Corri ragazzo, corri Corri ragazzo, corri

Corri ragazzo, corri

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Una fuga senza fine e senza la nozione di un fine chiaro, certo, riposante. Solo per salvarsi la vita a tratti, per prendere respiro. Un bambino di otto anni, fuggito dal ghetto di Varsavia - dove ha visto sua madre sparire in un attimo come per una malefica magia - passa da un gruppo di ragazzi alla macchia, a case di contadini protettivi o malvagi e delatori, a soldati tedeschi spietati o umani; dorme sugli alberi, nelle tombe e, a forza di nasconderlo, arriva a dimenticare di essere ebreo. "Ti ordino di sopravvivere" gli aveva detto il padre prima di venire ucciso. E, per avere la forza di seguire quell'ordine, il ragazzo è costretto a cancellare il ricordo del suo passato, della madre e del paese della sua infanzia, come i continui addii del presente. Dimenticando, Yoram concentra tutta la sua energia nel momento in cui vive, povero, affamato, senza protezione, a un certo punto perfino senza un braccio, che il chirurgo si è rifiutato di curare, riconoscendolo ebreo. Ma la corsa prosegue, e "il bambino biondo senza un braccio" rimane in mente come un'inesausta sfida alla morte. In Israele, dove oggi vive e insegna, Yoram Friedman ha raccontato la sua storia - perché questa è una storia vera - che Uri Orlev ha ascoltato dalla sua voce e scritto con commozione e intensa partecipazione.



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Corri ragazzo, corri 2020-08-31 19:20:58 Chiara77
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Chiara77 Opinione inserita da Chiara77    31 Agosto, 2020
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Devi sopravvivere!

“Jurek sentì lo sguardo dei suoi occhi azzurri fisso su di sé, percepì il suo respiro e udì le sue parole: devi sopravvivere, Jurek. No, non aveva detto Jurek. Ecco, era rimasto in vita, per questo aveva dimenticato il suo nome, i nomi dei fratelli e delle sorelle e perfino il volto di sua madre, inghiottito dalla voragine che si era aperta nel suo cuore quando era scomparsa.”

Uri Orlev scrive la vera storia di Yoram Friedman, che, a otto anni, rimase improvvisamente solo, in un Paese in guerra. Non solo. Il piccolo era anche braccato, come se fosse una bestia feroce e non un inoocuo bambino, dai nazisti. Doveva quindi nascondersi e sopravvivere, a soli otto anni, circondato da distruzione e violenza, da una natura ora protettiva ora pericolosa, da persone pronte ad aiutarlo oppure a tradirlo e sfruttarlo.

Leggendo questo libro si ha proprio la sensazione –consentitemelo, anche se forse sembra banale- che la realtà davvero a volte supera la fantasia e che l’essere umano davvero può essere capace di sprofondare in abissi di cattiveria ma anche di elevarsi su vette di forza di volontà, inventiva, intelligenza, vitalità e dolcezza.

Srulik (questo il nome originario di Yoram), costretto a vivere nel ghetto di Varsavia con i suoi genitori e i quattro fratelli, in un caldo giorno di fine giugno, mentre fruga nell’immondizia in cerca di cibo, si perde: la mamma, che era al suo fianco, un momento dopo non c’è più. Lui non riesce più a ritrovare la stanza del ghetto dove abitavano. Comincia così una lunga, travagliata ed incredibile avventura che lo porterà ad evadere dal ghetto e a rifugiarsi nella foresta Kampinoski e nei villaggi limitrofi, per perseguire un unico e fondamentale obiettivo: sopravvivere. Il percorso da compiere non sarà soltanto di tipo pratico: per sopravvivere Srulik dovrà dimenticare chi era e diventare un altro. Da Srulik diventerà Jurek. Questa trasformazione sarà necessaria per compiere l’incredibile prova che gli è stata richiesta; e per fortuna non rimarrà irreversibile.

Un libro che si legge tutto d’un fiato, un’avventura incredibile che coinvolge la mente, il cuore, il corpo del protagonista e ci lascia sbalorditi nel constatare da quanta incredibile forza, intelligenza e capacità può essere animato un bambino.

Consigliato soprattutto ai ragazzini dagli undici ai tredici anni, può senza dubbio essere letto con soddisfazione anche dagli adulti.

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