Un'estate magica
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Lento ma piacevole
“Un’estate magica” di Corina Bomann è un romanzo ambientato ai giorni nostri in Germania, nel Mecleburgo, non lontano da Berlino. Larissa è una donna che ha sofferto e si è quindi da dodici anni ritirata in se stessa, in un piccolo villaggio, dove si occupa della sua fattoria e di dipingere a livello artigianale scarpe da sposa. A un certo punto arriva da lei la nipote ventenne, Wiebke, che ha lasciato il ragazzo e non ha passato un importante esame all’Università, per cui ha deciso di prendersi un periodo di riflessione dalla zia che non vedeva da tanto tempo. C’è una sorta di ostilità tra le due inizialmente, poiché fanno fatica ad aprirsi l’una con l’altra, la nipote sulla sua recente crisi, la zia sul suo passato. Non solo, ma Wiebke manifesterà ostilità inizialmente anche verso un ragazzo del villaggio, molto carino, che le capita ben due volte tra i piedi, anche se poi la ragazza di città si ammorbidirà verso il ragazzo di campagna... L’ho trovato lento nella narrazione, ma la trama è interessante e i dialoghi scorrevoli. Alla rilettura l’ho apprezzato di più, per come affronta con delicatezza i temi dei rapporti famigliari, difficili o in via di costruzione, e il tema dell’amore, a vent’anni, per la nipote, come scoperta di questo sentimento, con una persona e una relazione finalmente di spessore, e come riscoperta, per la zia, dopo un passato doloroso. È il secondo libro che leggo di quest’autrice, dopo “Il giardino al chiaro di luna”.