettanto carino. Kipling è un magnete, è piacevole a leggersi e ti porta nei meandri della giungla, in mezzo ai suoi variegati abitanti.
Disperso durante la fuga dalla tigre Shere Khan, il piccolo Mowgli trova rifugio nella tana di Babbo lupo e Mamma lupa, che lo crescono come un figlio. Accolto dal branco con la diffidenza che è però tipica degli uomini, sarà accettato solo grazie all'intercessione del saggio orso Baloo e dell'astuta pantera nera Bagheera, che per la salvezza della vita del cucciolo d'uomo offrirà le spoglie di un toro da lei ucciso. Saranno proprio l'orso e la pantera nera a insegnargli a sopravvivere nella giungla, trasmettendogli le sue leggi e permettendogli di vivere in armonia con essa.
Certo, la giungla è crudele, spietata, ma lo è anche il mondo "civile" degli uomini, forse anche di più, e Mowgli potrà scoprirlo sulla sua stessa pelle. Eppure le analogie tra i due mondi sono tante, come fossero un'unica entità la cui differenza sta nei suoi abitanti e in pochi altri dettagli.
La giungla ha i suoi lati oscuri, così l'uomo; ha i suoi abitanti senza pietà, carnefici, ma anche quelli dal cuore grande; ha i suoi grandi difetti, ma da qualche parte l'amore rende qualsiasi posto migliore, se lo si riesce a scovare e stanare. Che sia giungla o mondo umano, bisogna semplicemente imparare a viverci e ad amare.
Scusate, ora vado a vedere il cartone Disney.
- Ma perché… Perché qualcuno dovrebbe volere la mia morte? - disse Mowgli.
- Guardami, - disse Bagheera, e Mowgli la guardo fisso negli occhi. Tempo mezzo minuto e la pantera aveva girato la testa.
- Ecco perchè, - disse Bagheera, spostando la zampa sulle foglie. - Neanch'io riesco a guardarti negli occhi, e io sono nata fra gli uomini, e ti voglio bene, Fratellino. Gli altri ti odiano perché non sanno reggere il tuo sguardo; perché tu sei giudizioso; perché hai estratto gli spini dalle loro zampe… Perché sei un uomo.
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Il richiamo della foresta
Ranocchietto
Scampato alle fauci della terribile tigre Shere Khan , Mowgli il bimbetto dai capelli nero blu viene adottato da una famiglia di lupi e da essi amato e protetto come un figlio naturale.
Crescera'alla scuola del maestro orso Baloo che lo istruira' sulla lingua della foresta e sulle sue leggi,scortato dalla saggia pantera nera Bagheera.
Scritto alla fine dell'Ottocento da Kipling che venne premiato per la sua capacita' di osservazione, per la fantasia e l'originalita' della sua opera , nella versione integrale il testo conta diversi racconti, alcuni dei quali distanti dalle argomentazioni del piu' famoso Mowgli pur rimanendo altrettanto piacevoli ed intensi.
Cio' che piu' colpisce nel testo e' la capacita' del Kipling di ritrarre il movimento animale prima ed il concetto animale poi. Quindi una pennellata ben definita sull'orso, sulla tigre, sul cobra, sui tanti abitanti della selva argomentata in seguito con quello che e' nella mente dell'autore il pensiero dell'animale stesso.
E poi bellissimo il filo conduttore che arma il testo e lo rende meno infantile, quello spirito della giungla che e' eredita' verbale delle leggi che gli animali si tramandano e rispettano: non si uccide per gioco, ma per fame o per difesa.
Il bimbo e' stato un ottimo lupo, il lupo sara' un ottimo uomo; la foresta gli ha insegnato l'onere del rispetto e la forza della solidarieta' popolare.
Buona lettura.
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I libri della giungla e della vita
"Il libro della Giungla" o forse sarebbe meglio dire "I libri della Giungla" in quanto in origine sono stati pubblicati più libri, è una raccolta di storie apparse su vari giornali alla fine intorno al 1893/94 dello scrittore indo- inglese Rudyard Kypling.
Ricorre spesso il personaggio del cucciolo d' uomo, Mowgli, detto il ranocchio, dalla sua nascita e adozione da parte di un branco di lupi fino alla maturità. La riduzione del cartone di Dysney e del film di Sommers del 1994 è decisamente parziale occupandosi esclusivamente della vicenda di Mowgli.
Tra i racconti infatti oltre alla vicenda di Mowgli spiccano infatti Rikki-tikki-tavi la mangusta (tra i racconti in assoluto più belli), Toomai degli elefanti piccola guida di elefanti, la foca bianca, Quiquern autentico capolavoro e se non l'avete letto lo consiglio davvero.
Ritornando al personaggio di maggior successo, Mowgli, e alla sua vicenda umana insieme ai suoi fratelli Lupi, assistiamo ad una vera e propria educazione alle "Leggi della Giungla" e "della Vita" assistita dagli animali e dalla giungla stessa. In effetti proprio per questo aspetto "pedagogico" Baden-Powell fondatore dello Scoutismo fece richiesta diretta a Kipling di utilizzare nomi e libro come modello per i suoi "Lupetti" e l'autore acconsentì. Inevitabilmente questa decisione ha legato e relegato il libro all'adolescenza, ma "Il libro della Giungla" oltre che per il suo valore tematico ed educativo, ha un grande valore letterario e nulla ha da invidiare ai capolavori della letteratura universale tant'è che R. Kipling ricevette successivamente per questo libro il Premio Nobel.
I personaggi che contornano la storia sono conosciuti da tutti: Akela il lupo capo del branco, Bagheera la pantera nera, Baloo l'orso, Kaa il pitone, Bandar-log la tribù di scimmie, Shere Khan la terribile tigre del Bengala cha ha un conto in sospeso con Mowgli che li porterà ad un terribile scontro.
Nessuno dei personaggi è Buono, nessuno è Cattivo. Esistono le leggi della Giungla, il rispetto, l'amicizia la "fratellanza", ed emergono da una parte attraverso la narrazione che si fa decisamente appassionante e sfido chiunque a dire non gli interessa cosa accadrà a Mowgli e agli altri personaggi dei racconti. Dall'altra grazie a massime derivate probabilmente da Kipling dalla conoscenza della cultura indiana; leggerete i vari animali che incarnano ciascuno una dote e un carattere "umano" ripetere spesso al cucciolo d'uomo: «la forza del lupo è nel branco, la forza del branco è nel lupo», «un cuore leale e una lingua cortese ti porteranno lontano nella giungla», «siamo dello stesso sangue, fratellino, tu ed io», «la legge della giungla è vecchia e vera come il cielo e chi la rispetta vivrà lieto e prospero». I racconti sono intervallati da canti o poesie epigrammatiche che legano le storie tra loro o anticipano i contenuti. E' bene precisare che i racconti non sono buonisti, anzi racchiudono spesso una massiccia dose di drammaticità, lo stesso rapporto di Mowgli con gli uomini o le vicende del branco di lupi ne sono esempio, o negli altri racconti come Quiquern e la foca bianca, e in alcuni punti i personaggi si trovano a confronto diretto con la Morte e proprio come accade nella Vita, non arriva delicata ed edulcorata, ma esplode come uno schiaffo potente che ti lascia stordita. Grande narrazione per tutti, non solo per i ragazzi.
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Zitto, piccino mio, la notte è vicina
Oh, zitto, piccino mio, la notte è vicina.
E nere son l'acque che sì verdi scintillavano.
La luna, sui marosi, guarda giù e trova noi
Che riposiamo negli avvallamenti dell'onde mormoranti.
Laddove i cavalloni s'incontrano, lì soffice sia il tuo cuscino;
Oh, mio piccino affaticato, raggomitolati a tuo piacere!
La burrasca non ti sveglierà, né lo squalo ti sorprenderà,
Se tu dormi in braccio ai flutti, che ti cullan lentamente
(Ninna nanna della foca, R. Kipling, Il libro della giungla)
La giungla ha leggi (“Che dice la legge della giungla? Colpisci prima e poi fa’ udire la tua voce”) e regole (“Nessun abitante della Giungla vuol essere disturbato, e tutti sono prontissimi ad avventarsi addosso all’intruso”) e il cucciolo d’uomo - Mowgli il ranocchio (“Com’è piccino! E com’è spelato e anche ardito”) – è oggetto delle cure di “un lupo abituato a trasportare i suoi piccini”, dopo che viene accettato dalle belve (“Mowgli venne accolto nel Branco dei Lupi di Seeonee per l’offerta di un toro e per le buone parole di Baloo”) con naturalezza: è una creatura per certi versi simile agli animali (“Ha la pelle delicata e somiglia molto ai bandar-log”, le scimmie), ma per altri versi ha poteri superiori (“Per fiore rosso Bagheera intendeva il fuoco”) e ciò suscita diffidenza (“Gli altri ti odiano perché i loro occhi non possono sostenere il tuo sguardo, perché tu sei scaltro…”).
Mowgli – grazie a precettori d’eccezione come Baloo e Bagheera – sa integrarsi, impara le parole d’ordine, partecipa alle riunioni che si svolgono sulla rupe del consiglio nell’era di Akela, il grosso lupo grigio, il capobranco. Dopo l’avventura alle Tane Fredde, un’antica città abbandonata, Mowgli oscilla tra natura-libertà e villaggio degli uomini, vivendo il suo conflitto d’identità: “L’altra volta fu perché ero un uomo, questa volta perché sono un lupo”.
La Giungla ha i suoi protagonisti, tutti animali contraddistinti con l’iniziale maiuscola. Innanzitutto quelli che abbiamo conosciuto anche grazie a Disney.
Come il pitone Kaa: “Lo trovarono steso tutto lungo sopra il risalto d’una roccia riscaldata dal sole pomeridiano, che si stava ammirando la bella pelle nuova, poiché era stato nascosto negli ultimi dieci giorni a mutar la pelle, ed ora appariva in tutto il suo splendore e faceva scattare la grossa testa appiattita rasente terra, e attorcigliava i trenta piedi di lunghezza del suo corpo in curve e nodi fantastici, e si leccava le labbra al pensiero del pasto prossimo”. O come il nemico di sempre: la tigre Shere Kan (“Il governo ha messo una taglia di cento rupie sulla sua testa”), da piegare con uno stratagemma (“prendere così Shere Kan tra i tori e le vacche”).
Oltre ai personaggi più noti, la giungla annovera anche lo sciacallo Tabaqui detto il Leccapiatti, i volatili (“E’ l’ora in cui Ran, il Nibbio, riconduce la notte Che Mang, il Pipistrello, ha liberato”), Ikki il Porcospino, Mao il Pavone, Hathi l’Elefante Selvatico…
“Il libro della giungla” contiene altre avventure. Come quella di Rikki-Tikki-Tavi (“Era una mangusta che aveva il pelo e la coda quasi come un gattino, ma la testa e le abitudini di una faina”) che combatte il temibile cobra (“Spuntò dall’erba la testa col cappuccio di Nag, il grosso cobra nero…”) in uno scontro fatale (“guardò Rikki-Tikki con gli occhi cattivi del serpente”) contro l’animale sacro (“quado il primo cobra aprì il cappuccio per riparare dal sole Brahma che dormiva”) perché “il compito d’una mangusta adulta nella vita consiste nel dar la caccia ai serpenti e nel divorarli”.
O come quella di “Toomai degli elefanti”, ove un ragazzino sull’elefante Kala Nag partecipa a un sortilegio (“La danza degli elefanti… io l’ho vista…”) che gli vale rispetto e onore (“Questo piccino non deve esser più chiamato Piccolo Toomai, ma Toomai degli elefanti”).
Un libro per sognare, per ritornare bambini, per rimanere adulti con il cuore di bambini…
Bruno Elpis
“Le macchie sono la gioia del Leopardo; le corna sono l’orgoglio del Bufalo.”
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Mowgli
È uno dei libri più famosi scritti da Rudyard Kipling.
Si tratta di un racconto per ragazzi che narra la vita di Mowgli un neonato rapito da una tigre che voleva mangiarlo.
Fortunatamente verrà salvato da una famiglia di lupi che lo educheranno alle leggi della giungla.
Il bimbo riuscirà ad imparare il linguaggio di tutti gli animali ed avrà come amici un orso ed una pantera.
La vita di Mowgli sarà tutt’altro che tranquilla perché verrà rapito dalle scimmie e vivrà per un certo periodo a contatto con gli esseri umani.
La storia mi ha molto rapito, questo autore è riuscito ad esaltare i rapporti d’amicizia e la fedeltà familiare tra essere umano ed animale, anche se la storia di per sé è basata sulla fantasia.
Molto consigliato!