Colazione da Darcy
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Nell'isola di Tara
La giovane giornalista londinese Darcy riceve in eredità da un’anziana zia un'isoletta irlandese semideserta, Tara, col vincolo di andare a viverci per almeno un anno e di popolarla con una piccola comunità. All'inizio ho trovato irritante la protagonista per come fosse così fissata col suo aspetto e con l’abbigliamento, fatto evidente dal suo continuare a citare marche di vestiti e scarpe, ma pian piano c’è stata un’evoluzione nel suo carattere e nel suo modo di essere in generale che hanno conquistato tutti, compresa me come lettrice: si è prodigata per la piccola comunità che si è creata, cercando varie soluzioni e lavorando sodo, nonché si è goduta il rapporto con la natura e con le persone intorno a sé e le cose semplici invece di quelle sofisticate, insomma è diventata una persona più profonda. Ho gradito anche lo stile, le descrizioni dei paesaggi e delle situazioni e ho trovato azzeccata la prima persona e al tempo presente. Mi sembrava di essere sull'isola con Darcy e i due cagnolini Woody e Louis! La colazione tra Darcy e Dermot è stata la mia scena preferita, e i miei personaggi preferiti sono proprio il tuttofare e generoso Dermot e la vivace dodicenne Megan. Il finale è affrettato e avrei lasciato più spazio a quella storia d’amore nascente nella seconda parte se fossi stata io l’autrice. Lo consiglio, è una lettura leggera, piacevole e rilassante.
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Dov'è la sala da thè?
L'ho preso tempo fa attratta dalla sua rosea copertina e dalla tazza di thè, bevanda che adoro. Immaginavo vicende allegre che si svolgevano nella verde Irlanda, compassate ma chiacchierone signore con le loro storie coinvolgenti e una divertente gestrice di una sala da thè in paesaggi mozzafiato che danno pace e tranquillità. Invece dopo un'inizio alla I love shopping, filone molto copiato ultimamante, ma poco riuscito rispetto alla brava Kinsella, nel mio "viaggio" con la protagonista mi sono "ritrovata a vivere" su uno scoglio arido abitato da un burbero guiardiano, con una protagonista confusa e un carpentiere macho che con loro stesso stupore scoprono di essersi innamorati solo verso la fine del libro dopo essersi vicendevolmente odiati, senza che tra di loro scocchi la minima scintilla, ci sia prima antipatia poi attrazione, passione o qualsiasi cosa che accompagni il lettore attraverso un rapporto che cresce. Nemmeno i personaggi che dovrebbero ripopolare l'isola sanno dare colore alla storia, che vuole essere moderna nell' avallare pure un amore gay. Insomma purtoppo mi ha deluso al punto che non vedevo l'ora che finisse portandomi dietro l'immagine di questo scoglio ventoso e chiedendomi cosa c'entrasse il titolo, visto che della sala da thè non si è vista nemmeno l'idea. Peccato per averlo precedentemente iserito tra i preferiti.
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Interessante sorpresa
Quando ho iniziato a leggere questo libro mi sono venuti in mente tutti i romanzi della serie "I love shopping" dove la protagonista non riesce a resistere alla tentazione di comprare tutto ciò che le piace che coincide solitamente con tutto ciò che è di marca e terribilmente costoso, nonostante il fatto che in realtà non possa permetterselo..
E cosa mi sono ritrovata in questo libro (solo all'inizio però) se non una copia esatta alla "I love shopping"? E poi è terribilmente superficiale... E lo ammette pure adducendo come scusa che lavora come giornalista in una rivista di bellezza... Ma andiamo!!!!
La svolta però arriva quando la sua adorata zia Molly le lascia un eredità alquanto insolita.
L'eredità consiste in una somma molto cospicua di denaro che però la nostra Darcy potrà avere solamente se riuscirà a vivere su un isola per un anno costituendo una piccola comunità di almeno 15 abitanti.
Ce la farà Darcy a lasciare il suo lavoro, ma soprattutto i suoi negozi per un anno intero?
E chi si imbarcherà (nel vero senso della parola) in questa avventura con lei?
L'isola di Glentara, o Tara per gli amici, è un isola misteriosa e affascinante, gremita di spiritualità e di pace e dove le novità vengono preannunciate dal nuotare festoso di delfini.
Riuscirà Darcy ad ambientarsi e ad amare tutto questo? E Tarà riuscirà a farle trovare ciò che veramente vuole come fa con tutti gli altri abitanti dell'isola?
La cosa che si apprezza maggiormente in questo libro è l'evoluzione della protagonista che da vamp, compratrice compulsiva e lamentosa, si trasforma in una ragazza determinata e capace di risolvere i suoi problemi da sola.
Un tocco di freschezza è dato poi dalla piccola Megan che con la sua schiettezza rimescolerà le carte e stravolgerà gli equilibri che si erano stabiliti nella piccola comunità in pochi mesi di convicenza.
Lo stile semplice con la narrazione dal punto di vista della protagonista ci accompagna nelle lettura delle pagine che scorrono via piacevolmente fino alla fine..
Devo dire una cosa, dal titolo e dalla copertina mi sarei aspettata qualcosa di 0molto frivolo e leggero, alla "I love shopping" per intenderci, come peraltro mi avevano confermato le prime pagine...
Invece mi sono ritrovata un libro non solo carico di sentimenti, ma anche di miti, leggende e magia intesa come quel senso di appartenenza a qualcosa che ci fa sentire liberi e unici...
Davvero un bel libro!
Buona lettura..
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Colazione da chi???
Questa è una di quelle volte in cui mi sono chiesta cosa abbia a che fare il titolo con il libro. Qui non si fa mai colazione da Darcy!!! Superato questo mio vezzoso dubbio, passando al contenuto, per me è NO come direbbe Rudy Zerbi. Avevo comprato questa uscita con grandi aspettative considerata la mia grande passione per la narrativa rosa alla Katie Fforde meglio se ambientata nella verde e ammaliante Irlanda. Qui ho trovato la magica terra-madre dei celti, ma non il dirompente romanticismo alla Fforde e colleghe "in rosa". Durante la lettura mi sono spesso chiesta dove sarebbe andata a parare la storia d'amore che a mio parere non decolla neanche nell'ultimissima pagina dove avviene la svolta ma senza fuochi d'artificio. Le relazione tra i personaggi, dall'amicizia all'amore sono prive di pathos e profondità d'animo; sembrano tante marionette spostate da un punto all'altro dello scenario al rallentatore. Anche l'isola non viene descritta con enfasi e "colore". I due protagonisti poi "recitano" la loro parte senza trasporto, non c'é attrazione, non si sfiorano neanche accidentalmente; le loro personalità (saranno gli ultimi a capire di essere loro la coppia di innamorati) sono scialbe e un pò forzate, lei inizialmente sofisticata, proveniente da vita londinese alla "I love shopping", lui laureato e carpentiere in cerca di pace e normalità, pianta chiodi e tegole dalla mattina alla sera. Forse i personaggi secondari sono più caratterizzati. Insomma tra presunta energia spirituale sprigionata dall'isola e riscatto morale di lei e di lui che non hanno idea di cosa stiano cercando nella vita, non c'é un briciolo di sana passione che dovrebbe tenere il lettore incollato alle pagine, desideroso di arrivare al lieto fine ( quello almeno c'é!!!).
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