Warm bodies
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Un libro da confrontare con la trasposizione cinem
Recensione
Non sono mai stata una grande lettrice di storie riguardanti gli zombie, ma devo dire che questo libro mi ha fatto ricredere.
Uno stile di scrittura fresco, caparbio e scorrevole che racconta la cruda e reale faccia di queste creature affamate di cervelli umani.
L’autore ha voluto dar voce a questo piccolo grande cuore di zombie, dal nome R, facendolo sentire quasi il nuovo eroe del mondo.
Nel romanzo troviamo tante similitudini o paragoni riscontrabili con la società di oggi. O meglio con il periodo di forte crisi esistenziale e materiale che viviamo.
Il giovane scrittore ci apre gli occhi senza mezzi termini, dimostrandoci quanto queste creature denominate quasi inutili, invece siano molto più previdenti degli umani. Su come riescano a conservare i loro prelibati spuntini per i giorni a venire e su come vivano in un aeroporto abbandonato, dove uomini e donne cercano ancora di sposarsi, di far l’amore attraverso i loro corpi rattrappiti e senza vita. E la cosa che più stupisce, come si possano adottare figli-zombie, a cui insegnare come dare la caccia al mondo umano.
R, un giovane zombie senza ricordi e senza meta, si ritroverà ad uccidere un ragazzo, Perry.
Si nutrirà del suo cervello, assaporando i deliziosi e bui momenti della vita passata della sua vittima, ma soprattutto risparmierà la dolce fidanzata di Perry, Julie. Per lei sentirà rinascere dentro di sé l’attrazione per la vita, per lei riuscirà a mettere insieme più sillabe per riuscire finalmente a parlare e a farsi capire. Per Julie riuscirà a resistere alla sua sete assassina di creatura sanguinaria, ma soprattutto con lei formerà una coppia straordinaria, tentando di cambiare il mondo che ci circonda.
Questo grande cuore di zombie ci farà capire come si possa ancora cambiare, senza lasciare che l’universo finisca alla deriva. Julie ed R si ritroveranno a combattere anche contro un’altra terribile verità, l’esistenza di creature ancor più ignobili e spietate, gli Ossuti.
Una casta suprema di deliranti e macabri vendicatori nei confronti della razza umana e degli stessi zombie.
R, conservando a pezzi il cervello di Perry, riuscirà piano piano a riappropriarsi della sua vita e della sua mente, facendo risuscitare se stesso dalla morte, ma soprattutto proverà a mettere in atto il piano che un giorno era stato nella testa della sua vittima.
Solo al fianco di Julie, l’amore riprenderà vita e la speranza riuscirà a mettere le radici nella terra desolata di un mondo abbandonato a se stesso.
Un finale scritto un po’ velocemente, ma che se leggiamo fra le righe, ci fa capire quanto sia possibile cambiare le cose, se soltanto ci crediamo fermamente. Un finale che sembra portarci verso il desiderio di volerne sapere di più e che non ci è bastata solo questa storia per farci sognare, ma che vorremmo un seguito di ‘Warm Bodies’.
E poi dove troviamo uno zombie così divertente e romantico, a cui piace canticchiare in modo stonato Frank Sinatra?
Un motivo in più per creare la colonna sonora di questa curiosa storia.
Francesca Ghiribelli.
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Comprensibile o no.
Ho deciso di leggere questo libro un po' per un mio capriccio, un po' per la mia dannata curiosità.
Warm Bodies, racconta sicuramente, un mondo alternativo degli zombie, un mondo che si può apprezzare e no. Non so bene cosa pensare di questo libro: da una parte, sono totalmente affascinata dall'idea strepitosa dell'autore, mentre dall'altra, non la condivido con tutta me stessa. Gli zombie, sono infatti, un nuovo tipo di zombie. Non sono i soliti zombie che siamo abituati a vedere nei film, ma sono quelli, che hanno una coscienza. Tra di loro c'è R, uno zombie, che forse è diverso da tutti gli altri. Ecco, forse è questa la nota dolente che divide in due il mio parere. Perché lo zombie può parlare, fare figli, l'amore..cose che secondo me, solo in un libro si può sviluppare. Infatti, non approvo molto, l'adattamento cinematografico di questo libro. Gli zombie sono un argomento di solito cruento, pieno di sangue, e vedere uno zombie innamorato, farà sicuramente storcere il naso a tanti. Nel libro, si rende tutto più comprensibile, l'autore dà una sua teoria, fa evolvere in modo diverso gli zombie e gli assegna una cura. Questo mi pone tante domande, ma allo stesso tempo, secondo me, invia un messaggio: "l'amore cura qualsiasi cosa". In ogni caso, io preferisco i classici zombie, cruenti e senza cuore! E' stato bello leggere un mondo alternativo, e ho trovato la lettura comunque molto scorrevole.
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R e Julie: Giulietta e Romeo?
L’umanità è ormai ridotta a poche migliaia di unità: uomini e donne rinchiusi in fortilizi di resistenza, protetti da milizie armate con l’occhio fisso verso l’esterno, verso le città ormai abbandonate e invase dall’altra parte dell’umanità, quella colpita dal morbo terribile della non-morte. Un po’ “Deserto dei Tartari”, un po’ “Io sono leggenda”.
Fuori dai fortini i Non-morti sono sempre a caccia di Vivi, unico sostentamento e rimedio alla fame atroce che li divora. La carne calda e pulsante, il sangue denso e dolce sono il carburante per proseguire la non-vita ed evitare la Morte, quella definitiva.
Chi viene morso e mangiato diventa a sua volta un Non-morto ma quando anche il cervello viene divorato, allora è morte certa e definitiva.
E il cervello è davvero un bel bocconcino, perché contiene la scintilla di una vita che, sulla lingua del Non-morto diviene sapido ricordo e fuggevole palpito di ciò che ha perso: un susseguirsi veloce ed eccitante di immagini ed emozioni dimenticate.
R, un Non-morto, nel corso di un attacco a un avamposto dei Vivi, uccide e divora Perry, un ragazzo più o meno della sua età che tenta di difendere la sua ragazza, Julie.
Un piccolo morso al cervello di Perry e R sente scorrere dentro di sé una scossa e insieme il bisogno imperioso di salvare Julie, non solo da se stesso ma anche dai suoi simili, e di portarla con sé, di tenersela accanto, di aspirarne l’odore di buono, di vita.
Così comincia il breve romanzo da cui hanno da poco tratto un film.
Direte: Nightmare? Zombi e scene truculente? Roba vecchia e neppure troppo divertente.
E invece no.
C’è il profondo desiderio di tornare alla vita, a quella vera, quella che fa scorrere il sangue nelle vene e l’aria nei polmoni. La vita di profumi e sentimenti. La vita che si sta spegnendo a causa di quella epidemia di non-morte che sta spopolando la terra: perché quando l’ultimo Vivo sarà divorato da un Non-morto, tutti quanti saranno destinati a scomparire e il mondo diventerà un silenzioso deserto inabitato.
I sentimenti sono ormai zavorra inutile da una parte e dall’altra della barricata, difficile coltivarne quando il domani è così fragile e insondabile, quando la morte è divenuta costante di vita. Ma sono proprio i sentimenti quelli che possono cambiare il corso della storia e dare un senso alla vita di tutti.
Non ho letto nessuno dei moltissimi libri (o visto film) così di moda su vampiri e zombies, non posso quindi fare paragoni, ma posso dire che il libro è molto gradevole e scorrevole, raccontato con prosa vivace semplice e immediata.
Solo a tratti e raramente si avverte come una sospensione, un rallentamento, che forse è causato dalla riscrittura che l’autore ne ha fatto quando è stato sollecitato a trasformare un suo racconto breve in romanzo. Ma per quasi tutto il tempo l’azione risulta scorrevole e non forzata.
Non so come le immagini di questo futuro apocalittico siano state rese sul grande schermo, ma mi auguro che il regista abbia rispettato l’anima del romanzo che non si basa su scene truculente ed effetti speciali terrificanti – pur presenti - ma piuttosto sulla psicologia, le sensazioni e i sentimenti dei personaggi che fanno assomigliare il racconto più a una fiaba per adulti (la bella e la bestia?) che non a un horror.
[…] Forse siamo immortali, non lo so. Il futuro per me è confuso tanto quanto il passato. Non posso fare finta che me ne importi di qualsiasi cosa stia a destra o a sinistra del presente, e il presente non è esattamente una priorità. Si potrebbe dire che la morte mi abbia rilassato.[…]
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Riuscito a metà
Un'idea geniale sprecata.
Dopo essere stati "spiattellati" per decenni , finalmente anche gli zombie hanno la loro rivincita letteraria. Le pagine che descrivono la società zombie, sono tristi e inquietanti allo stesso tempo. Il libro ti catapulta in questa realtà orribile, vuota e desolante. I primi capitoli li divori come uno zombie a dieta!
Ma poi con l'evoluzione del protagonista, e con l'avvento dei personaggi umani, fin troppo stereotipati, il racconto perde sempre più colpi. Arrivando ad annoiare. Diventando una trasposizione "zombie" di Twilight.
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Prostituzione al mercato letterario
Un romanzo dai temi importanti con una trama che cade nella banalità.
Contiene riflessioni critiche sulla società e sulle domande insite nell'uomo: vale la pena combattere per qualcosa anche quando l'umanità è ormai allo sfascio? La morte è veramente il capolinea dell'anima? E così via. Non mi dilungo ulteriormente su domande esistenzialiste.
Nonostante l'altisonanza di alcuni temi, questo romanzo - mi dispiace ammetterlo - ha una trama banale quanto una scrittura "sbrigativa".
L'amore in un contesto "Terra post Apocalisse" ci può anche stare, un po' scontato ma vabbè. Il personaggio principale R, capace di riflessioni profonde, è controbilanciato da una Julie che è lo stereotipo della ragazza del XXI° secolo: orfana di un genitore, problemi di droga/alcool, padre distaccatamente affettuoso, lei che rifiuta di avere un legame intellegibile con lui, ragazza di facile costume, superficiale, che vive alla giornata, problematica in generale e ovviamente carina, magra ecc. Sia mai che abbiano un difetto fisico queste "eroine". Insomma... Non ha nulla di speciale che non si sia già letto in altri libri. Mi sembra un personaggio ovvio, ecco.
Interessante l'idea di una società di zombie che, nonostante non abbiano ricordi, ricostruiscono a modo loro una società simile a quella dei vivi. Stupendi i tentativi di R di ricercare un'identità attraverso un nome ormai dimenticato, attraverso l'abbigliamento e una lettura ormai impossibilitata dal fatto che le parole appaiono ormai solo come grafemi senza un senso.
Banale la love-story tra la Julie e il "mostro". Mi sembrava di rileggere Twilight: lui che mangiando il cervello del trapassato fidanzato si innamora di Julie, riconosce il suo odore tra quello di mile altre persone, non la vuole mangiare, deve proteggerla... Uff! Che noia! Mi sarebbe veramente piaciuto se con un colpo di scena R avesse zittito i dialoghi di Julie (che contengono nel 90% dei casi sempre la stessa imprecazione) per il resto del romanzo.
Sinceramente l'ho trovata una forzatura per far si che il libro vendesse di più. Non credo che il solo contenuto di elucubrazioni mentali sarebbe riuscito a produrre un film... Per adolescenti in crisi ormonale.
Lo stile non è il massimo. Mi è sembrato frettoloso, come se l'autore avesse fretta di arrivare alla conclusione e quindi deciso di elidere nella corsa descrizioni del paesaggio apocalittico, maggiori dettagli dell'aspetto dei personaggi, pensieri/sensazioni dei personaggi oltre a quelli del protagonista, intere scene in alcuni punti. Qualche descrizione in più non avrebbe guastato, anzi certe scene avrebbero avuto una connessione più logica ma soprattuto... Ci sarebbe stata una connessione!
Concludo dicendo che, sebbene lo abbia descritto come un autentico schifo, consiglierei la lettura di questo testo almeno solo per il filo di filosofia che di fondo c'è.
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Zombie, apocalisse e filosofia
A mio avviso, posso affermare con certezza che questo libro è bello solo per un quarto.
L’atmosfera post-apocalittica è resa all’inizio in maniera egregia: morte, desolazione, distruzione, la perenne aura di solitudine e il degrado di un mondo morto si sentono e si percepiscono fin dentro le viscere e le descrizioni raccapriccianti di uccisioni raggiungono il loro macabro e sanguinoso scopo e vale lo stesso anche per il lento e graduale processo di formazione del protagonista R, uno zombie diverso e molto più sensibile dei suoi compagni.
E inoltre, lo dico col cuore, mi sono piaciuti moltissimo i momenti di intimità fra R e Julie (sebbene lei sia un’odiosa ochetta superficiale), in cui pian piano lei vince la diffidenza nei confronti di lui, permettendo così la nascita fra loro di una tenera amicizia.
Mi è spiaciuto un po’, però, che il sentimento di R per lei dipenda dal fatto di aver mangiato il cervello del suo ragazzo, assorbendone in questo modo i ricordi e sentendo un istintivo desiderio di proteggerla. Voglio dire, da una parte è una cosa molto toccante (intendo aver ricevuto i ricordi, non l’ingestione del cervello!), ma secondo me sarebbe stato più bello se la sua infatuazione fosse stata un tantino più innata, personale, senza alcun intermediario, indipendente.
Vabbè, questi son dettagli.
Il vero problema arriva nei tre quarti restanti del romanzo: da semplice e tormentato zombie, R diventa peggio di Umberto Eco con la logorrea e ci propina infinite pagine di filosofia ed elucubrazioni mentali sul suo cambiamento interiore (che, devo ammettere, gli fa perdere tutto il suo fascino iniziale), dei ricordi dell’ex ragazzo di Julie (quelle pagine sono a dir poco insostenibili da tanto sono soporifere), del giro turistico infinito di R per una delle poche città di sopravvissuti, senza nemmeno spiegare in maniera dettagliata come l’umanità si è organizzata per sopravvivere alla situazione post-apocalittica… Io non sono riuscita a immaginarla.
Il tutto degenera talmente tanto, che durante il proseguimento della lettura non provavo nemmeno il minimo senso di scuotimento durante i pochi colpi di scena o i momenti d’azione cruenta, per colpa della sonnolenza suscitatami dalle pagine precedenti. Alla fine mi ero trasformata pure io in uno zombie, seduta sul divano, il libro tenuto mollemente fra le mani, con la bavetta alla bocca, la testa inclinata di lato, gli occhi socchiusi e il corpo dondolante.
Per di più, mi ha infastidito parecchio lo stile dell’autore (o come l’ha reso la traduttrice, non lo so) che è molto puerile, ricco di quegli odiosi termini tipicamente giovanili che tutte le volte che li sento mi sanguinano le orecchie, quando penso che ci sono voluti secoli per creare e affermare una comune lingua come la nostra che viene guastata così.
Ma non è finita qui: in questo libro vi sono contenuti tanto stupidi e ridicoli, come ad esempio la scuola di zombie, con tanto di maestri, banchi, aula e cattedra (manca solo la lavagna), dove i piccoli della specie imparano a mangiare gli umani! Ma dai! Nemmeno un cartone animato partorirebbe un’idea simile!
Quanto avevo nostalgia della prima parte!
Insomma, avevo grandi aspettative, non vedevo l’ora di leggerlo, mi aspettavo una storia dolcissima e romantica (e, credetemi, di romanticismo ce n’è ben poco) e invece mi ritrovo un misto fra un trattato filosofico platonico, una guida turistica e un memoriale condito con un linguaggio abominevole e contenuti buffoneschi!
E il bello è che ne hanno pure tratto un film!
Tra l’altro si dice che “Warm bodies” sia la “trasformazione allungata” di un racconto online di grande successo scritto dall’autore in persona.
Secondo me se fosse rimasto un racconto avrebbe fatto più bella figura.
Almeno si evitavano un sacco di parti inutili.
non è così bello come mi è stato descritto
è tradotto molto male, mi sono fatto delle risate alla vista di "la sua testa ruotò di 36 gradi e poi gatte a terra dopo essersi staccata dal corpo". il fattore di introspezione che è inserito così sembra quasi per riempire degli spazi altrimenti il libro sarebbe troppo corto, per il resto ha uno stile molto piano e di conseguenza la lettura è molto veloce. l'idea per la trama è grandiosa, ma lo stile semplice e il provare a fare qualcosa di troppo profondo ha rovinato un po' il libro
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L'amore dopo la fine del mondo
Per una come me, che ama gli zombie (nei film, nelle serie tv, nei libri), questo romanzo non poteva mancare. Il genere fantasy distopico (da fine del mondo apocalittico in cui il genere umano cerca di sopravvivere), si mescola al romance molto presto, perché R non è uno zombie qualunque.
È un romanzo young adult che ci tenevo a leggere, sin da quando ne ho conosciuta la trama. Essendo appassionata di zombie, non ho trovato eccessive le descrizioni dei morsi, delle ferite, delle aggressioni, che erano indispensabili per creare l’ambientazione e lo scenario apocalittico.
Il punto di vista interno a uno zombie è molto particolare, originale, innovativo ed è l’elemento che rende irresistibile WARM BODIES di Isaac Marion ed anche ciò che ho apprezzato di più. A R ci si affeziona, poiché di lui si scopre l’anima, attraverso i pensieri e le parole che vorrebbe dire, ma che non sempre vengono fuori coerentemente. Fino alla fine, R resta misterioso perché lui stesso ignora il suo passato, prima della trasformazione in zombie. Si pone domande cui non trova risposta, finché, dopo essersi cibato del cervello di Perry, iniziano per lui tutta una serie di visioni che riguardano Julie. È un po’ un ritorno alla vita, anche se altrui, in un mondo che per lui era costituito solo da morte, vuoto e solitudine.
Le differenze tra Vivi (umani) e Morti (zombie ai vari stadi) a un certo punto non si distinguono più e R, da zombie, riesce ad essere più umano di loro, dimostrando sensibilità e sentimenti positivi. L’inevitabile amore per Julie lo aiuta a cambiare, a trasformarsi nuovamente, a tornare, in modo graduale, alla vita.
È un bel libro che vi consiglio perché è piacevolmente scorrevole, semplicemente ben scritto, insolito nella trama, poetico nello stile, romantico nella sensibilità dei personaggi e nel lieto fine che, per quanto vi aspettiate, saprà sorprendervi.
Favolosa la copertina tratta da una scena del capolavoro Zombie 2!
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uno zombie innamorato
"Warm Bodies" è un libro sugli zombie decisamente atipico. Qui, la figura degli zombie è completamente diversa da come siamo soliti immaginare e da come siamo stati abituati a recepire grazie ai libri e ai film che trattano l'argomento. E forse, per riuscire ad entrare in sintonia con la storia, lo scoglio più duro da superare è proprio quello di liberare la mente da tutte le nozioni su di loro fin'ora apprese e ricominciare da zero senza pregiudizi e preconcetti. Perché R, il protagonista di questa storia, è un ragazzo zombie capace di pensare e incredibilmente capace anche di provare sentimenti. All'inizio ne sono rimasta spiazata e mi sono detta "Ma come!?!? Non è così che sono gli zombie". Ma poi, ripensandoci, perché non dovrebbe essere possibile? Perché è facile credere che i vampiri abbiano sentimenti e gli zombie no? Pure i vampiri sono morti, eppure ormai nell'immaginario collettivo si è sviluppata la convinzione che loro possono pensare e amare proprio come noi. E allora, con qualche piccolo sforzo, ecco che sono riuscita a immergermi totalmente in questo romanzo.
La storia è ben scritta, ci sono paragrafi introspettivi ma anche parecchia azione che mi ha regalato momenti di pathos intenso e non mi ha dato mai occasione di annoiarmi. Il protagonista l'ho trovato adorabile. Simpatico, ingenuo, sembra quasi fragile e indifeso (anche se in realtà non lo è) e verrebbe voglia di accarezzarlo come un cucciolo :-) E' attraverso i suoi pensieri che la storia prende vita ed è attraverso di lui che si fa la conoscenza ravvicinata con gli altri zombie e si impara a conoscere il loro mondo. Che dire... è stata un'esperienza singolare e... molto interessante! E mi è piaciuta anche molto l'ambientazione del romanzo: uno scenario grigio e post apocalittico, dove tutte le città appaiono semi-distrutte e dove gli umani per sopravvivere devo arrangiarsi ad abitare negli stadi (trasformati in vere e proprie mini città), uniche strutture che offrono protezione e riparo. Data la storia originale e dato lo scenario catastrofico, non sono per niente sorpresa che ne stiano traendo un film! Le 270 pagine del libro scorrono veloci (io le ho terminate in soli due giorni) e arrivati alla fine ne avrei volute di più. Chissà, magari nei prossimi anni uscirà un seguito? Io lo spero perché mi sono affezionata al personaggio di R e poi sono curiosa di saperne di più sulle situazioni rimaste in sospeso. Il finale infatti è stata la parte che mi ha soddisfatta di meno. L'ho trovato troppo idealista e astratto, con tanti buoni propositi, tante buone intenzioni, ma troppa poca sostanza. Peccato, perché la storia in generale mi è piaciuta molto!