Un'estate di perdizione
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Un'estate da dimenticare
Chiunque sia la nota scrittrice inglese che si nasconde dietro questo pseudonimo forse era agli inizi della sua carriera perché è un romanzo senza una storia ma piena di scene di sesso giusto per riempire le pagine (mi meraviglio che non abbia inserito anche un ménage à trois).
Va bene, si tratta di un romanzo erotico ma sinceramente rispetto ad altri titoli simili che ho letto, questo è quello più deludente.
All'inizio sembra sia Anna la protagonista del romanzo (il principale punto di vista) poi con il procedere della lettura il punto di vista si sposta anche su Miranda (l'amica e collega di lavoro di Anna). Anna è inglese e frequenta un uomo da 6 anni, per scoprire se effettivamente è la persona con cui vorrà passare il resto della sua vita, decide di accettare un incarico come archeologa a Creta per due mesi.
Le buone premesse, secondo me, c'erano ma l'autrice non è riuscita a svilupparle, a cominciare dalla caratterizzazione delle due donne (sinceramente sembravano più delle adolescenti in vacanza che archeologhe. Una che si strugge per l'uomo che ha lasciato in patria e l'altra perennemente in fregola). Personaggi bidimensionali e ai quali è difficile affezionarsi.
Anche il lavoro dell'archeologo (mi aspettavo che questo aspetto fosse preso più seriamente) è stato usato solo per riempire.
Solo nelle ultime pagine sembrano essere nati dei grandi amori, peccato non si capisca come sia successo (dove è finita l'angoscia di Anna divisa tra l'amore di due uomini e stesso discorso vale anche per Miranda).
Anche delle descrizioni che riguardano Creta viene svelato ben poco eppure è una location affascinante (altra occasione sprecata per rendere il romanzo migliore).
Un romanzo con un livello di sensualità alto ma che lascia davvero poco.
Indicazioni utili
Miraggio di sesso tra pescatori greci
Della serie: mi aspettavo fragole e champagne, e mi son ritrovata un brodino di pollo, confortante per carità, ma solo se sei reduce da un febbrone e ti devi forzatamente riposare.
Eppure la quarta di copertina con promesse di “torride estati greche” e fantasie di seduzione sembrava così stuzzicante…..
Tra Anna e Justin, fidanzati da anni, le cose ultimamente vanno lisce come carta vetrata, e lei – per crescere e capire finalmente stessa (!) – se ne va due mesi a Creta a scavare buche e recuperare vasi minoici.
Tutto parte bene: Creta sembra bellissima, il capo-archeologo è un tipo maturo ma intrigante, c’è un collega greco dal fascino epico, la collega Miranda è una bonazza con il corpo da pin-up ed è pronta a farsi chiunque purché respiri, e pure i pescatori del villaggio si fanno avanti assatanati al grido di –Arrivano le straniere!
Con queste premesse, una si frega le mani e si prepara comoda in poltrona…e invece, tazzona di brodino caldo….La storia è simpatica e ha alcuni episodi davvero esilaranti, tipo l’arrivo delle due allegre inglesi alla taverna o la gita in barca con i pescatori (dove la Nave delle Porche, la dice tutta!!), ma è al dunque, su quelle “fantasie” di seduzione, che la narrazione è debole: ho trovato le scene d’amore ghiacciate, plastificate, con la ripetizione degli stessi gesti da manuale e prive di un briciolo di spontaneità (tanto che le più audaci sono quelle dove Anna sogna e geme dormendo…appunto: nella realtà tanta calma piatta).
E poi ci dovrebbe essere questo grande amore che scopriamo solo sulle ultime pagine, e di cui lei non si è mai accorta prima (neppure io, a dire il vero, e infatti sono tornata indietro per vedere se mi ero persa qualche capitolo).
Alla fine non si capisce come un “dio greco” come Vangelis possa sentirsi anche solo lontanamente attratto da una come Anna, che ha il carisma di una cotoletta impanata.
Oserei dire che il titolo italiano è abbastanza ingannevole. Molto meglio l’originale “Sunkissed”: anche se è uscito in pieno inverno, consiglierei questo romanzo come leggera lettura estiva, sotto l’ombrellone.