Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
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Harry Potter e il prigioniero di Azkaban è il terzo dei sette episodi della serie di Harry Potter scritta ed ideata da Joanne Kathleen Rowling. Harry, giovane studente della prestigiosa Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, è questa volta alle prese con un famigerato assassino che, evaso dalla terribile prigione di Azkaban, gli sta dando la caccia per ucciderlo. Forse questa volta nemmeno la scuola di magia, nemmeno gli amici più cari potranno aiutarlo, almeno fino a quando si nasconderà tra di loro un traditore.
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Harry contro la depressione
Questo terzo capitolo della saga potteriana è stato il primo libro di "Harry Potter" che ho letto e anche il primo vero romanzo letto in vita mia.
Ricordo bene che mi avvicinai al libro semplicemente perché non ero riuscito a vedere al cinema l'omonimo film del 2004 e quindi, sfruttando un piccolo regalo consistente in una piccola somma di denaro per il mio quattordicesimo compleanno, lo acquistai. Fu un'esperienza molto positiva: il libro mi era piaciuto moltissimo - più di quanto potessi immaginare -, mi aveva rapito, appassionato e la Rowling, indirettamente, mi fece comprendere la bellezza di un libro e la magia della lettura. Rimasi cosi colpito dal testo che, quando finalmente comprai una VHS del film (con aspettative davvero troppo alte, a dire il vero), rimasi letteralmente deluso dall'adattamento cinematografico e non guardai più allo stesso modo i film potteriani successivi.
Sono passati dodici anni da quella lettura e solo oggi, nel 2016, sono riuscito a rileggere "Il Prigioniero di Azkaban"...
Certo, all'epoca non conoscevo assolutamente nulla della trama di questo tomo, la saga era ancora in corso e l'entusiasmo nel scoprire un mondo come la lettura fece il resto. Infatti, rileggere un libro non è come leggerlo la prima volta: si conoscono già gli eventi, le soluzioni e manca quel caratteristico effetto sorpresa il che ruba inevitabilmente un po' di magia. Tuttavia, questo libro rimane piacevole e appassionante e una nuova lettura a distanza di cosi tanto tempo ti fa capire quante cose sono svanite dalla memoria...
In questo terzo anno scopriamo cose interessanti, nuovi personaggi e il mondo magico ideato dalla Rowling allarga i propri confini mentre gli incantesimi e le creature magiche tendono ad aumentare di numero.
Il libro parte a bomba e riesce a donare situazioni nuove (ci sono litigi inediti e un pericolo "azkabiano"), raggiungendo un bel picco verso la parte finale con colpi di scena frizzanti. Senza contare qualche interessante approfondimento su alcuni personaggi e un arricchimento della trama con tanto di una "profezia" che, col senno di poi, si rivelerà tutt'altro che inesatta (e questo mi fa apprezzare il lavoro della Rowling nella macro-trama, niente vien messo per caso...).
Comunque, a parte una certa analogia tra la prigione di Azkaban e quella di Alcatraz (se cosi fosse, l'apprezzo personalmente parlando) e un momento alla "Ritorno al Futuro", ciò che può affascinare e mostrare una certa maturità nei contenuti è la figura dei Dissennatori (quasi i villain del libro). Questi, stando alle parole della Rowling, non sono altro che un'interessante personificazione della depressione e i loro poteri ed effetti negativi una chiara e riuscita metafora di questo malessere. Ma ancor più significativo è il mezzo con cui ci si può difendere da questi esseri, ovvero con un'incantesimo che prende vita e forza dalla nostra felicità (il Patronus). In un certo modo la scrittrice ci dice, implicitamente, che per fuggire dalla depressione (incarnata da pensieri cupi e orribili) si deve pensare a tutte quelle cose che ci hanno reso felici nella nostra vita scacciando in tal modo i cupi pensieri. Trovo in questo una certa affinità con il pensiero di un monaco buddista (Thich Nhat Hanh), secondo il quale coltivare delle immagini positive e concrete ci può difendere dai momenti difficili e negativi della vita al paro di un Patronus.
In conclusione, la terza tappa del cammino di Harry si rivela tutt'altro che scontata, priva di emozioni o monotona e inizia quell'avvicinamento alle atmosfere dei prossimi capitoli.
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Harry Potter e la Camera dei Segreti
Nice to meet you, Sirius..
Sirius black, pluriomicida è scappato da Azkaban, prigione di massima sicurezza, ed è alla ricerca di Harry Potter. Il pericolo è immediato così come la certezza del fatto che pur di trovarlo tenterà di entrare a Hogwarts. Ma da cosa deriva questa incessante ricerca? Perché il galeotto è così interessato al maghetto più famoso della storia della magia? Un nuovo mistero tutto da dipanare è questo, un enigma a cui se ne sommerà un secondo che riuscirà con la sua ambiguità a rendere ancora più apprezzabile questo terzo capitolo della saga.
E’ infatti necessario precisare che questo volume è quello che simbolicamente può essere definito come il “giro di boa” della serie in quanto è da questo che la stessa si sviluppa entrando nel vivo di quelle che saranno le avventure più “succulente” ideate dall’autrice. Ed oltre che ad una sostanziale innovazione dal punto di vista della trama, in detta opera si incrementano anche i personaggi nonché i luoghi descritti. Veniamo a tal proposito a conoscenza della figura dei dissennatori, scopriamo della Giratempo, del Gramo, di Hogsmeade, incontriamo nuovi personaggi quali Lupin e Peter Minus, apprendiamo della tecnica dell’expecto patronum e molto altro ancora.
Quello presentato si dimostra essere un episodio particolarmente avvincente anche grazie allo stile accattivante di cui è imperniato: la Rowling sa catturare il lettore, dando e togliendo, rimescolando le carte al punto giusto, rendendo palpabile la presenza del male oscuro che non è più soltanto un ricordo bensì un dato di fatto, una certezza, talché soltanto in ultima battuta è possibile evincere nel concreto della risoluzione della problematica.
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Gatto, topo e cane
Eccoci arrivati al terzo capitolo di una delle saghe più famose ed amate del mondo.
Non saprei dire quale sia il mio libro preferito della saga, ma di sicuro "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban" entra di prepotenza almeno nel podio.
Ho dato a questa recensione il titolo di un capitolo del romanzo perchè con tre parole, tre animali, ci fa capire a cosa gira attorno questa nuova avventura.
Sembrerà strano crederlo, ma risulta essere più interessante il mistero che si viene a creare mano mano in questo libro che non quello creato appositamente in "Harry Potter e la camera dei segreti".
Il lettore rimane costantemente col fiato sospeso, perchè il pericoloso Sirius Black, pluriomicida, è scappato dalla prigione di massima sicurezza di Azkaban, e cerca Harry Potter. E cerca di entrare a Hogwarts.
Si viene così a conoscere i dissennatori, il Gramo, la giratempo, Lupin (uno dei personaggi più interessanti dell'intera saga), Hogsmeade, l'expecto patronum, Fierobecco...
Più si prosegue la lettura e più sarà difficile distogliere lo sguardo dalle pagine, perchè alla fine di ogni capitolo, alla fine di ogni piccolo passo di Harry e i suoi amici, si verrà a scoprire qualcosa di più, o si creeranno nuove domande, che aumenteranno ancora di più la nostra morbosa voglia di sapere.
Harry Potter e il prigioniero di Azkaban è il primo capitolo che fa veramente proseguire la storia (è vero, nei primi due capitoli ci sono comunque cose molto interessanti e utili per la saga, basti pensare alla spada di Godric Grifondoro o... ma basta, meglio che mi fermi qui prima di svelare qualcosa di troppo), ma solo in questo terzo capitolo i personaggi, le vicende, ci porteranno a conoscere qualcosa in più su tutto il mondo magico.
Gli appassionati della saga si saranno sicuramente accorti che nella lista di nomi che ho fatto prima ne mancano due particolarmente importanti: Sirius Black e Peter Minus.
Nulla in questo libro è come si crede, alla fine tutto sarà diverso da come se lo si aspettava, nuovi eroi, nuovi nemici, nuove minacce, nuove domande e nuove certezze.
Il lettore crederà di sapere....ed entra in gioco la giratempo, e tutto cambierà, tutte le carte saranno rimescolate. La spiegazione finale potrà sembrare quanto mai intricata e difficile da comprendere, ma infine tutto avrà senso.
Ma cosa c'è di veramente innovativo e apprezzabile in questo nuovo capitolo?
Manca Voldemort. L'aura dark già presente nel secondo capitolo sarà sempre più presente a Hogwarts. Ora il male si sente più vicino, l'oscurità sembra più vicina, ma manca proprio il Signore Oscuro.
Proprio per questa novità le vicende si concentreranno su Hogwarts stessa, sullo stesso mondo magico, senza poi avere l'ombra dello scontro finale. Si potrà assistere alle lezioni, interessanti e intriganti, al torneo di Quidditch, appassionante e avvincente, che ci lascerà per pagine intere col fiato sospeso, alle lezioni private con Lupin, alle lezioni con Hagrid e Fierobecco, i dissennatori saranno una novità non indifferente e presente dall'inizio alla fine e altro ancora.
Insomma, questo è senz'altro uno dei libri migliori dell'intera saga.
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Niente è come sembra
Oggi mi accingo a recensire uno dei migliori capitoli della saga di harry potter, ovvero il prigioniero di azkaban. Questo è un libro molto particolare perché Hogwarts perde quella sua luce,spensieratezza che ritroviamo nei primi 2 capitoli; infatti le ambientazioni iniziano a farsi sempre più dark cosa che in futuro contraddistinguerà la saga.
Vorrei soffermarmi sullo stile(come sempre), la Rowling nonostante il terzo capitolo riesce a mantenere una freschezza e ampiezza che in pochi riescono a pareggiare. Qui vengono meno le sue abilità descrittive, qui la Rowling è più una narratrice e che sublime narratrice. Infatti piuttosto che decrivere oggetti la Rowling si focalizza sul raccontare le vicende attorno ad Harry Potter. Tutto ciò é un punto a favore almeno a mio dire.
Altro punto su cui vorrei soffermarmi è la storia. La trama è ben articolata,piena di colpi di scena, ricca di nuovi personaggi.... insomma un mix perfetto. Con questo terzo capitolo Harry Potter perde quel suo aspetto "bambinesco" per passare a trattare temi più maturi quali l'ingiustizia,il razzismo,la lealtà ecc....
Insomma finalmente la saga di Harry Potter fa il definitivo salto di qualità, grazie ad un capitolo ricco di nuovi elementi che faranno impazzire i neofiti e i fam della serie.
Un'ultima analisi la vorrei dedicare ai personaggi, infatti in questo terzo volume entrano in scena personaggi destinati a rimanere nel cuore dei lettori. Una menzione la merita Remus Lupin che a mio dire è la prima figura paterna che Harry si ritrova ad Hogwarts e il che per il nostro eroe è solo un bene. Veramente un libro degno di nota dove vengono anche introdotti nuovi oggetti magici quali la mappa del malandrino..... e poi per non parlare di fierobecco l'ippogrifo. Insomma ci sono tutti gli elementi per una lettura appassionante.
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Harry Potter e il prigioniero di Azkaban.
"Non vado in cerca di guai-disse Harry seccato-. Di solito sono i guai che trovano me."
La storia prende forma e in questo terzo capitolo ci vengono svelati segreti sulla vita del padre di Harry, quando era anche lui uno studente di Hogwarts, un brillante e vivace ragazzo al quale piaceva mettersi nei guai, proprio come accade costantemente a Potter figlio!
Harry Potter non ti annoia mai, leggi con passione le sue avventure, pagina dopo pagina si copre chi sono i buoni e i cattivi, il valore dell'amicizia è al centro di questo capitolo, ma come sempre non manca anche l'inevitabile traditore, un uomo subdolo e viscido, che si nasconde dietro le sembianze di un topo.
Il romanzo assume sempre più i connotati dark, fanno impressione i Dissennatori creature disgustose, cupe e sporche, che esultano della disperazione, svuotano della pace, della speranza e della felicità e ti succhiano l'anima.
La Rowling mi impressiona sempre per la sua fervida fantasia, quanti elementi riesce ad inserire ogni volta in ogni libro, possiede un'immensa capacità di far tornare tutto, ogni pezzo va perfettamente a combaciare nel puzzle, la splendida storia di Harry ogni volta riesce a catturarmi, tutto è avvincente e spettacolare, si arricchisce di nuovi personaggi affascinanti come Sirius Back e il professor Lupin!
"La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi...basta solo ricordarsi di accendere la luce."
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Arriva il gramo
Contiene spoiler.
Dopo i primi due anni a Hogwarts, passati tra misteri e sospetti, per Harry arriva l'anno del terrore.
Eh sì, Sirius Black è fuggito dopo 12 anni nella massima prigione dei maghi, dove scontava la pena per aver ucciso 13 persone. Fin qui non sembra aver a che fare molto con la trama, peccato che, strada facendo, il nostro caro Harry scoprirà che il signor Black sta cercando proprio lui, del quale è stato pure padrino e traditore dei suoi genitori.
Per Harry sarà difficile districarsi in mezzo a dissenatori e fantomatici presagi di morte, fino al colpo di scena finale. Proprio quello che mancava un po' nei primi due libri: un finale inaspettato dove viene scoperto parte del passato di Harry, mescolando diversi personaggi grazie al passato, poichè nel presente sembravano così separati...fino ad ora.
Fantastico questo quartetto dei malandrini dove ciascuno ha la sua personalità e carattere.
Questo è il libro che da una svolta alla trama, con la liberazione non solo di Sirius ma pure di Peter Minus, il vero traditore. Ma questo si vedrà in seguito.
Quello che non mi è piaciuto è l'uso del giratempo. Anzi avrei preferito che non ci fosse affatto: quando si gioca col potere del tempo spesso si rischia di lasciarselo fuggire e quando succede qualcosa tutti a chiedersi, ma perchè non l'hanno usato anche qui? Nel libro si spiega chiaramente che il loro utilizzo è regolato dal ministero che li tiene in custodia. Poi, parere personale, credo che questo potere sul tempo sia limitato come lo sarà stato chi li ha invenati e costruiti.
Comunque son soddisfatto di questo libro che ha dato un svolta alla trama, dando dei chiarimenti, ma ampliando le possibili conseguenze nel prossimo libro.
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Sirus Black
Sicuramente mi ripeterò, anzi, ne sono certa, ma per quanto mi sforzi non riesco a trovare un’altra parola che possa esprimere così bene questo libro… Harry Potter è magia!
Sì, può essere solo “magia” quella sensazione che sa portarti in un altro mondo facendoti vivere entusiasmanti avventure.
Io ero lì quando Harry è salito su Nottetempo e Stan Picchetto gli da il benvenuto. Ed ero lì anche quando Harry ha cavalcato Fierobecco e quando ha avuto lo spiacevole incontro con i Dissennatori.
È stato un piacere incontrare, seppur solo di nome, i “4 malandrini”, Lunastorta, Felpato, Ramoso e Codaliscia (beh, di lui avrei fatto volentieri a meno, ma comunque così è la storia..) e riuscire, grazie alla loro mappa, a sgattaiolare in giro per Hogwarts e dintorni.
Pur non essendoci Voldemort, le vicende sono innegabilmente legate a lui e la domanda, "cosa succederà ancora?" è sempre presente.
Lo stile della Rowling mi lascia sempre senza parole (in senso positivo, eh!), ma soprattutto mi incanta la sua capacità di creare questo mondo magico e tutti i particolari che lo caratterizzano.
Mi sarebbe piaciuto davvero molto imparare gli incantesimi rallegranti che servono sempre, e perché no, anche affrontare un molliccio non sarebbe stato un impresa così difficile (probabilmente si sarebbe trasformato in un ragno come per Ron!!), ma per quanto riguarda i Dissennatori, li lascio volentieri tutti a Harry.
E cosa capiterà ancora il prossimo anno? Non mi resta che continuare a leggere…
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il prigioniero di Azkaban
Dopo tre giorni di assidua lettura fra onde sabbia e nuvole, sono arrivata alla fine anche del terzo volume della saga di Harry Potter.
In questo libro si nota il balzo in avanti della Rowling che ha portato quasi a maturazione la sua scrittura riempiendo il libro di descrizioni e dettagli all'apparenza inutili ma che rendono magica la saga.
A dire la verità, se devo essere un po' pignola ho trovato che la parte finale in cui Hermione usa la GiraTempo sia stata troppo veloce. Nel film hanno dedicato tempo del tempo utile per far capire l'influenza delle azioni nel tempo mentre nel libro è troppo velocizzato.
Non ricordavo tante cose, per esempio che il padre di Harry Potter era un animago e si trasformava in alce che alla fine è il Patronus di Harry.
Questo nel film non viene spiegato (avete presente la mappa del malandrino?).
Ribadisco il mio astio nei confronti del Quidditch che ha un effetto soporifero e che a volte sembra avere la funzione di dover allungare la storia. Scusatemi, ma lo trovo abbastanza inutile e noioso.
A parte questo adoro la Professoressa Cooman, la parte che ha nel libro è molto bella e articolata, divertente e necessaria. Mi dispiace fare sempre confronti con il film ma per esempio la stessa professoressa sembra una deficiente senza arte ne parte, quasi inutile per la parte che fa.
Invece non è così e non è giusto che l'abbiano fatta apparire poco interessante, anche perché ha una parte relativamente importante nella storia....
Ad ogni modo mi è piaciuto, ovviamente il libro vince sul film e qui non ci piove.
Leggetelo!
Vi trasporterà in un mondo magico!
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VENDETTE E PREGIUDIZI
Credevo che rileggere la saga di Harry Potter alla lunga mi avrebbe annoiato, conoscendo a memoria la trama e avendo visto i film un numero infinito di volte. Eppure arrivato al terzo capitolo ho sempre più voglia di andare avanti, per cogliere tutte le sfumature che non ho colto quando ho letto la saga da piccolo, confermando così la mia idea che Harry Potter non è assolutamente rivolto esclusivamente ai bambini e ai ragazzi, possiede dei livelli di lettura percepibili più dagli adulti che dagli adolescenti. Già a partire dalla prima pagina, in cui Harry scrive un tema:
"Perché i roghi di streghe nel Quattordicesimo Secolo furono completamente inutili"
Viene spiegato che le streghe usavano un incantesimo per provare solletico al posto del dolore, e una di queste in particolare si fece mandare al rogo quasi cinquanta volte per riprovare quella piacevole esperienza.
Sono poche righe che fanno sorridere chi legge, ma emerge anche una critica alle superstizioni e alle persecuzioni delle presunte streghe.
Poche righe che trasmettono un senso di biasimo per i pregiudizi, le credenze e le leggende che infestano il mondo di Harry Potter e il nostro. Superstizioni che emergono con l'ingresso del nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, il professor Remus Lupin, affetto da lincantropia, a causa della quale non sarà ben visto ad Hogwarts dai suoi colleghi: dovrà dimettersi una volta venuto a galla il suo segreto, nonostante sia uno dei personaggi più moralmente integri che si incontrano nel corso della saga.
A fianco di Lupin viene fuori Sirius Black, anch'egli un pregiudicato e ingiustamente incarcerato nella prigione di Azkaban. Harry verrà travolto da tutto ciò, mentre è alle prese con la crescita adolescenziale, con l'incapacità di decidere se sia giusto vendicarsi o no della morte dei suoi genitori.
I toni allegri e spensierati del primo e secondo libro iniziano ad affievolirsi, diventando più cupi e drammatici: Harry comincia a vedere il mondo in modo diverso, è più insolente verso l'odiato professore di pozioni e il suo nemico Draco Malfoy, riflette di più sulla sua famiglia e la voglia di vendicare i suoi genitori. La Rowling comunque non abbandona lo stile proposto nei primi due capitoli, non mancano assolutamente scene esilaranti che hanno accompagnato i lettori ne "La pietra filosofale" e " La camera dei segreti", come potere non ridere (e allo stesso tempo riflettere) quando Hermione, più esagerata che mai nello studio in questo libro, nel vedere il molliccio all'esame del professor Lupin rimane pietrificata perché si trasforma nella Mcgranitt che le dice di essere stata bocciata in tutte le materie?
Un altro libro indimenticabile della Rowling, con cui ci mettiamo a confronto con i fantasmi del passato, con cui riflettiamo sul valore del perdono e sugli effetti che provocano il desiderio di vendetta e la paura del diverso.
Darei 5 stelle al libro, ma come ho già spiegato nelle recensioni dei libri precedenti lo stile della Rowling non è perfetto, si possono trovare delle imprecisioni nella trama e qualche punto di vista ballerino, anche se nel terzo capitolo succede di rado. Ma non facciamo assolutamente caso a questi "difetti", sono io che vado sempre a cercare il pelo nell'uovo.
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Piccoli maghi crescono
Il terzo libro della saga di Harry Potter ci ha rapiti letteralmente. Parlo al plurale perchè il principale destinatario della lettura di questi romanzi è mio figlio, quindi la mia opinione è influenzata da quella di un bambino che si affaccia per la prima volta a una lettura così complessa e, nello stesso tempo, meravigliosa per la sua giovane età.
Ciò che ha colpito me è l'evoluzione dei personaggi, Harry era un bambino, ora un adolescente. Il suo carattere comincia a delinearsi, le sue insicurezze a svanire. Affiora in lui un certo orgoglio, dà voce alla sua rabbia. Gonfiare una zia arrogante, tener testa al professor Piton, cercare vendetta e voler primeggiare nello sport sono tutti chiari segnali di crescita.
Che dire poi di Hermione? Ligia alle regole, riflessiva e pacata. La guancia di Draco Malfoy non sarebbe d'accordo con questa descrizione della piccola nata babbana. Lei infatti lo aggredisce e, sempre lei, vìola le regole pur di salvare un innocente.
Ron apparentemente rimane lo stesso, ma iniziano le sue prime scaramuccie con Hermione, inizia ad ammirarla e a tenerle il broncio, a perdonarla e a stuzzicarla.
Devo proprio ammetterlo, la srittrice ha studiato bene il mondo adolescenziale, visto che lo ha rappresentato egregiamente.
Ciò che ha colpito mio figlio è l'ingresso di due figure maschili: Lupin e Sirius Black. I motivi posso solo accennarli, cadrei nella trappola dello spoiler. La prima figura rappresenta una guida, l'ideale di insegnante che ogni bambino vorrebbe avere. Questo dovrebbe farci riflettere. Non serve avere un mantello da super eroe per impressionare un ragazzo, a volte il saper ascoltare, il saper interagire può renderti "super" con vestiti consunti, affascinante con qualche capello grigio, forte senza muscoli in bella vista.
Il secondo personaggio invece è tutto da scoprire. Mi limito a dire che il suo passato, il mistero che lo circonda, l'evolversi degli eventi intorno a lui, lo rendono il personaggio ideale per far si che un romanzo per ragazzi risulti intrigante, ricco di avventura e suspance.
Consiglio "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban" per tutte le ragioni di cui sopra e per tante altre ancora.
Come al solito la Rowling parla ai giovani e come al solito lascia loro un insegnamento: a volte le apparenze possano fuorviarci e spesso è necessario fare un passo indietro e far si che la rabbia non ci domini, solo così potremmo vedere la realtà delle cose, leggere l'animo umano e non commettere errori irreparabili che potrebbero condannare "più di un innocente".
buona lettura