Violet
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- “TI CHIAMERÒ VIOLET” -
Unica sopravvissuta all’incidente aereo del volo 121 della Freedom Airlines alcunché ricorda la giovane protagonista nata dalla penna di Jessica Brody. La sua memoria è completamente scomparsa, persino i gesti più semplici propri della quotidianità di ogni individuo sono a lei ignoti. Non conosce la televisione, non ha idea di cosa sia e a cosa serva un pc con annessa connessione alla rete, persino indossare la biancheria intima, allacciare il reggiseno, lavarsi i denti e pettinarsi i capelli sono nozioni che non le appartengono. Come una bambina piccola è costretta, tra confusione ed una notorietà involontaria, ad imparare tutto dal principio. Uno strano tatuaggio sul polso, degli anonimi grigi abiti ed un medaglione raffigurante il simbolo del “nodo eterno” costituiscono l’unico legame con il suo passato. Non ha idea del perché si trovasse tra i relitti dell’aereo, non ha più la certezza nemmeno di esservi realmente salita poiché il suo nome non figura tra quelli appartenenti alla lista dei passeggeri, è in balia degli eventi. Soprannominata Violet grazie al colore dei suoi occhi e alla bellezza mozzafiato che le appartiene comprende quasi subito di essere diversa da chi le sta intorno, possiede indubbie doti che la contraddistinguono dalla massa; tra le tante non solo è una poliglotta ma ha anche spiccate capacità fisiche ed un innato senso di percezione del pericolo. E’ la prima ad aver timore di sé stessa. Altro enigma a cui l’autrice ci sottopone è la sigla incisa sul medaglione “S+Z=1609”. Cosa significa si chiede? Cosa rappresenta? Perché vi è stata riportata con tanta meticolosità?
Un ragazzo sembra rappresentare la chiave di volta per la sua memoria. Nonostante il suo scetticismo, la sua diffidenza per il giovane Lyzender detto Zen, il suo corpo reagisce al suo contatto, emozioni ignote prendono campo nel suo cuore e nella sua mente e forse una possibilità di apprendere su quel che è stato c’è. Egli sembra conoscerla molto bene e le rivela, tra le altre cose, che numerose volte ha dovuto ricordarle chi era e quale ruolo avesse nella sua vita di reclusa, di detenuta. Si, questa è la definizione più opportuna per descrivere la condizione della donna nel luogo dal quale entrambi sono fuggiti. E perché Zen ha così timore di quel luogo? Cosa si cela tra le mura di quella ovattata prigione? Cosa hanno fatto a Violet?
Vinta da uno scetticismo iniziale ero particolarmente perplessa sul se leggere o meno questo romanzo. Inevitabili, sfogliando la trama, la somiglianza con opere quali “Maze Runner” di James Dashner e/o con alcuni caratteri della celebre serie televisiva “Lost”, quindi ho aspettato, rimandato, me lo sono dimenticata, mi è poi ritornato in mente fino a che non mi sono decisa e ne ho iniziato la lettura. Devo ricredermi.
Violet è un romanzo capace di tenerti sulle spine dall’inizio alla fine ponendoti interrogativi sui quali è inevitabile riflettere. Quando l’unica certezza (oltre alla morte) viene messa in dubbio, quando sei privato della tua stessa memoria e sei alla mercé dell’ignoto non puoi sottrarti al dubbio, non puoi non essere preda della curiosità, non puoi non chiederti “e se succedesse davvero? Se toccasse a me?”. Non lo definirei un fantasy, ha molti più caratteri della fantascienza nonché di un thriller con cospirazioni segrete, sostanzialmente non lo circoscriverei ad un genere predefinito. Molteplici sono le atmosfere, rapido è il mutamento delle scene, delle sequenze che animano le pagine. Il lettore è catturato dagli intrighi, dal controllo tecnologico, dall’enigma, ha brama di sapere.
Stilisticamente il componimento è fluente anche se presenta un linguaggio elementare essendo scritto interamente al presente, con periodi brevi e non essendo caratterizzato da una particolare erudizione. Ma paradossalmente è proprio questa sua semplicità che cattura chi legge. La scelta sulla quale è ricaduta la Brody per impostare le pagine di questo scritto è quella più adatta considerando chi è la protagonista, la sua condizione di “smemorata sexy” (come la definisce Cody) e dunque la sua necessità di imparare tutto dal principio. Primo capitolo di una trilogia e presto sugli schermi cinematografici, Violet, supera dubbi e perplessità e si presenta come un prodotto accattivante, con buone possibilità di riuscita. Vedremo come si evolverà la storia nei capitoli successivi e se l’autrice sarà in grado di mantenere la stessa suspence, alimentare la curiosità e sviluppare pienamente l’intrigo che rende piacevole questa lettura.
Indicazioni utili
Tecnologia ed emozioni trattenute
“Si può fingere una cosa simile?” se lo chiede la protagonista di questo romanzo, che presto diventerà anche un film. È un romanzo che ti tiene costantemente sulle spine e ti impone degli interrogativi che affondano le radici nella natura umana e, di conseguenza, chiamano in causa anche le riflessioni profonde del lettore, uomo o donna, adulto o giovane che sia.
Gli ultimi young adult che ho letto mi hanno un po’ delusa, ma con VIOLET è tutt’altra cosa. Non è un romanzo che limiterei ad un genere predefinito, visto che molta dell’atmosfera creata è quella di un thriller con cospirazioni segrete.
Capitolo dopo capitolo, mi sono chiesta come ha fatto JESSICA BRODY ad orchestrare una trama simile? Davvero spettacolare.
Un po’ un miscuglio tra film d’azione come Unbreakable e The Bourne Identity, ma immaginato tutto al femminile. VIOLET è un personaggio che ti resta dentro a più livelli. È un’adolescente la cui mente è una tabula rasa. Non ha più nessuno ricordo di se stessa. È spaesata, confusa, ma è anche una celebrità. Lo è diventata a seguito dell’incidente aereo del volo 121 della Freedom Airlines, precipitato nell’Oceano Pacifico, di cui lei, misteriosamente, è l’unica sopravvissuta e dal quale è rimasta praticamente illesa. Ha riportato soltanto danni cerebrali, un’amnesia totale. Niente di fisico. Stranamente i medici si accorgono che qualcosa in lei non va. È diversa. Sembra che lei non ricordi nemmeno le cose banali del quotidiano: come la tv, i computer, i cellulari, ecc. Ed è impossibile che una cosa del genere accada ad un’adolescente del ventunesimo secolo.
Lei è bellissima e perfetta. Il nome che le è stato dato non è il suo. VIOLET viene dal singolare colore viola dei suoi occhi. Il suo ritrovamento è un mistero, poiché lei non era mai stata sull’aereo precipitato. Nessuno la riconosce, dopo che la sua immagine è stata trasmessa da tutti i telegiornali del mondo. Nessuno la cerca. Nessuno ha denunciato la sua scomparsa. VIOLET è intrappolata in un mondo che non riconosce, ma ha qualcosa di diverso dagli altri. Ha delle abilità incredibilmente eccezionali, che lei stessa non sa di possedere, finché non le capita di metterle in pratica.
Lei è la prima ad essere spaventata da se stessa. All’improvviso, in lei si accende la speranza di poter recuperare il ricordo della sua vita, ricostruendo il suo passato, accanto all’unico ragazzo che sembra conoscerla da prima del disastro aereo e che sembra aver condiviso con lei delle emozioni speciali.
“Sì. Sempre sì.”
Complotti, intrighi, controllo tecnologico e fughe continue, per non cadere nella trappola del nemico, creano una trama ricca di suspense, letteralmente imprevedibile.
“Perché avrei avuto bisogno che qualcuno mi ricordasse cos’è reale?”
“Perché non tutto nella tua vita lo era.”