La ragazza che hai lasciato
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Recensione della Redazione QLibri
la DONNA che Edouard ha lasciato
Ci troviamo nella Francia del 1910 quando Sophie, innamorata del pittore Edouard Lefèvre, posa per lui facendosi ritrarre spensierata e sicura, in un tempo che non ha ancora conosciuto paura e devastazione. È rilassata, in dipinto lascia trasparire un’ audacia che Sophie, anche negli anni più bui non ha mai perso. Quel quadrò è l’unica cosa che tiene aggrappata la donna agli anni in cui era ancora felice, prima che suo marito si arruolasse e dovesse partire per il fronte, durante la prima guerra mondiale. Lo guarda ora, e si ricorda la donna che era e la determinazione che emanava. Tra il bancone del locale “Coq Rouge” e le feroci chiacchiere dei compaesani, incattiviti dalla guerra, la donna cerca di farsi forza, di andare avanti con la speranza di poter incontrare il suo amato Edouard e poter ricongiungere la sua famiglia. Il suo ristorante diventa la meta più ambita dai soldati Tedeschi, cosicché sia Sophie che sua sorella Helene si troveranno a dover cucinare per loro. Il quadro di Edouard suscita subito approvazione da parte del comandante delle truppe nemiche, finchè Sophie, disperata, si troverà a dover chiedere aiuto proprio al più pericoloso degli uomini, dopo aver saputo che suo marito è in pericolo di vita.
Nella Londra del 2010, Liv è una donna provata dalla prematura morte del marito, mentre Paul lavora per una società che si occupa del ritrovamento di opere d’arte trafugate durante la guerra. I due, all’inizio della loro relazione si accorgono di essere uniti da molto più di un passeggero sentimento, sono infatti uniti da qualcosa di più grande… e prezioso. Un inestimabile quadro di valore, in cui appare una donna caparbia e determinata. Ancora in grado, cent’anni dopo, di cambiare le vite altrui con estrema facilità.
“La ragazza che hai lasciato”, come descrivere questo romanzo?Una storia d’amore?
Si, e molto di più.. una storia di passione, un amore sofferto, e profondamente vero, un amore che ha conosciuto il distacco forzato e costante di due cuori profondamente uniti. Mi è piaciuto molto, inizialmente ero un po’ scettica. Io, come ho scritto nella recensione del libro “Finchè le stelle saranno in cielo” mi trovo sempre in difficoltà a leggere dei libri che trattino l’olocausto, la guerra e che parlino di fame e paura. Non riesco a leggere di questi argomenti senza farmi venire le lacrime agli occhi e un nodo alla gola. Questo libro però, è riuscito a prendermi, a farmi affezionare ai personaggi (senza nessuna esclusione) e a non lasciarmi l’amaro in bocca. Questo libro riesce ad emozionare in pochissime parole, basta un accenno alla storia d’amore tra Sophie ed Edouard e alla loro distanza per portare il lettore ad immedesimarsi nella protagonista, lasciando scendere liberamente le lacrime. Chi non vorrebbe vivere una storia d’amore così? Con un pittore che vive alla giornata e ti fa sentire la più preziosa tra le opere d’arte? La più pregiata, la più inestimabile.. trovarsi a bere del vino tra le vie Parigine, circondati dai più grandi pittori, vivendo semplicemente così, senza obblighi? Questa vita era perfetta per Sophie, finchè la guerra non si è portata lontano il suo unico amore. Come reagiremmo noi? Cosa sappiamo in realtà della vera tristezza, quando viviamo con i nostri cari, protetti e al sicuro? Fa riflettere, però mantenendo la leggerezza tipica di un libro da sfogliare sotto all’ombrellone. Se l’ho apprezzato? Questo è certo. Ho letto questo libro in quattro giorni, dopo settimane in cui, causa lavoro, ho potuto ritagliare ben poco tempo per me stessa. Cercavo un libro leggero, e mi sono buttata su questo accantonando lo scetticismo iniziale. E ha funzionato! Sono rimasta esterrefatta dalla Francia dei primi anni del 1.900, mi si è aperto un mondo che non avevo mai preso particolarmente in considerazione. Tendiamo a collocare i campi di sterminio e le deportazioni di massa solo dal 1941 in poi, non sapendo che però, accadeva anche in Francia, durante l’occupazione tedesca della prima guerra mondiale. Giusto un paio di cose non mi hanno lasciata del tutto soddisfatta; Ho sperato fino all’ultimo capitolo di sapere come e quando è stata ritratta Sophie, a cosa era dovuto il suo sguardo risoluto mentre veniva ritratta.. ma questo, rimarrà un mistero. Ho anche trovato un po’ noiosa la parte legata alla contesa legale dell’opera alla fine del romanzo. Avrei apprezzato di più se fosse stato effettuato qualche “taglio”, la storia in sé filava bene, anche l’idea dalla sfida tra le parti mi sembra azzeccata, ma troppo lunga e ripetitiva. Per concludere posso dire di sentirmi arricchita da questo romanzo, “La ragazza che hai lasciato” ha lasciato in me una giusta dose d’amore e di speranza, immaginando Sophie ed Edouard a bere vino tra le vie francesi, abbracciati e felici.
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e' solo un quadro?
Quello che sembrava un semplice romanzetto rosa si è rivelato essere molto di più, ed in questo sta proprio il merito della Moyes ovvero di rendere originali e accattivanti trame che altrimenti sembrerebbero già trite e ritrite.
In questo caso seguiamo in parallelo la vita di Liv, londinese dei giorni nostri, purtroppo giovane vedova di un marito amatissimo e Sophie, ragazza della campagna francese che ai primi del Novecento si trasferisce a Parigi dove si innamora di un pittore talentuoso. Cosa le accomuna? Un quadro, più precisamente un ritratto di Sophie fatto dal suo amato marito pittore e che molti anni dopo viene regalato a Liv proprio da suo marito che lo ha regolarmente acquistato. Nel romanzo seguiamo in parallelo le loro storie: Sophie, uno spezzato molto toccante relativo all'occupazione tedesca in Francia durante la Prima Guerra Mondiale (episodio meno noto rispetto alla Seconda), vediamo Sophie barcamenarsi col dover sopportare di avere i tedeschi nel suo albergo e la mancanza del marito tanto che sarebbe disposta a tutto pur di rivederlo, ma al momento non gli resta altro che il ritratto che le ha fatto. Dall'altra invece c'è Liv, che ancora vive in standby dopo la morte del marito e quando sembra che un nuovo amore possa fare finalmente breccia nel suo cuore, ecco che le capita tra capo e collo una pessima notizia: gli eredi del pittore hanno scoperto che lei è in possesso del quadro e lo richiedono indietro. Nonostante tutte le norme internazionali sui beni requisiti dai tedeschi durante la guerra depongano a favore degli eredi, Liv non vuole cedere e inizia un'aspra battaglia legale: d'altronde questo dipinto è tutto ciò che le resta del marito, lei si immedesima così tanto in quella ragazza che è disposta a tutto pur di non separarsene.
Liv e Sophie per certi versi si somigliano, seppur vivano in due epoche diverse entrambe non si fermano di fronte a niente, nonostante tutti diano loro contro, vanno avanti per la loro strada e lo fanno perché in fondo al loro cuore sanno che è la cosa giusta da fare e hanno fiducia nel prossimo.
Lo stile è scorrevole e molto dolce come sempre con la Moyes, inoltre gli spunti che offre sono molto interessanti, vale sicuramente la lettura.
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Due donne e un dipinto
Catturato per sempre, grazie ad uno splendido dipinto, c’è lo sguardo di sfida, orgoglioso e appagato di Sophie. Durante il primo conflitto mondiale, nella Francia occupata dai tedeschi, questo dipinto rappresenta per Sophie un monito per non dimenticare la ragazza che era stata prima di conoscere gli orrori della guerra e soprattutto prima che l’amato marito, e autore dell’opera in questione, partisse per il fronte.
Quasi cento anni dopo, di fronte allo stesso dipinto, si trova Liv. Anche lei ha un legame particolare con questo quadro, anche lei ha perso il marito e anche lei, proprio come Sophie, pensa di non poter ritornare più ad essere appagata come la ragazza ritratta nel dipinto.
Sophie e Liv proiettano e racchiudono la felicità e l’amore che riempivano la loro vita in questo quadro, che quindi acquista per loro un valore immenso.
Il quadro, in possesso di Liv, viene reclamato dai discendenti del pittore, che sperano di ricavarci denaro, dato il successo post mortem dell’autore. Liv dovrà quindi legittimarsi come proprietaria dell’opera e per farlo ripercorrerà la storia del dipinto attraverso la vita straordinaria di Sophie, che le insegnerà il coraggio di andare avanti anche quando tutto sembra perduto.
Una storia appassionante, che dimostra come il desiderio di rimanere legati al passato spesso fa perdere di vista il presente e tutto quello che ha da offrire.
Numerosi sono i colpi di scena che rendono la lettura coinvolgente e piacevole, anche se alcune coincidenze della trama sembrano un po’ forzate. Il lettore viene catapultato attraverso le epoche, pur con uno stile narrativo sempre scorrevole. Ho apprezzato la descrizione dei personaggi e la linea indefinibile fra bene e male che li caratterizza. Il finale è senza dubbio toccante.
Luna di miele a Parigi e La ragazza che hai lascia
"Ciò che è fatto non può essere disfatto."
In questo libro della Moyes troviamo due storie di donne che intrecceranno le loro vite a causa di un quadro: La ragazza che hai lasciato.
Sophie è una donna forte e appassionata, innamorata del suo Eduard Lefevre, un pittore che ama ritrarla nei suoi splendidi quadri, tutto cambia allo scoppio della Prima guerra mondiale, lui viene chiamato alle armi e lei trova ospitalità da sua sorella Helene, insieme mandano avanti tra mille difficoltà l'osteria di famiglia le Coque Rouge. Sophie non smetterà mai di lottare: contro la fame, le malattie e gli odiati tedeschi, non perderà mai la speranza di poter un giorno riabbracciare il suo amato Eduard ed il quadro appeso alla parete ogni giorno le darà la forza per andare avanti.
"Non ho mai conosciuto la vera felicità finché non ho incontrato te."
Liv è una ragazza che vive ai giorni nostri, ha perso suo marito David, improvvisamente per un infarto e tutto il suo mondo si è infranto, tutto cambia quando incontra casualmente Paul, ma niente sarà facile, tra di loro si frapporrà il quadro La ragazza che hai lasciato, che suo marito le aveva regalato durante la loro luna di miele, da apatica, svogliata e triste, diventerà ostinata, cocciuta e determinata, lotterà per quello che è suo, affronterà tutto e tutti, ma soprattutto tornerà a vivere.
Toccante e bella è la storia di Sophie, che ci porta a rivivere i terribili giorni della Prima guerra mondiale, mentre ho trovato noiosa e pesante la parte che riguarda la vita di Liv, la Moyes ha trascinato troppo la storia sul possesso del quadro e sulla sua restituzione.
"Talvolta la vita è una serie di ostacoli, lo sforzo di mettere un piede davanti all'altro. Altre volte, Liv capisce d'un tratto, è semplicemente una questione di fede cieca."
E' un libro con un finale scontato, a tratti banale e troppo mieloso. La Moyes con questo libro ha fatto un passo indietro rispetto allo splendido Io prima di te!
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La ragazza che hai lasciato
Un quadro, il ritratto di una donna dai capelli rossi, dal viso disteso e dallo sguardo compiaciuto, felice, quasi di sfida verso le brutture del mondo che di lì a poco dovrà affrontare, e due donne legate indissolubilmente alla stessa sorte. Rischiano di perderlo e con lui quello che rappresenta ossia la consapevolezza che la rivelata soddisfazione nel volto della donna può scaturire solo da un matrimonio esemplare. Sophie e Liv vivono la fascinazione per quel ritratto a quasi cento anni di distanza l’una dall’altra ma la determinazione e le affinità elettive sono le stesse. Entrambe lo elevano a rappresentazione pura dell’amore.
Benché le intenzioni di Jojo Moyes non siano quelle di creare un romanzo storico, riesce attraverso il racconto minuzioso delle sofferenti vicende di Sophie a evocare gli orrori e il dolore che solo la guerra può arrecare mentre sarà l’ostinazione di Liv, il suo attaccamento al quadro e alla ragazza che vi è ritratta a sottolinearne le assurdità. Liv ricostruisce la storia del quadro e quella di Sophie, rivive con lei le tragedie che l’hanno accompagnata e trae la forza necessaria per superare il suo dolore.
Jojo Moyes è tenerissima, il suo stile delicato e allo stesso tempo scrupoloso fa emergere con estrema chiarezza le emozioni dei personaggi. Miscela tutti gli elementi che ha a disposizione ed evade dal semplice romanzo rosa e ne fa qualcosa di molto prezioso.
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Fino alla fine del mondo
Al secondo romanzo (tralasciando il divertissement "Luna di miele a Parigi", un racconto che introduce i personaggio di questo secondo romanzo) Jojo Moyes diventa per me un dolce piacere! Una di quelle autrici che regalano emozioni attraverso le loro pagine e di cui mi riprometto di leggere ogni parola che scriverà in futuro.
Come nel caso del precedente romanzo "Io prima di te", inizio la lettura pensando di avere tra le mani uno sdolcinato romanzetto rosa da quattro soldi e invece mi ritrovo con un libro leggero, sì, ma che tratta grandi tematiche, nel primo caso era l'eutanasia, in questo l'occupazione tedesca in Francia durante la Prima Guerra Mondiale e la questione della restituzione delle opere d'arte trafugate durante la seconda guerra mondiale. Il tutto trattato con tale maestria e leggerezza da far divorare le pagine, far correre la mente ai protagonisti anche mentre il libro è chiuso ed emozionare fino alle lacrime.
Qui la storia ruota attorno a due protagoniste che vivono in epoche diverse. La prima è Sophie, giovane ragazza francese dei primi del '900, sposata con il pittore Edouard Lefevre, costretta a separarsi da lui a causa della guerra e a vivere in un paesino stretto dalla fame e dalle privazioni dell'occupazione tedesca.
La seconda è Liv, una donna del nostro tempo, vedova dell'architetto David Halston, che lotta contro il dolore per la perdita del marito e il desiderio di tornare a vivere la propria vita.
Ciò che le lega è un dipinto di Edouard che ritrae Sophie in tutta la sfrontatezza della giovinezza e che è finito in modo fortuito nelle mani di Liv.
Le vite delle due protagoniste, seppur divise da un secolo, sono ovviamente destinate ad incrociarsi.
Il libro appassiona, emoziona, commuove.
Se proprio dobbiamo trovare un difetto si può senza ombra di dubbio dire che la prima parte, interamente dedicata a Sophie, è di sicuro la più bella e accurata, non solo per la presenza della protagonista che ha una forza vitale da rimanere impressa nella mente, ma soprattuto per l'accurata ricostruzione storica di un periodo un po' dimenticato.
La parte dedicata a Liv è più lieve, ha più il sapore del classico chick-lit e la seconda protagonista tende ad impallidire e venir fagocitata ogni volta che Sophie fa la sua ricomparsa in scena.
Ad ogni modo è un gran bel romanzo nel caso si voglia riflettere attraverso una lettura ed uno stile leggeri.
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il dipinto perduto
Siamo in un paesino del Nord della Francia agli inizi del Novecento, corre l'anno 1914.Gli uomini sono al fronte affossati nelle trincee e chissà se torneranno vivi.
A casa sono rimaste le donne, i vecchi e i bambini. Inoltre il paese di confine è stato occupato dai Tedeschi che hanno ridotto alla fame la popolazione.
Sophie Lefèvre con la sorella Hèléne gestiscono l'unico albergo esistente,
"Le Coq Rouge", aiutate dai loro figli. I Tedeschi decidono di fare dell'albergo
la loro mensa. Il Kommandant del reggimento prende in simpatia le due donne, che invece sono restie
a qualunque contatto che non vada oltre il lavoro. Potrebbero essere accusate
di collaborazionismo a guerra finita (se mai dovesse finire la carneficina) e non vogliono
perchè per i crucchi nutrono lo stesso dispezzo del resto degli abitanti, anche se per amore dei figli devono accettare le loro proposte di diventare cuoche del reggimento. Sophie possiede nell'abergo un quadro "La ragazza che hai lasciato", è il suo ritratto. Edouard, suo marito, pittore allievo di Matisse, lo realizzò quando, giovanissimi, si conobbero a Parigi. Il Kommandant si rivelerà anche un esperto
d'arte, quando la povera donna verrà a sapere che il marito è in pericolo di vita nelle mani dei crucchi,
cede al ricatto dell'ufficiale, gli offre il suo prezioso quadro, poi per circostanze
misteriose la stessa donna sparirà. Avrà raggiunto il marito? Sarà stata uccisa dai "partigiani"?
Londra 2010, Liv la vedova di un noto architetto incontra per caso un amico, Pual, esperto
d'arte e "cacciatore di opere d'arte trafugate". In casa della donna Pual scoprirà un quadro
"La ragazza che hai lasciato", come diavolo sarà finito a Londra?
Un romanzo che appassiona e intriga perchè quando pensi di aver capito e risolto gli enigmi
e i misteri che lo animano, ti accorgi che sei appena all'inizio.