World war Z. La guerra mondiale degli zombi
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Z = fine (?)
Non è certo l'abusato tema dei morti viventi a solleticare l'attenzione in questo romanzo firmato da Max Brooks. L'autore convince soprattutto per la struttura narrativa, ovvero una serie di interviste, praticamente dei racconti brevi disposti a formare una specie di documento storico.
L'apocalittico conflitto è concluso, la Terra letteralmente stravolta e dilaniata, l'umanità guarda avanti e un intrepido giornalista gira il mondo per raccogliere le esperienze personali dei sopravvissuti; questo per comprendere il loro dramma e riferire come una tragedia simile abbia potuto colpire e mettere in ginocchio una società talmente avanzata da pensare erroneamente di essere inattaccabile.
Brooks un po' come alcuni registi ai tempi d'oro dell'horror cinematografico, sagaci nell' utilizzo allegorico della minaccia per soffermarsi sui mali della società; nello specifico impossibile non pensare a George A. Romero.
Il gigante dai piedi d'argilla viene mostrato in tutta la sua fragilità, incapace di far fronte ad un virus che dal famigerato paziente zero si propaga in ogni dove; a seguire giungono le riflessioni sull'egoismo insito nella natura umana e la bramosia sotto forma di aspetti economici ad umiliare ogni logico parametro di sicurezza.
Si viaggia ai quattro angoli del globo: dall'India al Cile, Dal Giappone all'Antartide, dagli Usa all' Europa sino alla misteriosa fine della Corea del Nord. I resoconti provengono dalle memorie di molteplici personaggi: militari, scienziati, studenti, gente comune ma anche i principali responsabili dello sfacelo oltre a coloro che si si distinsero nella strenua lotta per la salvezza.
Max Brooks opera una ricostruzione certosina riferendo di drammi su piccola o vasta scala, svariando tra il singolo individuo e l'umanità tutta mediante uno stile incalzante, affilato come il bisturi di un chirurgo e capace di creare notevole tensione in parecchi episodi.
Ci sono delle inevitabili pause, ma alcuni momenti fanno davvero rabbrividire cogliendo l'essenza di un mondo disperato, decimato, impaurito, raggirato, eppure in grado di rialzarsi facendo tesoro dei propri errori.
Indicazioni utili
Tremate gli zombi son tornati
Sapete tutto sugli Zombi ?
Sapete come ucciderli ?
Credete che tutto quello che c'è da dire sugli zombi è stato detto ?
Siete convinti che il post apocalittico non abbia piu nulla da dire sul tema ?
Allora leggete quest’opera di Max Brooks e vi ricrederete, un romanzo drammatico, terrificante e insolito, un contenuto crudo, intenso, agghiacciante, una scrittura fresca e innovativa . Se pensate al romanzo classico vestito da diario di un sopravvissuto al apocalisse, siete fuori strada, narrazione in terza persone !? sbagliato.
Questo romanzo è un "gioco", un gioco in cui lo scrittore si finge cronista post bellico di una guerra mondiale contro gli zombi, dove i pochi sopravvissuti, a livello planetario si raccontano. Sfogano le loro esperienze, traumi e frustrazioni di ciò che hanno vissuto in anni di lotta, per la sopravvivenza. Contro un nemico che non ha paura, non conosce dolore e non si ferma davanti a nulla: si gli zombi, classici: lenti, famelici e inarrestabili , che abbiamo imparato a conoscere e che, nei nostri incubi, abbiamo imparato a temere.
Un romanzo che è concepito come un reportage, ogni evento è narrato da un testimone/sopravvissuto che racconta la sua esperienza: sia nei fatti che nelle emozioni. Testimoni che vanno dalla casalinga frustrata, al segretario di stato, spaziando dalla Cina al Sud Africa passando da Israele al Canada. Tutte le testimonianze sono ben caratterizzate, anche gli stereotipi come potrebbe essere per esempio soldato dei marine, nelle sue testimonianze, rivela le sue debolezze e le sue paure senza scendere nel banale o nel melodrammatico.
Un romanzo scritto bene con il tratto giornalistico domanda, risposta, approfondimento, completano il tutto e danno quella sensazioni di realmente accaduto, trascinandoti in questo futuro oscuro, decomposto.
Un romanzo che sarà possibile sospendere quando si vuole, grazie alla sua suddivisione in interviste più o meno autoconclusive, che possono variare dalla qualche decina di righe a qualche pagina.(io personalmente una volta cominciato non ho più smesso) un romanzo che riesce a dare continuità narrativa nonostante la formula.
In conclusione un romanzo che consiglio a tutti, diverso dal solito, che spaventa più per gli orrori dell’uomo che non per i mostri sfruttati da Brooks.