Quando mio marito lava i piatti...
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Gioie e dolori del matrimonio
Kerri, specie umana, sesso femminile, epoca XXI° secolo, capacità.... che lo sia o meno DEVE FARE TUTTO! Donna, moglie, mamma sugli anta, descrive in modo superbamente ironico la realtà dei giorni nostri che vede la donna alle prese con le esigenze di un marito e dei figli che nel corso dei millenni non sono cambiate, ma rimangono sempre quelle. Anche se la donna non è più relegata in casa (ma per accudire tre figli lo deve fare, infatti lavora part time da Internet), anche se l'uomo non brontola se non trova le camicie stirate, o la casa tirata a lucido (semplicemente lei non ce la fa e a questo punto non se ne preoccupa), resta il fatto che il marito quando viene a casa si siede, non l'aiuta con i bambini e se lo fa, si sa che c'è un'aspettativa da parte sua. Mentre si rende conto che il tempo a disposizione per se stessa non esiste più, il suo corpo cambia trasformato dalle gravidanze e avrebbe bisogno di seguire dieta e ginnastiche, le sue esigenze si ridimensionano al punto tale che le basterebbe evere il tempo solo per una lunga e soddisfacente dormita! Questo libro l'ho trovato bellissimo nella sua semplicità, proprio perchè in modo divertente mette in luce aspetti della vita matrimoniale e della maternità di cui nessuno ha il coraggio di parlare ad alta voce. I momenti in cui ti fermi a pensare che il matrimonio non lo immaginavi così, ma lo è , la maternità non la immaginavi così, ma lo è e dietro l'immagine romantica e patinata delle nostre fantasie giovanili o proposte dai film e dalle pubblicità si cela tanta stanchezza, sacrifio e a volte anche rabbia per una vita a 100 all'ora dove nessuno si preoccupa di chiederti se hai bisogno di fermarti, perchà altrimenti la loro vita si fermerebbe con te. Il tutto raccontato in modo ironico perchè nonostante tutto lei ama la sua famiglia, profondamente, al punto da riderci su sulle loro spesso egoistiche ed esigenti richieste ad una moglie e mamma che vorrebbe qualche volta poter essere semplicemente donna.
Indicazioni utili
Lacrime di coccodrillo
Uno vede questo libro e pensa "Sarà divertente", ma vi dico subito che no, non fa assolutamente ridere. Anzi, a dirla tutta fa piangere, sbuffare e arrabbiare.
Il contenuto è semplice quanto banale: una donna parla della sua vita come madre, moglie e casalinga. Ma lo fa in un modo semplicemente odioso, cioè lamentandosi e frignando raggiungendo livelli paragonabili ai concorrenti del "Grande fratello" seduti nella stanza rossa.
Riassumo in poche parole tutta la "trama":
- 50% = lamentele e piagnistei su quanto alla protagonista diano da fare figli, marito e lavoro
- 50% = elenchi, liste e classifiche di frasi tipicamente casalinghe pronunciate dalla Sackville
Insomma, un vero e proprio pienone di luoghi comuni e banalità che rasentano l'isteria, trattando gli uomini come macchinette prive di emozioni che pensano solo a copulare e i bambini come dei rompiscatole seminatori di sporcizia.
E poi è terribilmente ripetitivo: la Sackville non fa altro che dire per tutto il tempo "Voglio dormire, non voglio fare sesso, mi fanno tutti disperare, non voglio far questo, non voglio far quello, mio marito russa, mio marito non mi lascia dormire, mio marito si schiarisce rumorosamente la gola"....
Ma io mi domando: perchè ti sei sposata? Perchè hai voluto dei figli? Perchè non ti separi? Perchè tutto questo se poi ti lamenti fino all'esaurimento nervoso?
Bisogna dirlo: questo libro fa venir voglia alle donne nubili di restare tali, a quelle sposate di divorziare, a quelle incinte di abortire e a quelle che hanno figli di abbandonarli in un orfanotrofio!
Infonde una profonda sfiducia e un pessimismo cosmico!
Un'altra cosa che mi ha infastidito è stato il modo in cui la Sackville chiama i suoi famigliari: il marito "l'Architetto", i figli "la Creaturina, l'Ometto"... Intento comico? Volontà di non violare la privacy? Fatto sta che questa scelta mi ha suscitato una profonda tristezza, quasi come se l'autrice trattasse i propri parenti come animali parassiti, come anonimi rifiuti di cui sbarazzarsi.
Sconsiglio con tutta me stessa questo obbrobrio; non è divertente, non è coinvolgente, non è scritto bene... Fa solo venire voglia di deprimersi!