L'uomo dei miei sogni
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 1
Top 100 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
428 anni tra di noi
Quando mi appresto a leggere un romance un po’ datato (e in questo caso stiamo parlando di un lontano 1989) ho sempre il timore di imbattermi in una trama un po’ stucchevole e in un livello di sensualità non eccelso. In questo caso si trattava di timori infondati, perché “A knight in shining Armor” è una storia d’amore intensa e appassionante, che si legge tutto d’un fiato e che continua a regalare emozioni.
Certo, l’idea di base (un nobile del passato che viene “risucchiato” ai nostri giorni e che si trova ad adattarsi, seppur molto disorientato, tra le stramberie dei nostri giorni, per poi trovare nello stesso presente pure la sua “anima gemella”) è stata successivamente sfruttata non poco, e anche da parecchi titoli di successo. Tuttavia il romanzo della Deveraux ti prende da subito e ti fa entrare in perfetta sintonia con i suoi personaggi, offrendo pure una certa ricostruzione dell’epoca elisabettiana coerente e mai noiosa.
Se nella prima parte del romanzo, Dougless è l’americana sprovveduta, piantata dal fidanzato con figlia viziata al seguito, e con difficoltà romantico-esistenziali molto moderne (leggi: non riesce a trovare qualcuno che la porti all’altare), poi la medesima è costretta ad arrangiarsi e a “reinventarsi” nel ruolo di dama di compagnia alla corte seicentesca dei Thornwick, alle prese con problemi ben più gravi come non farsi bruciare sul rogo per sospetti di stregoneria, non morire per un banale raffreddore, o ancora salvare il suo Nicholas dal boia.
E lui è davvero una formidabile figura di ragazzaccio dell’epoca, dedito ai piaceri della caccia e delle gonne, irresistibile sia quando sfoggia tutta la sua altezzosità ai tempi moderni sia quando si imbatte, nella sua stessa epoca, in quella strana donna che sembra conoscerlo così bene e che vuole disperatamente fargli ricordare che si sono già amati più di quattrocento anni dopo.
Ma Nicholas appartiene ad un’epoca, Dougless alla sua, e la magia di un salto nel tempo - anche nella finzione di un romanzo - non può durare per sempre. Per questo le ultime pagine, anzi, le ultime righe, realistiche ma al contempo molto dolci, mi hanno lasciato quasi commossa…