Il giardino segreto
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"Ma voi piacete a voi stessa?"
«-Ma voi piacete a voi stessa?- le chiese, come se fosse davvero curiosa di saperlo.
Mary esitò un attimo e ci pensò su.
-No, per niente, veramente,- rispose. - Non ci avevo mai pensato, prima d'ora.»
Mary è una bambina di dieci anni, antipatica, scontrosa e brutta. Non è stata desiderata dai suoi genitori, in particolare, la madre preferiva andare alle feste invece di occuparsi di lei. Certo, è una ragazzina ricca, figlia di inglesi, agiati colonizzatori, nell'India dei primi anni del Novecento. Mary ha molti servitori che si occupano di lei, tanto che non sa nemmeno vestirsi da sola. È molto viziata ma anche profondamente infelice, anche se ancora non lo sa.
Improvvisamente un'epidemia di colera fa morire tutta la famiglia di Mary e tutti i suoi domestici. La bambina viene affidata ad uno zio e spedita in Gran Bretagna, nello Yorkshire, a Misselthwaite Manor. Qui, in un maniero con più di cento stanze, circondato da ettari ed ettari di terreni, Mary inizia a prendere consapevolezza di sé: forse, se sta antipatica a tutti e tutti le risultano odiosi, ci sarà qualcosa dentro di lei da cambiare, qualcosa che può essere migliorato, trasformato.
Martha, una ragazza che le fa da cameriera, comincia a parlarle di un misterioso giardino segreto, dove, circa dieci anni prima, è avvenuto un drammatico incidente che ha gettato Misselthwaite Manor e i suoi abitanti nella tristezza. Lo zio di Mary, Archibald Craven, è un uomo molto strano: non vuole vedere la nipote e quasi si disinteressa della sua esistenza, salvo provvedere generosamente a tutti i suoi bisogni materiali. Il signor Craven trascorre lunghi mesi all'estero e non vuole che alcuno possa più entrare nel giardino dove un tempo era stato felice: ha fatto chiudere la porta con una chiave, che poi è stata seppellita sotto terra.
Mary, attratta dal giardino ed aiutata dai consigli di Martha, comincia ad uscire fuori, a fare delle amicizie con esseri umani ed animali. L'energia vitale che si sprigiona dalla natura la salverà e con lei salverà anche un altro bambino, reso collerico e malato dall'indifferenza e dalla solitudine in cui ha dovuto vivere fino a quel momento.
Una lettura che ha il sapore della fiaba, densa di buoni sentimenti, di fiducia e ottimismo. Si può cambiare se veramente lo vogliamo, si può essere felici se la smettiamo di pensare soltanto a noi stessi ed iniziamo ad interessarci agli altri, alla natura, agli animali, alle piante. Solo così potremo sentire la forza vitale che pervade ogni cosa e trasformarla in una splendida magia.
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La primavera dell'anima
"Quando avete un giardino, avete un futuro", scrive Frances Hodgson Burnett, ma per la piccola Mary Lennox, viziata, scontrosa e antipatica, costretta a lasciare l’India per trasferirsi in Inghilterra dopo la morte dei genitori, avere un giardino significa molto di più. Affidata ad uno zio che non ha mai visto prima, Mary trascorre il tempo ad annoiarsi nella grande dimora di Misselthwait Manor, sperduta nella brughiera dello Yorkshire, finchè non trova una chiave che la conduce ad un misterioso giardino segreto, celato da alte mura nella proprietà dello zio e rimasto abbandonato per dieci anni. Sullo zio, sulla sua cupa dimora e sul giardino segreto grava il peso di un passato doloroso del quale sembrano destinati a non liberarsi mai. Con l’aiuto di Dickon, ragazzo di brughiera con il nasino all’insù, le guance rosse come papaveri, gli occhi tondi e azzurri e un sorriso luminoso, Mary decide di prendersi cura del giardino e all’arrivo della primavera rifioriscono non soltanto rose, bucaneve, crochi, narcisi, papaveri, meli, ciliegi, ma rifiorisce anche la speranza, per Mary, per il malinconico zio Craven e per il piccolo Colin, altro misterioso abitante di Misselthwait Manor, che come Mary ha perso sua madre ed è un bambino infelice e abbandonato a se stesso. Tra le mura del giardino segreto Mary e Colin ritrovano il contatto con la madre terra, arcaico surrogato di figure genitoriali di cui entrambi sono sempre stati drammaticamente privi, e compiono un gioioso percorso di guarigione del corpo e dell’anima. Proprio dalla madre terra scaturisce quella “magia” costantemente presente nei discorsi e nei giochi dei tre bambini e che ha spesso un ruolo di primo piano nei romanzi dell’autrice: la rinascita dell’anima, che fiorisce a nuova vita dopo il buio e la tristezza, proprio come dopo il gelo e la neve dell’inverno arriva la primavera.
Insieme a "La piccola principessa", Frances Hodgson Burnett ci regala un altro meraviglioso romanzo in cui unisce la presenza di temi importanti (l’assenza delle figure genitoriali, la guarigione dal dolore e dalle malattie dell’anima, il superamento del lutto) ad uno stile scorrevole e piacevole e ad avventure leggere. Un romanzo di formazione capace di rivolgersi ai lettori di ogni fascia età, arricchito dalla presenza di elementi dal sapore fiabesco (la “magia” che accompagna i giochi e le avventure dei tre giovani protagonisti, il cupo castello dello zio Craven, il giardino avvolto dal mistero come la nebbia avvolge la brughiera dello Yorkshire, la capacità di Dickon di comunicare con l’ambiente e con gli animali come un benevolo spirito della natura) e dalle splendide descrizioni del giardino segreto, che attraverso “l’incantesimo” della penna dell’autrice diventa così reale da far credere di poterne ammirare, toccare, odorare fiori e piante.
Non a caso "Il giardino segreto" era la lettura prediletta dai giovanissimi soldati di ritorno dalla Prima guerra mondiale, bisognosi di curare le ferite dell’anima quanto quelle del corpo, stregati, forse, da quella stessa “magia” che permea le pagine di questo splendido romanzo e che spinge il malato e infelice Colin a gridare tra le mura del giardino segreto ormai rinato “Vivrò per sempre, per sempre, per sempre!”.
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Il piccolo principe è un'opera sopravvalutata!
“La scoperta del secolo scorso riguarda proprio il pensiero, il puro pensiero, che è altrettanto potente di una batteria elettrica, e può essere salutare come la luce del sole oppure nocivo come un veleno. Consentire a un pensiero brutto e triste di invadere la nostra mente è tanto pericoloso quanto i germi della scarlattina. Se permettiamo che un pensiero negativo alberghi e metta radici dentro di noi corriamo il rischio di non liberarcene più per tutta la vita…”
“…cose assai sorprendenti possono accadere a chi, avendo nella mente un pensiero sgradevole e scoraggiante, abbia semplicemente il buonsenso di accorgersene e scacciarlo via in tempo sostituendolo con un altro pensiero piacevole ed ottimista. Due cose non possono occupare contemporaneamente lo stesso posto. La dove coltivi la rosa, ragazzo mio, non può crescere il cardo.”
Un libro del genere dovrebbero renderlo obbligatorio nelle scuole, bisognerebbe farlo leggere ogni anno finché le nozioni importanti che vengono menzionate in questo libro non si imprimano indelebilmente nella testa di chiunque.
Non pensavo assolutamente che questa “chicca” potesse far riflettere e donare perle di saggezza così profonde da toccare l’animo.
“Se tu fossi la femmina del tordo e mi mostrassi dov’è il tuo nido pensi forse che lo direi a qualcuno? No, mai e poi mai” disse. “Sei al sicuro come un tordo” e Mary si sentì perfettamente al sicuro.
E’ la storia di Mary che perde i genitori a causa della malaria in India.
E’ una bambina abituata a non fare nulla, a impartire ordini ed essere viziata ed altezzosa.
Però la sua perdita la porta da Mr. Craven, uno zio che abita in mezzo alla brughiera dello Yorkshire e che sta vivendo avvolto nel suo lutto allontanando chiunque gli si avvicini.
Mary è debole ma qualcosa in lei comincerà a cambiare molto presto e con lei un domino di eventi modificherà l’animo e la vita di chiunque le viva intorno.
Mi è piaciuto molto imbattermi in questo classico che avevo sottovalutato.
La scrittura è molto scorrevole perché è una storia per bambini/ragazzi ma credo che chiunque debba leggerlo.
Mi ha emozionato e sorpreso allo stesso tempo e per qualche momento ho invidiato la fortuna della protagonista di trovarsi immersa nel verde della campagna.
Questo dovrebbe far riflettere sul perché l'uomo tende ad allontanare da sé ciò che in realtà gli fa bene: l'amore di una famiglia, il verde e l'amicizia.
Parla di legami e di crescita spirituale.
Parla dell’amore per tutte le cose create e che sono a nostra disposizione.
Parla dell’animo che trova sollievo immerso nella natura ad osservare i piccoli germogli che escono da terra; proprio come il giardino che nel segreto delle sue mura fa sbocciare grandi amicizie e miracoli.
Parla anche del pensiero positivo e dell’influenza che può avere il cervello se portato a pensare bene e a credere nella Magia…
Lo credereste mai?
Io no eppure ciò che ho letto è proprio un bellissimo libro che consiglio a tutti, soprattutto ai più grandi che hanno perso la Magia che vedevano quando erano più piccoli…
“E io credo che accada pressappoco così anche per la Magia… se non smettiamo di pregarla di venirci ad aiutare, diventerà parte di noi e lavorerà per noi.”
“Il sole splende- il sole splende… questa è Magia. I fiori crescono – le radici si muovono… Questa è Magia. Essere vivi è Magia. Essere forti è Magia. La Magia è in me – la Magia è in me- è in me – è in me. E’ in ciascuno di noi….”
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Simile al film
Buon libro da leggere ai propri figli (8-12 anni), ma anche a se stessi, per avvicinarsi con la mente e col cuore al mondo dei ragazzi, caratterizzato da fantasia, giochi e scoperte. Libro semplice; potrebbe risultare banale per chi non si cala nei panni di una ragazzina e alla sua crescita personale.
Il film, molto bello, è riuscito a parer mio ad avvicinarsi al romanzo, seppure siano stati omessi personaggi e siano stati modificati alcuni fatti.
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LA MAGIA E’ OVUNQUE… BASTA CERCARLA!
Quando ero piccola amavo trascorrere del tempo nel giardino dei nonni: osservare la menta selvatica, la rucola, il basilico, l’aglio, le cipolle, i pomodori e i fagiolini piantati dal nonno che germogliavano per poi crescere ed essere raccolti era una scoperta stupenda e magica allo stesso tempo… vedere il nido dei merli spuntare dai rami dell’alloro piantato con amore sempre da mio nonno era curioso, rassicurante e bellissimo ai miei occhi … occhi di una bimbetta di pochi anni. Quanti bei ricordi di pomeriggi passati a sradicare le erbacce, a togliere le foglie secche, ad arare ogni minimo pezzetto di terra affinchè al ritorno del nonno lui potesse dire a me e a mio fratello, gli unici addetti al giardino nei mesi in cui lui era fuori città, “Bravi, ottimo lavoro!” con orgoglio.
Mary è una bimbetta bisbetica, viziata, antipatica, bruttina e scontrosa quando, dopo un lungo viaggio, arriva nello Yorkshire: non ha prospettive per il suo futuro, odia tutti, non sopporta nulla, nemmeno se stessa a volte, ma volendo o nolendo è costretta a vivere in una dimora gigantesca, dove ci sono cento stanze per lo più chiuse a chiave e dove pare essere capitata una disgrazia che ha portato il padrone di casa, suo zio, nonché suo tutore, a rinchiudersi in sé e a vivere la maggior parte del tempo lontano dalla villa, dai ricordi di una vita passata e da un giardino…. Un posto magico, il vero e unico protagonista di questo romanzo.
Grazie all’aiuto di Dickon e delle sue allegre bestiole selvatiche, la piccola Mary cambierà completamente atteggiamento, inizierà a essere simpatica, altruista, giocosa e gioiosa come una bimba della sua età deve essere e inconsapevolmente aiuterà a far tornare il sole nella brughiera e nella maestosa casa, che pare nasconda un bambino, storpio, gobbo e malato… almeno questo è quello che tutti credono e raccontano…
Leggendo questo libro sono tornata indietro ai tempi in cui a settembre, poco prima del ritorno dei nonni, mi dotavo di guanti, rastrello, zappa e bidone per sistemare e rendere pieno di vita il mio giardino segreto… devo dire che in realtà erano più i momenti in cui mi perdevo a giocare coi gattini e con le lucertole di quelli in cui mi rimboccavo le manichine per lavorare eh, ma… alla fine l’impegno veniva sempre premiato con un impagabile e indimenticabile sorriso del nonno!
La natura, in ogni sua forma o dimensione, può fare miracoli, dovremmo ricordarcene e tutelarla di più!
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Buoni sentimenti
Dickens
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E' bello trovare personaggi senza macchia e con le migliori intenzioni. Un romanzo così ha la stessa funzione (in un genere letterario diverso) di un buon fantasy.
Ritornare bambini
Signorina Sempre-no
Che giardino bello hai fatto!
Se lo tiri per la coda
Dice “bello” anche il gatto!
Signorina Sempre-no…
Signorina Sempre-no…
Cercherò di essere semplice, come lo è il libro. Lo stile è fresco,gioviale,pulito e lineare,con un amore intenso,profondamente sentito per la Natura e sembra quasi di sentire ,attraverso la lettura,il vento della brughiera, il profumo dei fiori e della terra bagnata, il ronzare delle api che raccolgono il nettare.
Si assiste sensibilmente alle bellezze del Creato, tutto il libro è un inno e un incanto quasi infantile.
Ci si addentra in pieno nella psiche infantile e ci si rende conto di come il passato che abbiamo vissuto da bambini ,se negativo,possa essere un’oscura coltre che coprirà il restante della vita adulta come un macigno nero e soffocante,avvelenato. Ma qualcosa viene in nostro aiuto,un raggio di sole può filtrare nel nostro cuore rabbuiato e donarci una parvenza di speranza come un seme innestato a forza, per poi essere innaffiato da lacrime di dolore o di gratitudine.
Il Mondo che ci circonda non è bello. E’ brutto e gravido di ogni malignità. Proprio per questo abbiamo bisogno di “tornare bambini”, per assaporare quella bellezza del creato che il nostro cuore appesantito e inquinato dalla presenza di macchine e cemento,riesce a stento a cogliere, addirittura per niente. Vivendo in una città inquinata capisco e comprendo,inconsciamente,come molti dei malesseri attuali e moderni,siano derivati semplicemente dalla lontananza dalle vere cose belle e che possono soddisfarci pienamente.
L’armonia del creato e delle creature possono aiutarci in qualche modo ad intrecciare un filo invisibile,ma profondamente sentito, con Qualcosa di superiore, un qualcosa che il libro stesso definisce “incantesimo”, una “magia”, rialza il nostro cuore troppo infangato dalle delusioni e dalle amarezze della vita verso le vette del cielo.
Mary,la bambina piena di odio e scontrosa sperimenterà la tenerezza e la gioia dell’infanzia, attraverso circostanze misteriose. Un’altalena rotta, un parto doloroso, un bambino rinchiuso dentro le mura del castello e che ogni tanto manda lunghi e dolorosi lamenti, un padre assente e lontano, le dicerie stupide e cattive della gente che continuano a creare uno stigma insopportabile.
Avviene qui qualcosa, un giardino, che è simbolo della nostra esistenza. Grigio,morto, con i rosai rampicanti sepolti in un sonno profondo da anni di dimenticanza ,ma qualcosa sottoterra, anche la buona volontà di un essere umano, lavora e mette radici. Nel profondo di noi stessi c’è sempre un germoglio,un seme pronto a rinascere se riuscissimo in qualche modo ad estirpare l’erbaccia dell’orgoglio,del rancore, dell’invidia e dell’odio.. e questo seme,senza erbaccia intorno potrà respirare e far nascere non solo un fiore ma migliaia e migliaia di fiori. E’ quello che succede a Mary ,l’orfana, e Colin anch’esso orfano, ma solo di madre.
Gli occhi di Colin sono quelli di sua madre e in qualche modo, lo spirito amorevole di questa donna accompagna la vita di questi due fanciulli cresciuti senza affetto. Fino a trasformare il giardino morto in un giardino pulsante di vita.
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Il cambiamento di Mary
Mary è una bambina rimasta orfana perchè i suoi genitori sono morti per il colera.
Rimasta sola, viene cresciuta dalla bambinaia e diventa una ragazzina viziata ed insensibile.
Successivamente verrà affidata allo zio che abita in Inghilterra, lì troverà una governante che la tratterà freddamente e le dirà di non crearle problemi.
Con il tempo si ambienterà nella nuova casa e scoprirà molte cose riguardanti la sua famiglia.
Tra i tanti segreti c’è anche un giardino dove anni prima era morta la moglie di suo zio e dal giorno di quel disgraziato evento era stato chiuso ed abbandonato a se stesso.
Un giorno Mary riesce a trovare la chiave e la porta d’entrata di questo giardino e comincerà a curarlo.
Una notte curiosando per la casa, inoltre scopre la stanza di suo cugino che vive lì da anni perché è paralizzato.
Quest’ultimo grazie al prezioso aiuto della cugina riesce a mettersi in piedi e camminare senza problemi.
È un libro pieno di sentimenti profondi che indicano l’importanza dell’amicizia e della speranza.
Inoltre mi è molto piaciuto il cambiamento dei modi di fare di Mary, che da bambina scontrosa e dispettosa che era, diventa gentile e disponibile verso gli altri.