Sette anni senza di te
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Un Thriller sublime...
Nikki Nikovski è una giovane madre, artista bohèmienne dall’anima libera e capace con un solo sguardo di ammaliare tutti gli uomini. Sebastian Larabee, serio e impeccabile, è un illustre liutaio, proprietario della bottega di riparazione e fabbricazione di strumenti antichi più prestigiosa di New York. All’apparenza sembra non abbiano nulla in comune, eppure qualcosa, anzi, qualcuno li unisce. Camille e jeremy, due gemelli nati dalla loro ,ormai lontana, storia d’amore. Vengono riuniti in una circostanza tragica, la scomparsa misteriosa del figlio quindicenne li porta a doversi buttare in un’avventura a prova di destino. I minuti sono contati. Settantadue ore di paura e di tragedia. Riusciranno a lasciarsi alle spalle i rancori del passato per il bene della loro famiglia? I misteri sono dietro l’angolo. O per la precisione, in 3 angoli diversi del mondo. New York, Parigi e Rio de Janeiro. Tre culture diverse ma unite da qualcosa di spaventoso.
Non mi dilungherò molto, anche perché sarebbe già pienamente descritto con una sola parola: Splendido. Io sono di parte, lo ammetto, adoro Musso e ogni suo libro. Quando acquisto qualcosa di questo scrittore so già di poter andare sul sicuro. Per un mio gusto personale questo libro ha tutti gli ingredienti che occorrono per la riuscita di una buona storia. Giallo? C’è. Thriller? C’è. Storia d’amore? C’è. Mi basterebbe questo per farmelo piacere, ma Musso ha qualcosa in più, riesce a infilare ovunque il colpo di scena, ciò che ti lascia a bocca aperta. Ambientazioni descritte alla perfezione in appena due righe, e lo stesso per quanto riguarda le descrizioni dei personaggi, sia fisicamente che caratterialmente, riesce a farteli immaginare a suo piacimento. Seguo ogni suo libro come fosse un film nella mia mente, è scritto talmente bene da lasciarmi stupita. Penso di aver detto tutto. Mi ha lasciata molto soddisfatta e, se posso dare un consiglio, direi di non soffermarsi sulle sensazioni che ti da la prima parte del romanzo, che inizialmente mi aveva lasciata un po’ sbigottita, proseguendo però tutte le tessere del puzzle si incastreranno ed ogni cosa avrà senso, ed il finale sarà mozzafiato, è assicurato!
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Il dolore della separazione
Un romanzo dedicato alle incompatibilità, quasi a risolvere il dilemma degli opposti che si attraggono. Rispondendo alla domanda: possono due perone molto diverse tra di loro amarsi, nonostante la differenza di carattere e di estrazione sociale?
Lui, Sebastian, è il classico eroe di Musso. Vive in un appartamento esclusivo, con “pareti tappezzate di quadri degli anni venti firmati Marc Chagall, Tamara de Lempicka e Georges Braque”. Nella zona nobile della Grande Mela: “La casa dei Larabee sorgeva tra Madison Avenue e Park Avenue, all’altezza della Settantaquattresima …”
Separato da sette anni da Nikki, da lei ha avuto due gemelli. Secondo gli accordi conflittuali della separazione, Sebastian vive con la figlia Camille, mentre il gemello Jeremy vive con la madre.
Ha un atteggiamento protettivo ai limiti dell’ossessione verso l’adorata figlia (“Sei mesi prima aveva installato nel computer di sua figlia un keylogger, una spia informatica …”), che frequenta un liceo “che arruolava le allieve tra la gioventù dorata newyorchese”.
“Una figlia intelligente, sveglia e diligente che brillava a scuola e forse era all’inizio di una grande carriera di violinista”.
Sebastian è “liutaio famoso, amava la solitudine e tendeva sempre più a chiudersi nella sua bottega … con la musica come unica compagna, costruiva e cesellava i suoi strumenti…”
Per il figlio ha un atteggiamento di disinteresse: troppo simile a sua madre.
“Camille e Jeremy erano gemelli eterozigoti. Benché nati lo stesso giorno, era difficile trovare in loro una somiglianza. Camille era una Larabee sputata e Jeremy un Nikoski”.
Nikki è completamente diversa: “Vivace, estroversa e passionale, sapeva come attrarre e affascinare per raggiungere i suoi scopi, ma viveva nell’eccesso”.
“Nikki si era stabilita con Jeremy a ovest di South Brooklyn, nel quartiere di Red Hook, l’ex roccaforte dei portuali e delle mafia”.
Poi però Jeremy sparisce inspiegabilmente e Nikki contatta l’ex marito. Insieme partono sulle tracce dello scomparso e ne segue una girandola d’avventure.
Sotto le ceneri della trama, cova un sentimento ancora vivo: “I soli momenti importanti della vita sono quelli di cui ci ricordiamo”.
Perché tra Nikki e Sebastian c’è “il solo amore, il vero amore, l’amore esplosivo. Quello che ci dà tutto per poi riprendersi tutto. Quello che illumina una vita per poi distruggerla per sempre”.
E perché “quando ami veramente qualcuno, nessuna fortezza è inespugnabile”.
Come sempre, Musso sferra la sua zampata finale. Lasciando interdetto il lettore. A chiedersi se tutta la storia sia soltanto pura allegoria per esprimere il dolore della separazione. Tra due coniugi che divorziano. Tra la madre e i figli, nel parto. Tra due gemelli al momento della nascita. Tra due figli al momento della separazione dei genitori. Perché “tra due persone, anche se intimamente unite, è sempre aperto un abisso che solo l’amore può superare, e anch’esso solo con una passerella d’emergenza” (Hermann Hesse). La citazione è di Musso, e non di …
… Bruno Elpis
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Altro non posso dire.
TIC TAC TIC TAC..........
“La vita li ha separati…..il pericolo li riunirà”
“Sette anni senza di te” dell’autore francese Guillaume Musso, editore Sperling&Kupfer, è un thriller romantico, anche se vi si trovano tutti gli elementi di un thriller classico, la scomparsa di un ragazzo, trafficanti di droga, inseguimenti, morti ammazzati e indizi da scoprire e seguire.
La lettura è molto scorrevole, la trama inizialmente è semplice ma poi andando avanti si infittisce e si complica sempre di più, fino alla conclusione finale. I capitoli sono corti e invogliano a continuare la lettura, alcuni sono dei "Flashback", raccontano avvenimenti che precedono il punto raggiunto dalla storia.
Gli inseguimenti sono rocamboleschi, in stile americano. La caccia agli indizi viene paragonata da l’autore stesso, allo stile “Dan Brown” ma rimane comunque una ricerca curiosa. La storia nasce a New York , si sposta a Parigi fino ad arrivare a Rio de Janeiro. Le varie località sono ben descritte, si immaginano facilmente i luoghi, sembra di “sentire” gli odori e “vedere” le persone.
I personaggi sono ben caratterizzati. Una particolarità di questo autore è che i personaggi sono messi molto bene in evidenza, la storia gira intorno a loro, e sono sempre molto caratteristici. Succede anche in questo romanzo, la cui trama ruota attorno a una coppia divorziata, Sebastian, un liutaio molto tranquillo, ricco, che deve sempre avere tutto sotto controllo, e Nikki, l’ex moglie, un’artista esuberante, bellissima, insicura e per alcuni aspetti sopra le righe. Sebastian vive con la figlia Camille, una ragazza serena e colta, Nikki invece vive con il figlio Jeremy, anche lui sognatore, molto simile alla madre , e che aspira a fare il regista. A causa della scomparsa di Jeremy, Sebastian e Nikki dopo sette anni si ritroveranno insieme alla ricerca del figlio…..una corsa contro il tempo!!!!
La scrittura è semplice e visuale. L’ autore riesce a far vivere i personaggi in tutti i loro stati d’animo e a trasmettere con le parole le loro ansie, la paura, la forza di continuare, l’amore e odio che regna tra i due genitori. Ho trovato interessanti le parti in cui gli eventi sono visti con gli occhi dei due adolescenti coi genitori separati, si capisce cosa provano e come reagiscono ad una separazione. Il libro obbliga il lettore a riflettere e a porsi tante domande.
In definitiva non è il Guillaume Musso di tutti gli altri libri ma rimane sempre una lettura piacevole e non banale.
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Corsa contro il tempo
Premetto che adoro questo autore, le sue idee originali, i suoi salti nel tempo, le sue storie surreali. Però in questo ultimo suo romanzo ha secondo me perso un pò di smalto. Si butta in un genere, giallo-thriller, che non è nelle sue corde e non ne esce vincitore. Racconta 72 ore di corsa contro il tempo da parte di Sebastian e Nikki, uniti dal forte vincolo di proteggere il figlio anche se, ormai separati da 7 anni, non sanno parlarsi in altro modo che litigando e scambiandosi battute mordaci. Sono 72 ore di inquietudine, angoscia, esaltazione, in cui comunque ritrovano l'amore esplosivo che li aveva uniti, quello che ci dà tutto, per poi riprendersi tutto. Il libro è un pò arraffazzonato, un pò confusionario, un pò fuori linea rispetto allo stile di Musso. Speriamo che faccia un passo indietro.
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Delusione, cocente delusione
Adoro Guillame Musso, ho letto tutti i suoi libri ed attendo sempre con ansia le nuove uscite con la devozione tipica del tossico. non è che non mi renda conto dei suoi limiti letterari: ne sono semplicemente dipendente.
Eppure questo libro, che mi sono fatta comperare in formato cartaceo dal mio compagno, mi ha deluso sin da subito.
Prima di tutto dalla copertina: chi l'ha disegnata? Un ragazzino di seconda media all'ora di educazione tecnica? Diciamo che non ha... respiro internazionale, via.
Poi la storia. Per tutte le pagine del libro ho atteso un palpito, un colpo di scena, un qualcosa di metafisico, di alienante. Un colpo di scena alla Musso, per intenderci. E invece nulla, mi sembrava di leggere la sceneggiatura di quei film thriller tedeschi che una volta Raidue mandava il sabato sera: tremendo.
I personaggi poi? Surreali in senso negativo, però.
Caro Guillame, hai fatto un buco nell'acqua.
Ma io ti amo lo stesso, però.