La ragazza dell'ultimo banco
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LA RAGAZZA DELL'ULTIMO BANCO
La vita al liceo non è mai semplice, per nessuno.
A maggior ragione se sei circondata da persone un po’ ottuse che ti definiscono “immigrata” o “mezzosangue”.
La sola fortuna della protagonista sembra sia essere la bellezza, che la innalza al rango delle ragazze popolari,ricevendo la medaglia di bronzo in bellezza.
Anika Dragomir è il nome di una ragazza che è in tutto e per tutto una di noi. Non ti fa credere di dover aspirare ad ideali irraggiungibili o di avere quel qualcosa che ti manca per raggiungere la perfezione da lei incarnata meravigliosamente, anzi, lei ti parla apertamente della sua vita un po’ imperfetta e del suo mondo per niente idilliaco. Ha diversi fratelli e sorelle, un padre che punta solo a vederla realizzata pretendendo da lei tutte A e un patrigno che pensa solo a mangiare e che più volte definisce “orco”.
Nonostante tutto, però, ha una mamma unica, di quelle che,benché abbiano scelto e commesso degli errori, sono sempre le migliori. Come in ogni romanzo rosa che si rispetti non c’è solo lei : il nostro lui si chiama Logan ed è il ragazzo che fa sognare.
Al di là dell’aspetto estetico, chi non vorrebbe un ragazzo che ti sorprende e ti bacia all’improvviso, che ti ritrae meravigliosamente, che riempie un aula di farfalle solo per te e che ammette di amarti alla follia? È saggio, poetico e incredibilmente inteso.
L’unico inconveniente di tutta la vicenda sono le dannate apparenze, perché Logan non è sempre stato il ragazzo incredibilmente bello e affascinante. All’inizio era decisamente nerd e sovrappeso e ,grazie a una determinazione nota solo a chi combatte, cambia radicalmente.
Il susseguirsi di vicende che riguardano Anika toccano
inevitabilmente anche Logan, che si scopre non avere affatto la famiglia perfetta. Il finale giunge a sorpresa denso di significato e, sebbene sia totalmente privo di connessioni logiche e prevedibili, risulta il più possibile tristemente reale.
È un libro che risulta decisamente schietto, sincero e tagliente grazie alle battute sagaci di Anika e ritrae realisticamente una vasta porzione di adolescenti moderni.
Non ti racconta frottole, non ti indora la pillola e ti tiene la manina nella speranza che tu ti riprenda, racconta i fatti nudi e crudi e descrive apertamente un ritratto sociale ampiamente diffuso nelle scuole superiori, dove puoi essere definito “sfigato”, facente parte dell’ anonima mischia o del gruppo dei popolari cattivi e senza scrupoli.
Quello che però spicca nelle ultime pagine, ed è un messaggio che è essenziale comprendere, è che bisogna imparare a lasciar perdere le critiche di chi non ha di meglio da fare che distruggere la vita degli altri e passar oltre per definire ciò che sei e quanto vali,indipendentemente dalle convenzioni o dagli agi.
Anika si fa vedere per quello che è, sa perfettamente di esser fatta di “stufato di ragni”(come lei stessa dice) ed è perfettamente consapevole di commettere come tutti degli errori ed essere soggetta al suo stesso rimorso di coscienza; non è profondamente cattiva, non è insensibile e inverosimilmente vuota come ci si aspetta da una ragazza popolare di 15 anni, non è stupida, fissata solo con l’aspetto estetico e incentrata sullo shopping compulsavo per sopperire a dei bisogni affettivi (In poche parole non è una sociopatica), piuttosto la definirei umana, sensibile e altruista. Lei non vede niente di buono in sé,perché purtroppo non è sempre facile accorgersi degli aspetti positivi, noi lettori però lo vediamo. Cresce all’interno del libro, capisce davvero i suoi errori e cerca di porvi in qualche modo rimedio. Al più grosso errore non può porre
rimedio, anche se però ci lascia nelle ultime pagine con la consapevolezza che qualcosa in lei è cambiato per sempre.
Questo libro l’ho sentito vero, ho percepito in ogni singola pagina l’autenticità della scrittrice nel raccontare dei fatti che forse le sono accaduti (lo fa intendere nella dedica iniziale ) e che magari ha elaborato e un po’ mascherato. Nonostante tutto quando lo leggi non resti immune dal chiederti se tutto ciò che fai è giusto e rifletti con la consapevolezza e capacità legata alla tua età e al tuo trascorso.
Proprio perché un libro deve entrarti dentro e segnarti devo dire che per me è promosso.
Mi è piaciuto, nonostante non si profili come un romanzo totalmente felice fino all’ultima pagina.
Non ti lascia totalmente l’amaro in bocca, per quanto la storia non finisca propriamente con “ e vissero tutti felici e contenti”.
Voto finale? 4,3 su 5