La figlia del matematico
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L'amore..direi che è più che sufficiente
Un incantevole esempio che dimostra come spesso quello che facciamo per una vita, convinte che sia l'unica strada giusta per noi,..può essere spazzato via da imprevisti davvero forvianti.
Cosa possono avere in comune due persone completamente diverse come Christian Langland, duca di Jervaulx e la quacchera Archimedea Timms, detta Maddy? Semplice la matematica!
Lui, duca spregiudicato e debito al lusso ed agli eccessi, è un appassionato di matematica; lei, quacchera devota al vivere semplice, è figlia di un celebre matematico cieco.
Si incontrano perchè il duca sta collaborando con il padre di lei ad una serie di equazione.
Christian, dongiovanni, viene colto dal marito di una sua amante e sfidato in duello da cui ne uscirà indenne fisicamente ma non mentalmente... da molti considerato addirittura morto, il duca farà perdere le sue tracce misteriosamente.
Maddy, insieme al padre, si trasferisce in una casa di cura per matti gestita dal cugino di lei e durante un giro di conoscenza dei pazienti,si ritrova davanti il duca, legato e considerato alla stregua di una bestia, praticamente muto, violento e incapace di intendere.
Maddy, pensa che Dio l'abbia fatta arrivare lì per aiutare il duca e da qui partirà la loro nuova "conoscenza" anche perchè il duca sembra reagire solo a lei.
I miglioramenti però non scoraggiano i cognati di Christian che lo vogliono in manicomio per poter mettere le mani sui suoi soldi. Riuscirà la TataMaddy a salvare il suo "paziente"?
Un libro piacevole, in cui la forza dell'amore è rappresentata in molte sfaccettature. Mondi diversi, che si possono unire se l'amore è più che sufficiente.
Una delle frasi che mi ha più colpito è:
"una stella che potevo solo guardare e ammirare, tu hai percepito la mia vera natura e i miei desideri. Sono contenta che questa stella sia caduta, così posso tenerti tra le mie mani".
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FLOWERS FROM THE STORM
Questo famosissimo romanzo della Kinsale, è stato definito “una delle storie d’amore più amate del secolo” e probabilmente il migliore romanzo d’amore mai pubblicato, ma ci sono state anche opinioni differenti in cui le lettrici lo hanno odiato di tutto cuore.
In questo romanzo troviamo la sofferenza pura di un animo intrappolato dietro un muro invalicabile, alimentata dai continui attacchi feroci da parte di quei metodi assurdi usati nel XIX secolo per combattere le malattie mentali. In un epoca in cui non si cercava la verità dietro la malattia, dove i ceti sociali erano importanti se non essenziali, la quacchera Archimedea Timms, detta Maddy, si ritrovò dietro ad un bivio: aiutare o no Christian Langland, Duca di Jervaulx nella sua malattia, richiuso nel manicomio di suo cugino?
Lei che lo odiava per il suo comportamento, per la sua condotta immorale che conduceva, che dissipava la sua vita in balli, nel gioco e nell’ozio, un libertino, un damerino, uno spendaccione e tutto questo sembrava pure non interessargli; Lei, ragazza quieta, metodica, di semplice pretese, intenta ad aiutare il prossimo, bigotta nella sua devota religione quacchera, che nel vederlo la prima volta dopo mesi di fitta corrispondenza, ebbe un sussulto di ammirazione per quell’uomo alto, di gran bellezza, un pirata nascosto in quegli occhi blu circondati da lunghe ciglia, con movenze aristocratici e cortesi: “Una stella brillante da ammirare, senza mai toccarla”.
Lei, avrebbe avuto coraggio ad affrontare la prova che il signore gli aveva assegnato?
Si dedicò a lui animo e corpo, sopportando i suoi lamenti fatti da rauchi gorgoglii; sopportando i suoi attacchi d’ira e i suoi bizzarri cambiamenti d’umore. Tutto questo lo fece perché non poteva sopportare nel vederlo schiacciato dalla malattia, lui una delle menti più brillanti.
L’intensità delle emozioni lentamente si aprono, diventano scoperta ad un ignoto sentimento, ad una nuova cognizione di sé e verso l’altro: il duca arrogante che deve fare a patti con la sua menomazione, che deve sopportare soprusi, arroganza e offese; la quacchera che per seguire solo “un compito” è costretta a combattere con ragione e sentimento, razionalmente distaccata ma appassionatamente attratta, comprenderà che alla fine quell’aver bisogno nasce da una disperata supplica dell’animo di entrambi.
Ho amato questo libro non solo per la sua intensità nel descrivere il dolore, la paura, le insicurezze, la dedizioni di entrambi, ma anche per il fatto che tutta la “Verità” che Maddy affannosamente cercherà nella sua religione, gli verrà sussurrata da una voce umana che le farà comprendere la sua verità, fatta di amore, lealtà, onore e rispetto.
Qualsiasi opinione possiamo avere, questo libro merita comunque di essere letto, e so che questa mia semplice recensione non gli darà giustizia.
Questo romanzo rosa, è la prova che si può scrive di amore anche senza paroline dolci e sospiri e ritenerlo anche un libro di un certo spessore, con una sua dignità letteraria.
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Senza altra legge che l'amore tra noi
Se pensate a un romance classico, quali sono gli ingredienti essenziali che vi vengono in mente? Un amore contrasto, un personaggio maschile davvero memorabile, una lei dolce ma combattiva. Ebbene, qui gli stessi ingredienti sono stati presi e mixati con forza, fino a rendere questa storia un impasto che continua a lievitare in modo inaspettato, fino a divenire un dolce croccante fuori e morbido allo stesso tempo, e con un sapore diverso ma che vi lascerà soddisfatti e deliziati.
Archimedea e il padre sono diversi. Sono quaccheri e vivono secondo un insieme di regole e di credenze sconosciute al resto della società. All’apparenza quel loro dare del “tu” e “amico” a tutti potrebbe far apparire il loro rapportarsi agli altri come facile e superficiale, ma in realtà la vita è molto più ardua se si decide di mantenere fede, sempre e comunque, alle proprie “Verità”.
Il duca di Jervaulx è agli antipodi: altolocato, affascinante, tanto intelligente (appassionato di matematica) quanto abituato a non considerare il prossimo se non dall’alto in basso. Una parvenza di legame tra i due, forse, potrebbe anche immaginarsi, se non che il Duca muore e ciò che poteva accadere resta relegato al piano dei sogni lontani. Finchè Maddy, in altro tempo e in altro luogo, e sempre per caso, incontra l’ombra di un uomo rinchiuso in un manicomio privato, e in questo individuo brutto, sporco, violento, incapace di parlare e di provvedere a se stesso, le sembra di riconoscere proprio quel sogno segreto e abbandonato.
Non è solo una storia d’amore, ma la lenta risalita di un uomo dato per perso nei meandri della malattia (un uomo che ancora vive, capisce e ama, eppure deve lottare quotidianamente con la frustrazione di non poter comunicare se non con versi animaleschi e con la rabbia e la violenza) e che deve riabituarsi (lui, il duca temuto) ad avere bisogno degli altri e a vincere il pregiudizio di chi lo vorrebbe lasciare rinchiuso.
Si susseguono pagine bellissime, piene di curiosità, gioia e nuovo dolore, entusiasmo e disperazione, fino a un finale struggente (prima dell’epilogo tradizionale), in cui Jervaux deve tentare il tutto e per tutto per difendere la sua “Tatamaddy” contro il sentimento del tempo e le diversità di ceto e di religione, e per proteggere un vincolo che sembra fragilissimo eppure indissolubile, proprio perché non ci sono catene visibili a tenerlo unito: “senza altra legge che l'amore tra noi”.
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CAMICIA DI FORZA? ARRIVA TATA MADDY!
Archimedea Timms, detta Maddy, è una ragazza sincera ed ingenua, ma molto seria quando si tratta del padre. Un vecchio matematico che ormai lascia scivolare via i suoi anni migliori mettendosi all'ombra di un Casanova, quale è Christian Langland.
Un dongiovanni fatto e finito, che approfitta dell'assenza fisica di un uomo per sedurre -o meglio, farsi sedurre- dalla moglie dello sfortunato individuo.
Un libertino, però, con la passione dei numeri.
La sua malattia -soprannominata da tutti "pazzia" e secondo me con dovuta ragione- è improvvisa quanto grave. I dottori -o come li si vogliano chiamare- decretano la sua insanità mentale senza vederlo più attentamente. Senza indagare più a fondo.
Christian sembra aver perso l'uso della parola, non riesce più a comunicare con gli altri. E quando sta sul punto di riuscirci, spara cifre a occhio.
Magari il risultato di un rompicapo difficilissimo che mai era riuscito a concludere.
Magari il numero che avrebbe dato una svolta alla fisica.
Chissà.
Nessuno lo ascoltava.
Nessuno sembrava importarsene molto di lui, una volta aver perso possesso della facoltà di amministrare i propri beni.
Nè le sue amanti, nè la sua famiglia. O quasi. E con motivi assai diversi dalla "compassione".
La nostra cara Maddy, una paladina della giustizia, si ritrova così al suo fianco. A farlo sentire sempre più vivo che mai. Maddy non vuole i suoi soldi. Non vuole il suo fascino.
Vuole solo quell'uomo che una volta era stato così gradevole con suo padre -cieco ed anziano- come non lo era mai stato nessuno.
Vuole fare un'opera pia, l'ennesima di una lunghissima fila.
Per lei, quest'opera è stata scritta dal destino.
E' una di quelle cose che si devono fare perchè Dio l'ha voluto. Punto.
La malattia di Christian pian piano verrà a migliorare, ma il viaggio è lungo e la presenza di Maddy è richiesta anche altrove...
Ma a Christian sembra aprirsi un nuovo mondo. Un mondo dove la malattia non lo fa parlare, mentre lui vorrebbe gridare. Un mondo con Tata Maddy e la sua improvvisa possessività nei suoi confronti.
Un amore così?
Da non lasciarselo sfuggire.
Neppure sotto forma di romanzo!
"Maddy non era bella: era come la ragazza di quel piccolo quadro... un istante, il balenare di un'espressione... a Christian sarebbe piaciuto che venisse fermato per sempre, quell'attimo in cui riusciva a persuaderla con le sue lusinghe, quando quelle sopracciglia sensuali si sollevavano e quel puritano senso di decoro lasciava il posto a qualcos'altro, quando la promessa diventava realtà."