Narrativa straniera Gialli, Thriller, Horror Viviane Elisabeth Fauville
 

Viviane Elisabeth Fauville Viviane Elisabeth Fauville

Viviane Elisabeth Fauville

Letteratura straniera

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In una stanza disperatamente vuota una donna culla su una sedia a dondolo una bambina di pochi mesi. Ha l’impressione di avere commesso qualcosa di terribile, ma non ne è certa, tutti i suoi ricordi sono sfocati. Contempla la piccola quasi si aspettasse da lei una risposta, una rivelazione. Poi, un bagliore: ha quarantadue anni e ha abbandonato il bel marito che la tradiva, la sua casa, una vita invidiabile per rintanarsi lì, in un appartamento spoglio, in un quartiere popolato di bazar orientali dov’è una straniera. Il giorno prima ha ucciso a coltellate il suo analista, incapace di alleviare le crisi di terrore di cui soffre, in segreto, da tre anni. Di quel che è stata – ambiziosa direttrice della comunicazione con ufficio sugli Champs-Élysées, moglie e figlia devota – non le resta che un nome, Viviane Élisabeth Fauville, regale e fragile relitto di un’esistenza inappuntabile, della scrupolosa obbedienza alle leggi dell’abitudine e della necessità. Certa solo del delitto che ha commesso, e del colpo di grazia che non potrà tardare, per tutti minacciosa e impenetrabile, ancorata alla realtà solo dall’ingombrante presenza della figlia, Viviane esce dai binari che guidavano il suo destino, si addentra in una Parigi oscura e parallela, affonda, e ci trascina, in un gorgo di insostenibile angoscia, di acuto disagio – sino all’esplosivo epilogo.



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Viviane Elisabeth Fauville 2017-12-23 09:49:40 Antonella76
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Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    23 Dicembre, 2017
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In un turbine di follia...



Chi è davvero Viviane Elisabeth Fauville?
Una pazza? Un'assassina? Una madre disperata? Una donna tradita?
Viviane Elisabeth Fauville è una bella donna di 42 anni, con un lavoro importante e una bambina di pochi mesi.
Suo marito, Julien, l'ha lasciata, mettendo fine ad un inferno coniugale, dicendole: "ti lascio, non c'è altra soluzione, tanto lo sai che ti tradisco, e non lo faccio nemmeno per amore, ma per disperazione".
Da qui la discesa nella follia..

Sono pochi, pochissimi i romanzi che utilizzano la seconda persona singolare...e questo è uno di quelli.
Il narratore esterno dà del tu alla protagonista, la osserva da vicino, la segue, la analizza...ma improvvisamente passa alla terza persona e poi alla prima senza nessuna motivazione apparente, se non quella di creare nel lettore una confusione pari a quella che alberga nella mente di Viviane.
Come un voler riproporre la sua perdita d'identità, di direzione, di appartenenza al mondo circostante e farla diventare anche nostra, farci partecipi del suo delirio allucinatorio.

Un noir psicoanalitico, decisamente originale, spesso difficile da decifrare, che gioca sui diversi piani di percezione della mente.
Ciò che lega il lettore non è la trama (di per sé debole), ma il percorso psicologico di questa donna allo sbando, alla ricerca del proprio senso.
Anche la Parigi sullo sfondo rispecchia lo stato d'animo di chi ha perso tutto, anche se stessa, e appare confusa, buia, triste.
Fondamentalmente, per me, un libro sulla solitudine.

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