Cappuccetto Rosso sangue
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Se Charlie Swan fosse stato un lupo
Se a volte da un libro può essere tratto un buon film, è parecchio difficile ricavare da un film un romanzo anche sia anche solo mediocre. E "Cappuccetto Rosso Sangue " non è un'eccezione a questa regola.
Durante la lettura non si può fare a meno di pensare a questo romanzo come alla sceneggiatura del film, arricchita da qualche descrizione e dalle riflessioni dei personaggi. La vera natura del libro si evidenzia anche nei repentini e frequenti cambi di scena, come pure in alcune sequenze descritte in modo a dir poco frettoloso.
Queste scelte stilistiche fanno quasi pensare che l'autrice abbia scritto di fretta per tenere il passo con il film, dimenticando però che il maggior pregio di una trasposizione cartacea sta proprio nell'avere più tempo per conferire profondità ad alcuni passaggi che un lungometraggio è obbligato a tagliare per la natura stessa dell'opera.
Prima di addentrarci nella trama, voglio segnalare due aspetti molto positivi che ho riscontrato: innanzitutto il contesto fiabesco non rimane circoscritto alla fiaba di Cappuccetto Rosso sulla cui base è stato sviluppato il filone centrale della storia, bensì vengono sparsi come briciole di pane parecchi elementi che riconducono ad esempio alla favola dei Tre Porcellini come pure ai fratelli Grimm, noti per il loro impegno nel riunire in una sola raccolta moltissime fiabe e leggende popolari; in secondo luogo, è davvero peculiare l'uso degli odori e dei profumi nelle descrizioni, benché inizialmente questa venga segnalata come una prerogativa della sola protagonista.
Passando alla trama, l'ho trovata abbastanza lineare ad eccezione di un paio di validi plot-twist, come l'omicidio di Lucy che la sinossi lasciava intendere sarebbe sopravissuta più a lungo, o la rivelazione della moglie di Solomon come lupo mannaro, mentre inizialmente viene da pensare che sia solo una vittima. L'identità del lupo mannaro mi ha invece lasciato l'amaro in bocca, infatti in tutti i capitoli precedenti manca anche solo un minimo indizione sulla sua identità e la soluzione del mistero lascia il lettore un po' perplesso.
Dal momento che il romanzo (quindi il film) è nato sulla scia del successo della saga di Twilight, non potevano mancare poi alcuni fastidiosi stereotipi, come il classico triangolo amoroso oppure l'ottica secondo la quale gli uomini, anche se rivali, riescono comunque a stabilire una tregua in caso di bisogno, mentre le donne (ad eccezione della protagonista possono rientrare solo in tre categorie; amebe, oche o bitches.
Analizzando i personaggi, mi devo dire nuovamente molto delusa dai protagonisti, sui quali l'autrice fa uno scarsissimo lavoro di analisi, rendendone così vaghe le motivazioni e frivoli i sentimenti. Ironicamente, alcuni personaggi secondari o addirittura alcune comparse ottengono più spazio, a dispetto della loro poca importanza ai fini della trama: mi viene subito alla mente il lato tenero (perché?) della vedova Lazar o l'inchiostro sprecato per parlare dei rimorsi di coscienza in Padre Auguste.
Un personaggio secondario che ho invece apprezzato è il piccolo Claude, peccato che negli ultimi capitoli l'autrice lo perda di vista, lasciandoci nel dubbio sul suo salvataggio per merito di Roxanne.
Una riflessione infine sui pensieri di Valerie, la nostra protagonista, che sembra scegliere con cura proprio i momenti più infelici per confidare al lettore che, proprio come Bella Swan, non sa quale ragazzo scegliere.
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Chi traspone chi
Secondo il famoso detto "e' nato prima l'uovo o la gallina?", questo libro dovrebbe essere trasposto nel film (e non viceversa, come è successo in questo caso)!!! Insomma questo libro nasce in realtà durante le riprese del film della regista (da me tanto amata) di Twilight!!! L'autrice si reca sul set del film (lo stesso di Twilight, a Vancouver) e viene invitata dalla Hardwicke a cogliere con la "penna" tutto ciò che nel film sarebbe andato perso! Morale della fabula: il libro è uno young-adult a tutti gli effetti.....e forse l'ho "assaporato" meglio perchè leggevo e avevo davanti agli occhi i volti degli attori che presto vedrò al cinema, i luoghi e la ricostruzione del villaggio vista nei trailer. Ma la cosa non finisce così.....perchè l'ultimo capitolo del libro verrà reso noto solo sul sito della Mondadori (e credo su facebbok) e solo dal 22 Aprile 2011, data di uscita del film nelle sale. Bella trovata davvero.
Ora veniamo al racconto. Qui c'è la storia d'amore tra adolescenti, c'è lei e ci sono due lui chiaramente rivali e ambiguamente misteriosi (ogni riferimento ad un altro film e romanzo è puramente casuale!!!);c'è un lupo mannaro (o licantropo) che miete vittime e c'è una scelta da fare per essere felici. Niente che non sia già stato scritto e riscritto ma, l'idea di trasformare una favola per bambini in un romanzo "urban-fantasy" mi è piaciuta moltissimo. Chissà che nel 2012 a qualcuno non venga l'idea (durante le riprese del film) di trasformare anche Biancaneve in una vampira che lotta contro la strega cattiva che verrà sconfitta da un comunissimo impiegato!
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a lupo a lupo!
non avevo mai sentito di un libro scritto a valle di un film (che tra l'altro ancora non ho visto), ma quando ho letto sulla copertina "terza edizione in un mese" l'ho comprato subito. L'atmosfera favolistica è fortemente presente; dalla descrizione dei personaggi allo stile del libro, mi sembrava di sentire mio nonno che mi raccontava la favoletta di cappuccetto rosso quando ero piccola...il problema è che, rispetto all'originale, in comune c'è ben poco, a parte la mantellina rossa e la presenza del lupo (mannaro!)... per il resto tutto il libro ruota intorno alla paura per questo lupone enorme dallo sguardo magnetico, che infesta il povero sperduto paesino di turno, ma soprattutto dall'isterica curiosità dei personaggi di capire chi si cela dietro le sembianze umane del licantropo, che potrebbe essere chiunque e che, nelle notti di luna piena, va in giro a spargere un bel pò di sangue...
il finale (le ultime 10 pagine), ovviamente, svela l'agognato mistero, che però viene liquidato così, velocemente, con una conclusione tipica da film,ricca di azione e pathos.
Consigliato a chi vuole una lettura leggera, ma non disdegna una buona quantità di terrore e sicuramente per gli amanti del genere sanguinolento.
Per tutti gli altri...scordatevi i lupacchiotti di twilight!
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Che occhi grandi che hai...
Nell'Agosto del 2009 lo sceneggiatore David Laslie Johnson (candidato all'Oscar per Le ali della libertà) sposa l'idea di Leonardo Di Caprio: riscrivere la fiaba di Cappuccetto Rosso. I due poi contattano una scrittrice promettente Sarah Blakley Cartwright e nasce così questo racconto...rosso sangue. Siamo in un paesino sperduto, Daggorhorn, dove i contadini vivono divisi fra la speranza di un buon raccolto e il terrore della luna piena. C'è Valerie un'adolescente ribelle a cui la nonna ha regalato la famosa mantella rossa, sua sorella Lucie alle prese con le bizze di Harry(il figo del villaggio), la madre Suzette e il padre Cesaire,brav'uomo con la schiena sempre piegata sui campi a raccogliere fieno ed infine lui, Peter, un ragazzo bello e misterioso che "fugge"inutilmente l'amore della sensuale Valerie.
A dimenticavo, c'è il Lupo, che scoprirete alla fine se cenerà con il cadavere della tenera nonnina o si sarà fatto furbo e pasteggerà con la bella nipotina.
Un testo per adolescenti, ben scritto, chi ama il genere Twilight, New moon e gli altri romanzi della saga vempiresca non rimarrà deluso, c'è sangue per tutti.
di Luigi De Rosa