Narrativa straniera Letteratura rosa Ps. Non dimenticare Parigi
 

Ps. Non dimenticare Parigi Ps. Non dimenticare Parigi

Ps. Non dimenticare Parigi

Letteratura straniera

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Jack Cooper è uno scrittore americano abituato al successo, nella carriera così come nella vita privata: i suoi romanzi gli hanno regalato notorietà in tutto il mondo e uno stuolo di ammiratrici adoranti. Ma arrivato a cinquant'anni, alle soglie di un secondo divorzio e all'inizio dell'ennesimo libro, si ritrova in piena crisi, di mezz'età e di ispirazione. Eve Petworth è una donna inglese dalla vita semplice e silenziosa. Un giorno, terminato un romanzo, Eve decide d'istinto di scrivere all'autore per complimentarsi con lui. È l'inizio di una corrispondenza affiatata che, partendo da scambi di consigli culinari, si apre ben presto a confidenze profonde e sincere. E allora perché non annullare la distanza e darsi un vero appuntamento? Magari nella città più famosa per gli incontri del destino.



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Ps. Non dimenticare Parigi 2015-01-03 14:57:37 GLICINE
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GLICINE Opinione inserita da GLICINE    03 Gennaio, 2015
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TIEPIDO ED INSIPIDO

Una storia breve (235 pagine), non particolarmente originale, in quanto il tema centrale, riferito alla corrispondenza tra l’autore di libri Jack Cooper, e la lettrice Eve Petworth, richiama a brevi letture precedenti (es: le ho mai parlato del vento del Nord) , che hanno in qualche modo sdoganato, la nascita di rapporti sentimentali esclusivamente “virtuali”.
La corrispondenza ahimè, non occupa gran parte del libro, facendo partecipe il lettore dell’evoluzione sentimentale del rapporto. Brevi e sporadiche lettere o e-mail, coronano lo scambio tra Jack ed Eve, lasciando me come lettrice, totalmente insoddisfatta, in merito alla nascita di un sentimento profondo e sincero tra i due. Anzi ,la storia si articola su binari paralleli, narrando quanto sia insoddisfacente, per ragioni differenti, la vita di entrambi i protagonisti.
Altro “filone” molto di moda oggi è quello riferito alla cucina. Motivo principale dello scambio epistolare tra i due, si può riassumere in un vicendevole passaggio di ricette, sia della tradizione familiare, che del luogo di appartenenza territoriale.
L’incontro accennato a Parigi, mi viene da dire, solo una chimera. Come sempre il titolo in italiano è un vero e proprio “flop”. Il titolo originale è “That part was true”, che tradotto letteralmente significa “che parte era vero”, non ha nessun attinenza con ciò che è stato scelto per l’Italia.
L’unica nota di originalità è data dalle ultime pagine…. Una parte subito precedente al finale, lascia il lettore con una punta di delusione, parzialmente cancellata da finale vero e proprio, che lascia percepire un futuro…
Non aggiungo altro alla trama….
L’autrice ha già scritto libri di saggistica oltre che reportage ed articoli vari, questo è il primo romanzo. Lo stile è semplice e scorrevole, altrettanto i dialoghi ed il lineare dipanarsi della storia. Non si sbadiglia leggendo la storia di Eve e Jack, ma , a mio parere, non se ne rimane per nulla stregati. Un romanzo che al termine della lettura si dimentica in fretta, qualche ricetta degna di nota nelle pagine finali, forse da ricopiare, ma nulla di più… I personaggi rimangono racchiusi tra le pagine, il cuore non sobbalza, la mente non galoppa alla ricerca di possibili evoluzioni della storia.

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