Uno sparo in biblioteca
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Detective per caso
Invitato per passare il fine settimana in una tranquilla villa di campagna, un eterogeneo gruppo di ospiti è coinvolto nel singolare presunto suicidio del loro anfitrione, avvenuto in una biblioteca ermeticamente chiusa. Una morte più che sospetta per Roger Sheringham, un tranquillo scrittore che, per vederci chiaro, si trasformerà in detective, prendendoci anche gusto.
“Roger stava ancora brancolando nel buio. L’azzardata ipotesi che la morte di Stanworth fosse in realtà un delitto, avanzata con assoluta convinzione, gli era tuttavia apparsa un po’ tirata per i capelli; e il fatto di averla prospettata era stato dettato più dal desiderio di sorprendere lo stolido Alec e di scuoterlo dal suo torpore, che da un intimo convincimento”.
All’inizio fu solamente un romanzo composto appositamente per far piacere al padre, appassionato cultore di letteratura poliziesca. Ben presto si trasformò in “Una boccata di aria fresca”. Così infatti un eminente critico letterario definì l’apparizione del neodetective dilettante Roger Sheringham, uscito dalla penna dello scrittore britannico Anthony Berkeley, nell’interessante romanzo poliziesco intitolato Uno sparo in biblioteca. Ed effettivamente la comparsa di questo eccentrico investigatore diede nuovo slancio al mystery di stampo britannico, poiché le indagini da lui condotte apparivano molto più vicine alla realtà di quelle dei suoi più esimi “colleghi” dell’epoca (1925). Razionale per natura fino a rasentare l’ossessione, Sheringham non sempre però sa interpretare correttamente gli indizi da lui trovati, cadendo a volte nel ridicolo. Perlomeno è ciò che gli accade nell’opera d’esordio, quando si troverà suo malgrado, ma con sommo diletto, a svolgere delle investigazioni su un caso apparentemente semplice. Tutto ha inizio quando Roger viene invitato, assieme ad un suo giovane amico, nella lussuosa villa di campagna di Victor Stanworth, un uomo d’affari di basse origini che ama circondarsi di eminenti membri dell’alta società. Da ospite perfetto, Stanworth riesce a mettere a loro agio i suoi convitati finché, una soleggiata mattina, viene ritrovato cadavere con una rivoltella in mano all’interno della sua biblioteca, ermeticamente chiusa. Si pensa subito al suicidio, anche se la cosa appare assurda a tutti, poiché lui emanava da ogni poro la gioia di vivere. Questo aspetto del suo carattere, unito ad alcune stranezze nella posizione del cadavere, inducono immediatamente Sheringham a non credere che il suo ospite si sia tolto la vita. Messo al corrente l’amico dei suoi dubbi, lo convince a fargli da spalla nel corso delle indagini che ha rapidamente deciso d’iniziare, nonostante le sue uniche esperienze investigative siano il frutto di letture di genere poliziesco. Ed è proprio a questo punto del romanzo che prorompe tutto lo slancio innovativo di Anthony Berkeley: il suo novello detective infatti - che di mestiere fa lo scrittore - cerca di portare nella realtà oggettiva i metodi investigativi di Sherlock Holmes. Le opinioni attorno al crimine iniziano ad abbondare nella vulcanica mente di Sheringham che, grazie alle proprie deduzioni su alcuni indizi ritrovati e ad un misto di arguzia e di fantasia, dà subito sfogo ad azzardate teorie sull’omicidio, sul quale non nutre dubbi, come dice più volte al suo scettico amico. Supposizioni che in alcune circostanze porteranno il protagonista ad un passo dalla soluzione dell’enigma, mentre in altre lo condurranno su false piste, guidandolo verso situazioni - in almeno un caso - davvero esilaranti, fra gli sberleffi del suo giovane confidente. Proprio in questo affastellarsi di conclusioni ben ponderate dall’improvvisato detective, di tracce da lui ricercate con ostinatezza, di percorsi investigativi apparentemente razionali, di ricostruzioni dei fatti attinenti le circostanze della morte di Stanworth, ma soprattutto sui moventi che avrebbero indotto il presunto assassino ad agire, sta la vera originalità del romanzo e del suo protagonista. Un intellettuale dal carattere impulsivo, capace di gesti raffinati come di comportamenti assai bruschi pur di ottenere i suoi scopi, ma anche obiettivo nei suoi giudizi, insomma un essere umano come tanti. Ecco in estrema sintesi come appare Roger Sheringham ai lettori di questo brillante mystery, dove bastano pochi tratti di penna al suo creatore, Anthony Berkeley, per descrivere in maniera adeguata personaggi ed ambientazione. Giustamente il narratore dà maggiore spazio ai dialoghi, davvero brillanti, di questo libro, nel quale sa sapientemente seminare qua e là alcuni indizi che potrebbero portare anche l’attento lettore alla risoluzione di una vicenda davvero insidiosa. Soprattutto per il simpatico detective, quanto a volte davvero pasticcione Roger Sheringham.