Il fascino del peccato
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Diabolicamente...soporifero
Prima di accingermi alla lettura di questo “Illuminate” mi era forse sfuggito il target di lettori.
Ora, se questo fosse un romanzo prettamente rivolto a un pubblico di 15-16 anni, magari potrebbe essere anche un fantasy discreto; invece, la copertina e la trama sono assolutamente FUORVIANTI e fanno nascere ben più alte aspettative.
Al dunque, una banalissima sedicenne ignara di custodire in sé poteri straordinari (a dire il vero, non ben definiti e neanche così utili ai fini della narrazione) si trova suo malgrado nel covo – addirittura – del principe degli inferi e dei suoi seguaci.
Uno si chiede dove sia vissuta sinora l’autrice, perché i diavoli sono fotomodelli bellissimi e tentatori (?) e il loro luogo di reclutamento preferito è …tremate, tremate… una discoteca dove propinano ai giovani di belle speranze cocktails drogati per irretirli…
E se questa è l’originalità della trama, il tutto è poi descritto con un tono noiosissimo, i dialoghi sono deprimenti e didascalici, la protagonista sembra dura di comprendonio (gli eventi si succedono tutto intorno e lei per trecento pagine continua a rimuginare: ma sta accadendo per davvero? Perché io?), e non ci sono veri colpi di scena perché il lettore può indovinare da solo gli sviluppi circa due capitoli prima.
In conclusione, una storia insipida.
Se poi si pensa che dovrebbe essere pure il primo capitolo di una serie, non resta che dire: ronf, ronf, per carità.
Indicazioni utili
Il ritratto di Dorian Gray + Twiligh = questo
Ho appena finito di leggere questo libro e devo dire che sono un pò perplessa: l'idea della trama, anche se pesca spudoratamente da Il ritratto di Dorian Gray, non è affatto male, è tutto il resto che è una tragedia.
Per essere chiara devo andare per punti:
- LA TRAMA: innanzitutto le anteprime che si trovano in rete sono fuorvianti: ci si aspetta di leggere un libro di un certo genere invece è tutt'altro, la stessa descrizione che viene fatta di Lucian centra poco col personaggio effettivo del libro. La trama non spicca di originalità in se, oltretutto come già detto, chi ha letto il libro di Oscar Wilde e Twiligh, si ritroverà tra le mani una sorta di copia anche se c'è da dire che ci sono molti spunti originali e interessanti. Purtroppo però questi spunti vengono poi liquidati con fretta e superficialità, preferendo spendere pagine e pagine nella descrizione di situazioni che non sono assolutamente utili ai fini della storia, proponendo scene simili più e più volte rendendo il libro a tratti pesante e noioso.
- LE SCENE: troppe. Alcune utili altre assolutamente evitabili e senza senso, messe li solo per riempire pagine, operazione riuscita dato che sono più di 450. E per assurdo, le scene inutili, sono anche quelle che non finiscono più.
- I PERSONAGGI: sono descritti fin nei minimi particolari, esteriormente, dal primo capello all'ultimo bottone, ogni cambio di abito ha uno spazio abbondante ma poi... caratterizzazione, zero o comunque poco niente.
- LE SITUAZIONI: alcune sono davvero banali, viste e riviste centinaia di volte e affrontate sempre nello stesso modo.
- IL FINALE: qui devo spezzare una lancia a favore dell'autrice. Credevo (e sinceramente speravo) in un finale un pò più scontato e invece, almeno in parte qualcosa non va come al solito, riuscendo a suscitare un emozione. Dopo 400 pagine di piattume ma almeno ce la fa.
Peccato, perché secondo me aveva tutte le carte in regola per essere un buon libro per il suo genere.
Nonostante il voto basso che gli ho dato non mi sento nemmeno di metterlo in croce completamente proprio per quelle idee brillanti che ci sono.