Mille luci sulla Senna
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Una commedia romantica in perfetto stile Barreau
«Ma le cose non finiscono mai davvero, cambiano e basta. Ecco perché le dico di essere ottimista e di guardare sempre avanti.»
Joséphine Beauregars, trentuno anni, ama il suo lavoro di traduttrice anche se questo, certamente, non le offre grandi e laute entrate. Eppure è il lavoro che più ama, che più la soddisfa e per cui ha studiato. Ha dato l’esclusiva del suo operato a una piccola casa editrice specializzata in traduzioni scandinave e in particolar modo finlandesi, la Editions Lassalle, ed è tutto sommato tranquilla perché ha firmato per una serie di contratti che le garantiscono lavoro almeno sino all’anno successivo. È considerata la “pecora nera” della famiglia, rispetto alle sorelle ella è infatti una semplice interprete di parole, nulla a che vedere con la sorella avvocatessa nello studio del padre e con l’altra medico. Entrambe sposate, Eugénie, professionista sanitario coniugata con un chirurgo plastico, e Pauline, laureata e in legge e abilitata all’esercizio della professione forense, sono i gioielli di famiglia con la loro eleganza e quel futuro che sembra aspettare solo loro tra denaro e soddisfazioni.
Seppur in famiglia questo non sia noto, Joséphine ha una relazione con un uomo, Luc, impegnato al Ministero per lavoro, sposato e con figli. L’uomo manifesta la volontà di lasciare la moglie ma nel concreto mantiene i piedi in due staffe. La vita della giovane è ad ogni modo serena, è una sognatrice ma è anche ingenua. La realtà le si infrange contro quando riceve due lettere. Nella prima viene ad apprendere dal titolare della casa editrice che la stessa sta per chiudere i battenti per fallimento: ogni contratto è annullato, ogni certezza economica è venuta meno. Cosa fare adesso? I suoi genitori hanno sempre, almeno la madre, denigrato il suo presunto impiego e lei potrà resistere al massimo due mesi senza entrate. Che fare? Cosa trovare? Ha sbagliato a dare l’esclusiva alla casa editrice, ma si sentiva a casa, in una comfort zone che non la induceva ad andarsene o ad ampliare gli orizzonti, anzi. Ecco però che apre la seconda lettera proveniente da un notaio. Questo la informa che lo zio Albert, a sua volta considerato un mentecatto in famiglia e con il vizio del bere, è passato a miglior vita nominandola erede unica della sua houseboat. Sembra un colpo di fortuna inaspettato! Potrà venderla, si dice, e ricavare del denaro. Ma si sa, la vita è sempre pronta a destare degli strani colpi di scena, e sarà così anche questa volta. Perché anche se la houseboat è parcheggiata proprio nella Senna e lei l’ha sempre avuta sotto gli occhi, non è priva di inquilino. La Princesse de la Loire è infatti abitata da Maxime Laforet che ne rivendica i propri diritti.
Da qui nascerà una commedia degli equivoci in perfetto stile Nicolas Barreau. La narrazione è rapida, veloce, fluida. È avvalorata altresì da espressioni tipicamente francesi che ne avvalorano il contenuto e al tempo stesso non manca di far sorridere il lettore. Sia chiaro, si tratta della canonica commedia degli equivoci con tanto di cliché e trama intuibile, ivi compreso l’epilogo, ma nel complesso è una lettura gradevole soprattutto per cuori sognatori e per chi cerca uno scritto con cui evadere. Non può essere definito il miglior scritto di Barreau ma si propone con interesse al lettore curioso e amante delle commedie romantiche.