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In una spettrale Port-au-Prince, stremata dalla feroce dittatura di Papa Doc, una coppia di canadesi assiste ad una misteriosa morte di una donna haitiana. Dalle sue braccia, i due raccolgono un neonato che portano a Montréal, allevandolo insieme alla figlia Laura. Sono passati quasi trent'anni da allora, e l'inquieto Gabriel ha rotto i legami con la famiglia adottiva per coltivare in una bohème alcolica il suo talento di trombettista jazz. Ma il ritorno nel Québec per una tournée risveglia i fantasmi del passato. Gabriel e Laura non riescono più a contenere quella morbosa complicità, quella passione proibita che il musicista traduce nei suoi sublimi e trasgressivi assolo. Per di più, i virtuosismi di Gabriel alla tromba si tramutano in lancinanti deliri sonori, ispirati da spaventose visioni di morte. Nel frattempo, la comunità haitiana di Montréal rivive l'incubo della dittatura makute con l'arrivo in città di Mèt Minville, ex eminenza grigia del regime. Che cosa cerca il carismatico aguzzino? E quale inconfessabile segreto lega ancora haiti al tormentato musicista?



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Zombi blues 2010-05-02 18:00:49 Soleti
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Soleti Opinione inserita da Soleti    02 Mag, 2010
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Dinamiche Irrazionali

Zombie Blues è un romanzo ben strutturato. Lo stile di Stanley Péan è elegante ed avvolgente, l’opera ha lineamenti ben definiti ed è confezionata con precisione artistica. Talvolta sembra che il contenuto di un capitolo rifletta il mood delle musiche dei rispettivi titoli. Giusto per fare un esempio, l’ingresso nella storia con un compositore Jazz come Thelonious Monk è autentico ed il titolo del brano scelto: Misterioso, preannuncia correttamente l’incipit.

In sintesi Zombie Blues è la storia di un amore gravido di incertezze, l’amore fra il nero D’ArqueAngel e la bianca Laura, ma non è questa la ragione dell’equilibrio instabile (anzi, la diversità è la direttrice lungo la quale si muove la forza), la precarietà deriva dal legame di sangue: I due sono fratello e sorella. Un legame che è al tempo stesso Dolore e Vita, e che avrà nel sangue la consacrazione finale. Sullo sfondo si muove una bestia tanto surreale quanto feroce, riflesso oscuro del protagonista e che, in qualche modo, dovrà essere fermata.

Ottimo romanzo, ottimo Péan. Se posso permettermi una sola critica: nel prossimo romanzo preferirei trovare meno esercizi di stile e qualche livello narrativo in più, giusto per complicare un pò più la storia e renderla meno prevedibile.

Il libro è pieno di frasi ad effetto, ma quella che mi ha colpito di più è: “Anche lui sente quel richiamo irresistibile, quel canto delle sirene al largo delle coste della ragione.” Che trovo una eloquente definizione di ‘dinamica irrazionale’, tanto presente nei processi decisionali quanto difficile da riconoscere.

Una nota di compiacimento va anche ad Ester Borgese, fine ed abile traduttrice del romanzo.

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