La melodia del vento
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Ellen Block ha studiato Letteratura all'University of Michigan negli Stati Uniti, dove ha ottenuto due premi per la narrativa, l'Hopwood Prize e lHaugh Prize. Ha seguito lo Iowa Writers Workshop e si è specializzata poi in Inghilterra presso l'University of East Anglias Fiction Writing Program. Ha debuttato con una raccolta di racconti inediti in Italia, Destination Known, con cui ha vinto il Drue Heinz Literary Prize, e ha al suo attivo altri due romanzi, The Grave of Gods Daughter e The Lightning Rule. Vive a Los Angeles.
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Aria di vacanza
Seguito di "Parole sulla sabbia". Stile molto morbido, si legge velocemente, facilmente, volentieri, sembra di ascoltare un racconto ed è una lettura tipicamente estiva. Racconta il proseguo dell'avventura di questa donna che, per superare un trauma che le ha inflitto la vita, si rifugia su un'isola e vive dentro il faro caratteristico di questo luogo. Ed è proprio qui, dove c'è più natura che gente, che impara a riapprezzare la vita. In questo libro, anche se il suo personaggio è intrinsecamente connesso alla solitudine, si apre un pò di più al mondo, complice la stagione che rende in questo periodo l'isola frequentata da turisti. Riemergono tratti fondamentali, ovvero che questa donna sembra vivere come se fosse anestetizzata, un pò fuori dal mondo, perchè nel mondo reale dappertutto c'è qualcosa che la costringe a lottare contro i propri ricordi, mentre quando è da sola, giù al faro, questo non succede. I libri sono il suo meccanismo di difesa; lei, che in qualità di lessicografa, li ama ancora forse più di me, ritrova se stessa leggendo e da questo punto di vista adoro questo personaggio. La storia è meno significativa di quella del primo romanzo, più semplice, più evanescente. Ma come lettura estiva si può consigliare. A patto che l'autrice risalga la china...
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LA FENICE
Ho acquistato questo libro dopo aver letto “parole sulla sabbia”, romanzo che ho giudicato favorevolmente.
Ritrovo Abigail Harker dove l’avevo lasciata, ossia, nel faro di Chapel Isle; sono passati mesi da quando è giunta sull’isola, dopo la tragedia che l’ha lasciata senza figlioletto e marito. In tutto questo tempo, la protagonista si è chiusa in sé stessa, isolandosi dal mondo,non ha coltivato i nuovi rapporti di amicizia instaurati al suo arrivo, non si è occupata di curarsi, di cibarsi regolarmente, non ha lavorato, si è semplicemente “lasciata vivere”, per riuscire a non morire di dolore (concedetemi il gioco di parole).
Ecco; la sensazione che mi ha colpita poco dopo l’inizio del libro e, che mi ha accompagnata per buona parte della lettura, è un vero e proprio senso di claustrofobia; sono stata avvolta da questo dolore, non gridato a gran voce , ma che trasuda e traspare da ogni azione o stato di apatia di Abigail, il tutto descritto fin nei minimi particolari;( brava l’autrice!) mi sono ritrovata a girare per le strade dell’isola, a vivere questo territorio così circoscritto come una prigione, ad accompagnare passo,passo la protagonista nel percorso difficile,ed inizialmente inconsapevole di rinascita.
E’ arrivata l’estate a Chapel Isle, e, con l’estate una frotta di turisti, un caldo torrido, ed inoltre, vengono rispolverate vecchie leggende riguardanti il naufragio di una nave che pare avesse a bordo un vero tesoro; guarda caso, le indicazioni e indizi che possono permettere di stabilirne l’esatta ubicazione, sembra siano nascosti nel faro dove risiede Abigail…
Mi piace la NORMALITA’ che caratterizza lo scritto, a partire dalla protagonista, che non è un’eroina dalle strabilianti doti intellettive, fisiche o emotive,è una persona come tante, lo stesso si può affermare per gli abitanti dell’isola: l’affittuaria, donna molto abile come affarista, che cerca sempre di ottenere il massimo, con il minimo sforzo (personale soprattutto), manipolatrice e avara, che però ama perdersi nelle letture dei classici romanzetti rosa “stile Harmony”; il ragazzotto, un pochino ingenuo, buono d’animo, non brillantissimo come intelletto, che però stupisce per il suo altruismo, l’uomo vissuto, taciturno e rude, che vive di pesca,che ha un cuore tenero etc.
Lascio al lettore il piacere di seguire Abigail, la sua storia, la sua forza, la sua rinascita.
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La caparbia guardiana del faro
Avete presente le palle con la neve, quelle con al centro un soggetto o un monumento della città appena visitata? Dopo aver chiuso il libro è la prima immagine che mi è passata nella mente. Un vecchio faro e sugli scogli sottostanti, sferzata dalla vorticosa "neve" appena agitata, una esile figuretta che resiste agli scossoni della vita. Così mi appare la lessicografa Abigail Harker già conosciuta ne Le parole sulla sabbia, dopo il suo primo inverno sull'isola che è diventata il suo rifugio al dolore. Abbiamo conosciuto i granitici abitanti dell'isola che sanno tutto di tutti in tempo reale, abbiamo conosciuto lo speciale abitante del faro che tiene compagnia ad Abigail e lo scontroso Nathan, pescatore e tuttofare dal passato un pò misterioso. Ma ora è arrivata l'estate e con la bella stagione, l'isola riprende la vita turistica un pò chiassosa. Abigail non è più abituata alla vita in mezzo alla "folla" e così si ritrova, come gli altri abitanti, a dover sopportare la maleducazione e l'invadenza dei turisti e di qualcuno che sta cercando una nave affondata da più di un secolo, che potrebbe celare un tesoro. Tra una serie di improvvisate riparazioni a domicilio e qualche improbabile caccia al contrabbandiere, Abigail si renderà conto di essere diventata, non solo la nuova guardiana del faro, ma anche una verace isolana, dimostrando un'innato spirito di squadra e un coraggio ammirevole davanti al pericolo di rimanere vittima del cercatore di tesori. Una donna in fuga dal passato che decide spontaneamente di isolarsi dal resto del mondo per ritrovare se stessa. E se invece scoprisse una donna completamente diversa da quella che pensava di essere? Se quell'isola e i suoi originali abitanti l'avessero cambiata? Da straniera a isolana a pieno titolo, come il vento col suo incessante lavoro edifica e distrugge la spiaggia, così Abigail rivedrà il suo modo di percepire ciò che le sta intorno.... e forse le darà la chiave per riaprire il suo cuore.
Abigail è una ragazza che conquista chiunque le stia intorno con la sua semplicità e vulnerabilità , compreso il lettore. Un romanzo leggero e romantico che intrattiene con semplicità e un pizzico di imprevedibilità.