Quando tutto cambia
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Recensione della Redazione QLibri
Vale & Slate
Premetto sin da subito che se cercate un libro da spiaggia e da estate e/o un romanzo rosa, semplice, con una trama abbastanza lineare ma prevedibile e non particolarmente impegnativo, “Quando tutto cambia” di Abbi Glines fa al caso vostro, se cercate altro o siete avvezzi a letteratura diversa, non è proprio il genere di elaborato che vi soddisferà.
Vale e Crawford si conoscono sin da quando sono bambini e con il tempo la loro amicizia è diventata qualcosa di ben più profondo, si è cioè trasformata in amore. La sera del diploma, la tragedia. Un incidente stradale e per i due protagonisti la vita cambia interamente perché mentre la ragazza esce illesa dal sinistro, il giovane resta, al contrario, gravemente ferito: a distanza di cinque settimane da questo egli è ancora in stato comatoso. Ogni mattina lei si reca all’ospedale dove per il resto della giornata, con orari suddivisi con il proprio fratello Knox e i genitori del malato, cerca di solleticare la sua attività celebrale con letture e stimoli di vario genere. È qui che, una mattina come tante incontra Slate Allen, iscritto ala Kappa Sigma con Knox e con cui inizia una scambio di battute e flirt che li porterà ad avvicinarsi. L’inizio di questa routine e altri fattori esterni poteranno l’adolescente a capire che deve andare avanti, che deve andare al college a cui già è iscritta (e a cui sono iscritti anche Knox e Slate), e che deve prendere decisioni in via autonoma. Fino a questo momento, infatti, si rende conto, ha sempre preso decisioni che accontentassero Crawford, perfino nella scelta della facoltà universitaria non è stata da meno. Soltanto adesso che ne ha preso le distanze per circostanze di forza maggiore ha aperto gli occhi. Sostiene di essersi comportata da egoista, di non aver pensato alla sua famiglia e al suo futuro, talché, decide di riprenderne in mano le redini. Giunta nella nuova realtà non fatica a fare nuove conoscenze ma tutti diffidano dalla sua presunta amicizia con Slate perché nessuna persona di sesso femminile è sua amica, lui ha una reputazione chiara da difendere. Eppure, lei non è come le altre, e lui non è come tutti pensano. Vale riesce a vedere oltre il suo aspetto e la sua fama, lui resta sorpreso dalla purezza e genuinità di questa donna che gli è entrata dentro. E proprio quando la loro storia inizia a prendere forma, ecco che il sogno giunge al termine e sopraggiunge il risveglio… Eh sì, perché in realtà in coma non era Crawford bensì Vale che si renderà però ben presto conto di quanto il suo idilliaco divenire con il fidanzato storico sia un ricordo lontano, di quanto non voglia più questo idilliaco divenire, di quanto l’esperienza della malattia l’abbia cambiata e di come abbia bisogno di altro nella sua vita. Non solo. Ha il ricordo di una sensazione diversa, di un amore forte, passionale, vivo. Ma quando può averlo provato? Perché ha la costante sensazione che nella sua esistenza manchi qualcosa e qualcuno? Perché ha come l’impressione che con Slate ci sia un filo invisibile che li lega? Come può pensare questo e sognare di lui se per oltre un mese non è stata cosciente?
A prescindere dalla trama che può o meno piacere – e sulla quale mi sono dilungata per esprimere quanto segue – la prima impressione che sovviene nella mente del lettore, è quella di trovarsi di fronte a due romanzi “incollati” tra loro: dal momento in cui si scopre che è Vale ad essere stata in coma, si ritrovano molteplici dei personaggi che avevamo conosciuto nella prima parte ma con un ruolo completamente diverso. I protagonisti mutano radicalmente, basti pensare a Slate che da bello e dannato si ritrova a essere bello, dannato ma anche sensibilissimo e pronto a una relazione seria. Ma come, viene da pensare, ma non era colui che si dava al sesso libero, a relazioni ovunque e con chiunque e che non voleva storie serie?
Tutto questo per dire che, per dare un colpo di scena all’opera, la scrittrice ne ha completamente mutato l’essenza tanto che non si riconosce più quel che si era letto e si presume di trovarsi di fronte a un testo diverso da quello che avevamo preso in mano. È come se la Glines prima avesse intessuto una trama, poi si fosse resa conto che era troppo scontata, troppo simile a romanzi sul genere di “After” e via dicendo, e abbia ritenuto necessario mutare quel che aveva sino ad ora costruito. Il problema è che così facendo ha snaturato quelli che erano i suoi protagonisti non considerando, ancora, che avrebbe così disorientato il pubblico e che, di fatto, per sorprendere il conoscitore, sarebbe bastato molto meno.
Dal punto di vista stilistico l’opera si presenta caratterizzata da un linguaggio poco erudito, basico e caratterizzato da un uso diffuso del passato remoto.
In conclusione, piacevole, di facile lettura, con le sue pecche. Adatto a chi cerca un qualcosa con cui evadere e a chi ama il rosa.
Indicazioni utili
- sì
- no