Gridare amore dal centro del mondo
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Opinioni inserite: 4
Le aspettative
Mi spiace ma devo ricredermi su questo libro appena terminato.
Non che sia brutto, alcuni passaggi sono davvero molto intensi, ma nell'insieme credo che sia più vicino ad una trovata pubblicitaria, dato che dal romanzo poi sono nati film, manga e serie tv, piuttosto che ad un vero best seller.
Mi è piaciuta l'innocenza e la dolcezza del personaggio di Aki contrapposta all'impacciato e a volte goffo Sakuchan, ma a parte quello tra le righe ho trovato ben poco.
Dopo il pirmo capitolo mi tornava in mente continuamente una considerazione sulle aspettative:
"L'aspettativa è l'attesa per la ri-uscita di qualcosa. È la proiezione di un progetto, di una speranza...." la mia speranza era quella che il romanzo "esplodesse" mentre invece pagina dopo pagina spesso sono rappresentati concetti triti e ritriti.
L'ho trovato anche molto lontano dagli adolescenti di oggi, non sono mai stata in Giappone e non ho mai studiato le varie evoluzioni comportamentali, ma credo che tutto il mondo è paese e che quindi una ragazzina di 15/17 anni si comporta allo stesso modo e ha i medesimi sogni in Europa come in Giappone.
Le esigenze degli adolescenti sono più o meno le stesse per quanto riguarda il mondo occidentale/ricco/sprecone.
Non vorrei pensare male, ma oggi ciò che vedo in giro è la generazione dei socialaddicted, degli Iphone ultima generazione, del look perfetto, del capello fico..e non delle ortensie, delle passeggiate in silenzio e di tutto ciò di molto dolce e innocente che legava i protagonisti.
L'eco pubblicitario credo che tragga in inganno, alla fine si tratta solo di una triste love story tra ragazzini.
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La malinconia del distacco
Raccontare l'amore e il distacco obbligato della morte è sempre opera ardua. Soprattutto se i protagonisti sono due adolescenti alle prese con il primo amore. Ma il libro non è soltanto questo. Chi si accosta a questa recensione potrebbe avere l'impressione dell'ennesimo libro creato ad hoc, per adescare furbamente una certa fascia di lettori. No, l'opera di Kyoichi Katayama non è nulla di tutto ciò. In essa si respira la purezza del pensiero, il turbamento dell'incognita sentimentale e il lento insinuarsi dell'idea di poter perdere, appena conquistato, un amore che neppure la maturità può offuscare. Queste pagine parlano a tutti noi e ci ricordano qualcosa del nostro passato, con una gentilezza e una delicatezza che solo il Giappone ci sa regalare. Consiglio questa lettura a tutte le età, ad alcuni potrà regalare delle forti emozioni, ad altri il ricordo malinconico di un'età passata.
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Sparks alla giapponese
Una infanzia fatta di amicizia.Una adolescenza che la vede trasformarsi in amore.La leucemia che mette fine alla felicità.
Il lungo viaggio per spargere le ceneri dell’amata.
I temi dell’amore e della morte sono il fulcro di questo breve romanzo.
Seppur usurpati in letteratura,dovrebbero rendere gioco facile al coinvolgimento nella narrazione.
Ma in questa storia qualcosa non va,non convince,non trascina.
Il dolore non è Dolore,l’amore ha il gusto di una infatuazione adolescenziale,il Giappone non lo senti sulla pelle.
Ti lascia un senso di costruzione,come se non fosse stato scritto con partecipazione,ma montato,parola dopo parola,per aver successo attraverso il dramma.
Qui manca l’anima e se parli d’amore senza anima non sei degno di conquistare il lettore.
Eppure può fregiarsi di un successo planetario tanto da lasciarmi ipotizzare che sia una questione d’età:forse,e sottolineo il forse,è un romanzo per adolescenti e(ahimè)io non rientro più in tal categoria.
Solo due ultime note:
la prima è che mi è sembrato di leggere la trasposizione orientaleggiante de L’ultima canzone di Sparks(ma dotato di molto meno pathos);
la seconda è che viene citato il film Nuovo cinema Paradiso e, almeno in quella riga, il mio orgoglio ha compiuto un saltello e ho sorriso all’autore.
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Stupendo!
"Stamattina quando ho aperto gli occhi piangevo. Come al solito. Di tristezza, forse, non so. E' che i sentimenti non li ho più, li ho pianti insieme alle lacrime". L'incipit del romanzo di Kyoichi Katayama, Gridare amore dal centro del mondo, porta il lettore, fin dalle prime righe, nel viaggio esistenziale dei personaggi che animano il libro.
Questo romanzo è apparso nelle librerie giapponesi nel 2001 ed è subito diventato un bestseller. Tradotto in Italia e pubblicato da Salani nel 2006, Gridare amore dal centro del mondo, ha conosciuto una popolarità che non ha mai visto la parola fine tanto che, negli anni successivi, ne è stato tratto un manga edito da Kappa edizioni.
Kyoichi Katayama ha raccontato un'amore adolescenziale che supera la dimensione del tempo e dello spazio. La sua scrittura fa vibrare ogni pagina di quell'armonia e di quel simbolismo propri della letteratura giapponese. Qua e là si trovano tracce di quel realismo magico di cui sono pregne le opere italiane di Bontempelli, ma anche i classici di Borges e Marquéz.
Katayama racconta l'amore tra Sakutaro e Aki. Entrambi frequentano la stessa scuola media, si vedono ogni giorno, condividono le gioie quotidiane ma anche i dolori che un ragazzino di dodici anni può provare. Crescendo scoprono che il loro rapporto, diventato sempre più intimo nel corso degli anni, si sta trasformando in una tenera storia d'amore. Sakutaro ben presto ammetterà a se stesso che quello che sta provando è la "felicità più grande" e deve "conservarla con grande cura".
Sakutaro è un adolescente sopra le righe, romantico, dall'animo generoso, interessato alla Storia, la cui mente viene continuamente stimolata da un ambiente creativo ma anche da lunghe chiacchierate con il nonno paterno, un uomo che non è riuscito a realizzare il suo sogno d'amore: sposare la donna che amava. Con lui trascorrerà delle serate piacevoli, bevendo vino e mangiando sushi, parlando di amore illecito, dei sentimenti degli uomini, di filosofia e storia. Sakutaro condividerà le rivelazioni del nonno con Aki. La ragazza, che in un primo momenti appare timida e titubante, si rivelerà determinata, matura e piena di grinta.
L'amore e la morte sono temi che torneranno spesso nei discorsi dei due adolescenti. E sarà proprio con la morte che si dovranno scontrare. Aki inizierà a soffrire di forti malesseri. Anemia aplastica, sarà ciò che inizialmente i medici diranno ai due ragazzi. Ma poche settimane dopo la madre di Aki rivelerà a Sakutaro il vero nome della malattia che sta dilaniando la figlia: leucemia.
Per Aki inizia un lungo periodo di sofferenza. Debolezza, vomito, capelli che si fanno sempre più radi, mancanza di appetito. A questo si aggiungerà anche la stanchezza mentale. Sakutaro le starà vicino per tutto il decorso della malattia, consapevole che la sua sofferenza è "solo un modo di condividere" quella di Aki, ma "non ero Aki, così come il mio dolore non è il suo dolore".
La situazione emotiva e fisica di Aki precipitano quando lei decide di accettare ciò che il destino le ha riservato. Dare una ragione a tutto, è questo ciò che tenta di fare Aki. Di fronte a questo comportamento che potrebbe sembrare arrendevole ma in realtà è molto coraggioso, se si pensa alla giovane età della ragazza, Sakutaro le promette di portarla via dall'ospedale, di andare in Australia, meta di una gita scolastica alla quale lei, a causa del ricovero, non ha potuto partecipare.
Nelle settimane a venire, Sakutaro predispone tutto ciò che è necessario per la partenza. Ma sarà proprio in aeroporto che avverrà l'irreparabile: Aki cade a terra, svenuta. La ricoverano d'urgenza in ospedale.
Il romanzo è un lungo flashback durante il quale Sakutaro rivive con la memoria la spensieratezza, la magia, la dolcezza ma anche il dolore della storia vissuta con Aki.
Il lettore è parte attiva di questo libro, percepisce in modo molto vivido i sentimenti di Sakutaro durante il suo lungo racconto. E sente il suo grido d'amore che se non proviene proprio dal centro del mondo, proviene sicuramente dal centro del suo cuore.