Un incantevole imprevisto
Editore
Marianne Kavanagh vive a Londra ed è giornalista per importanti magazine e giornali inglesi. Scrive, tra gli altri, per Marie Claire, The Telegraph e The Guardian. Un incantevole imprevisto è il suo romanzo d'esordio.
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 1
Un incantevole imprevisto di Marianne Kavanagh
…Eppure sono fatti l’una per l’altro, solo che non si conoscono ancora. Sono anime gemelle, ma ancora non lo sanno e non riescono mai a incontrarsi, a dispetto di innumerevoli occasioni, che vengono loro offerte dalla vita. Così trascorrono svariati anni, nei quali ciascuno vive la propria vita, fino al momento in cui, finalmente si incontrano e non c’è bisogno di nessuna parola, di nessun gesto: basta uno sguardo!
Detto così, sembrerebbe il più meraviglioso dei romanzi d’amore mai letti e, con un pizzico di sensualità, potrebbe essere il non plus ultra.
Dicono sia un vero fenomeno internazionale, uno dei romanzi più attesi dell’anno. Io di fenomenale non ho trovato nulla. E’ un romanzo d’amore carino, ma niente di più: completamente privo di sensualità e di passione (ingredienti fondamentali, secondo me, in questo genere di romanzi).
Carino il messaggio: “Non è mai troppo tardi per essere felici” e “ bisogna essere coraggiosi per cambiare direzione”, da prendere in considerazione come consigli di vita.
Presente il concetto classico di fato come “ciò che è detto” (dalla divinità), che lo vede come qualcosa di irrevocabile, al quale è difficile – se non impossibile – sottrarsi. Più tardi, nell’epoca romana, il concetto d fato viene quasi sostituito dal destino, che però è visto come qualcosa che può essere cambiato, visto che l’uomo è artefice del proprio destino (“faber est sua quisque fortunae”).
Tess e George, in questo romanzo, sembra siano due anime gemelle destinate a incontrarsi e stare insieme. Solo che, per problemi della vita, non riescono mai a farlo, pur pensando entrambi di essere destinati l’uno all’altra (se fosse stato veramente così e avessero avuto del sangue vero a scorrere nelle loro vene, avrebbero fato di tutto per incontrarsi, almeno una volta). Invece si lasciano trasportare dalla corrente per anni, finché il loro incrociarsi non diviene inevitabile. Qui, finalmente, capiscono di essere destinati e agiscono di conseguenza.
Bah… secondo me, volendo raccontare una storia dove il destino, o meglio il fato hanno la parte da protagonista, avrei scelto due personaggi un po’ più vivi e decisi… non cosi passivi.
Comunque vi lascio alla lettura del romanzo, per decidere voi stessi cosa pensate a riguardo.