Bees. La fortezza delle api
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Un viaggio nel piccolo - grande mondo
"Ciò che non giova all'alveare non giova neppure all'ape".
Questa citazione dell'imperatore romano Marco Aurelio spiega molto bene la società in cui Flora 717, la protagonista di questo romanzo, si ritrova a vivere.
Ogni azione che le sue sorelle compiono (anche le azioni più estreme) hanno un unico obiettivo: il benessere dell'alveare. La legge che le api ripetono ossessivamente è una in particolare:
"accettare, obbedire, servire".
Il romanzo si apre con la nascita di Flora e la fuoriuscita dalla sua celletta. E' proprio la sua nascita che sembra sconvolgere il naturale assetto dell'alveare: nella società delle api non c'è posto per la diversità, non c'è spazio per le anomalie. Flora 717 è diversa: nonostante sia destinata ad essere un'ape operaia della casta più umile (quella delle spazzine) non assomiglia alle sue sorelle. E' molto più grossa, più scura e anche più brutta rispetto le altre api. E' diversa perchè rispetto le altre spazzine è in grado di parlare e quindi mostra una spiccata intelligenza.
Il libro propone al lettore un viaggio nel mondo delle api seguendo la vita di Flora che, da semplice spazzina riuscirà ad affermarsi come bottinatrice, esplorando così il mondo "al di fuori" dell'alveare.
Il racconto è stato presentato come l'unione del capolavoro di Orwell "La fattoria degli animali" e del recente successo editoriale "Hunger Games".
In effetti ci sono all'interno del romanzo alcuni aspetti che ricordano le due opere: gli animali che parlano, la quasi totale assenza dell'uomo, la divisione in caste, l'affermarsi di un singolo gruppo sugli altri membri della società. Ci sono tutte le caratteristiche per un perfetto romanzo distopico, ambientato in un mondo che si presta bene a questa tipologia di racconto.
Flora è la protagonista assoluta del romanzo, un simbolo di cambiamento in una società immutabile governata da rituali e miti antichi.
Sono rimasta immediatamente affascinata dalla copertina del romanzo e ancora di più dalla trama quando ho letto la quarta di copertina. Le api mi hanno sempre ispirato simpatia e lo studio del loro comportamento, della loro società mi ha sempre interessato moltissimo.
Proprio per questo motivo ammetto che, nonostante il romanzo mi sia piaciuto, ne sono rimasta leggermente delusa.
Alcuni passaggi potrebbero apparire oscuri a chi conosce poco del mondo degli insetti sociali.
Per esempio sembra che l'autrice dia per scontato che il lettore conosca "la danza delle api", i movimenti in volo che le bottinatrici utilizzano per informare esattamente le altre api della posizione dei fiori, del polline, del nettare e di sorgenti d'acqua. Inoltre ci sono alcuni termini tecnici che possono mettere in difficoltà il lettore.
L'autrice si è documentata molto prima di scrivere questo romanzo e ciò lo apprezzo davvero tanto.
L'alveare viene descritto nei minimi particolari, così come la vita delle api. L'autrice non si lascia sfuggire nessun dettaglio, descrivendo magistralmente il carattere di ogni singolo personaggio: la devozione delle api, la spavalderia dei fuchi, la maliziosità delle vespe...
Dopo aver letto questo romanzo sono ancora più affascinata da questo piccolo/grande mondo.
Quindi, che dire se non "buona lettura"? :)
"La folla si voltò e l'attenzione di tutte quante le sacerdotesse della Salvia si concentrò su di lei mentre si faceva avanti. Le sorelle arretrarono intimorite. Flora aprì le antenne e provò un'ondata di sollievo. Solo la Regina può figliare: era questa la verità e nel riconoscerla si sentì di nuovo unita alle sue sorelle. Per loro avrebbe volentieri dato la vita e nella morte avrebbe riscattato il proprio onore."
Indicazioni utili
Nonostante sia considerato un libro per ragazzi, lo consiglio anche agli adulti.
Per quanto riguarda i ragazzi, penso che l'età consigliata sia dai 16 anni in su.