Una perfetta sconosciuta
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Recensione della Redazione QLibri
Alice
La trentasettenne Alice Humphrey mai si sarebbe aspettata che quel lavoro, caduto dal cielo proprio nel momento del bisogno, si sarebbe rivelato un’arma a doppio taglio. Quando infatti il sedicente Drew Cambell le propone di gestire una piccola galleria nel Meatpacking District, la “Highline Gallery”, la donna, che da otto mesi è in stato di disoccupazione, accetta senza porsi troppe domande. Non si insospettisce minimamente del fatto che l’autore delle foto esposte, Hans Schuler, non voglia (e si rifiuti di) apparire, né del fatto che un presunto anonimo benefattore lo abbia preso sotto l’ala, né dell’assenza ed irreperibilità di colui che l’ha contattata, tanto che, anche se ritiene il contenuto delle immagini alquanto opinabili, il suo unico pensiero è quello di, almeno per una volta, avere il merito delle sue imprese. Alice, figlia d’arte di Frank Humphrey, regista, e dell’ex attrice, Rose Sampson, nonché sorella del quarantunenne Ben Humphrey, fratello problematico con precedenti in materia di droga, da sempre cerca di riscattarsi dal marchio di “figlia di papà”. Quale migliore occasione? I preparativi iniziano e si prolungano per appena tre settimane; il lancio della galleria non manca di farsi attendere e sorprende addirittura la stessa direttrice che, per quante aspettative potesse nutrire, non sarebbe mai arrivata ad ipotizzare un così eclatante furore e corsa all’acquisto delle foto. Il giorno seguente, le accuse. Pornografia. Pedofilia. Riuscitasi a mettere in contatto con Drew, si accorda col medesimo per parlare dei fatti il mattino seguente. Giunta in Galleria viene subito colpita da una serie di elementi: le vetrate della medesima sono state interamente coperte da fogli di carta da pacchi, all’interno non riesce ad accendere le luci, tutti gli oggetti che ne caratterizzavano l’arredamento sono scomparsi, ed il suo capo è riverso in una pozza di sangue. La polizia, non tarda, inoltre, a sottoporre alla sua attenzione, una foto che sembrerebbe ritrarla nella posa di un bacio col defunto. Ma come questo è possibile, se, di fatto, ella a malapena lo conosceva ed il massimo del contatto fisico avuto altro non era che il premere le proprie dita sulla carotide per verificarne il battito cardiaco? Che qualcuno stia cercando di incastrarla?
Joann Stevenson, ragazza madre, ha cercato di offrire la migliore delle vite alla figlia quindicenne Becca. Adesso che finalmente è riuscita ad ottenere, tra mille sacrifici, un lavoro stabile e una casa di loro proprietà, è fiera di sé e dei suoi traguardi. Da un paio di mesi, inoltre, va avanti la frequentazione con quel docente che le ha rubato il cuore. Il mondo, quindi, semplicemente le cade addosso quando, al mattino si rende conto che l’adolescente è scomparsa. Cosa le è successo? E perché? Che la sua sparizione sia collegata in qualche modo alla Galleria di Alice?
Hank Beckman è stato più volte reguardito: deve smetterla di seguirlo. Deve farla finita. Eppure lui non può, non può non controllare le mosse di colui che è il colpevole della sua morte. Ellen, la cara sorella, aveva una dipendenza, e lui non se ne è accorto in tempo..
Con “Una perfetta sconosciuta” Alafair Burke, dà vita ad un thriller caratterizzato dall’intrecciarsi ed alternarsi di più trame che, piano piano, riportano ad un mistero unico.
L’opera è intrisa altresì di una penna semplice, chiara, gradevole seppur talvolta tenda ad anticipare troppo. Si legge facilmente ma non conquista per pathos ed intensità risultando a tratti acerba. Il lettore ha la sensazione di trovarsi in una dimensione in cui non è completamente parte, come se vi fosse un vetro tra lui e il contenuto dello scritto. Lo sviluppo degli avvenimenti è buono, seppur prevedibile.
Non solo. Se in un primo momento la lettura prende ed incuriosisce, nel resto il testo è tutto un sali/scendi, e questo proprio perché se da un lato è facile - come anzidetto - intuire le intenzioni della scrittrice (riuscendo così ad anticiparne le mosse), dall'altro, la stessa, "caricandolo" eccessivamente, finisce col renderlo macchinoso.
Nel complesso "Una perfetta sconosciuta" è un prodotto apprezzabile ma non eccelso, un volume con una buona base di partenza ma penalizzato dal "voler mettere troppo", dal "voler far troppo".
Consigliato a chi ama il genere o a chi cerca una lettura senza pretese, piacevole con cui trascorrere qualche ora diversa.
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Opinioni inserite: 5
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Un po' esagerato
Romanzo gradevole, con una storia iniziale che intriga e che fa venire bolgia di continuare a leggerlo. Sono strane le cose che succedono ad Alice e la voglia di saperne il motivo è tanta. In effetti le risposte arrivano e in mezzo c'è un omicidio di cui è accusata Alice, e come non potrebbe essere diversamente visto che la storia che racconta alla polizia è tutt'altro che credibile. Ci sono poi vicende sgradevoli di famiglia che vengono tirate in ballo dopo anni, c'è una ragazza scomparsa e molto altro. In effetti tutto alla fine ci viene spiegato, ma a me la spiegazione non è piaciuta troppo:. Un classico caso in cui nessuno è quello che sembra di essere: una vita dove attorno alla protagonista tutti mentono e in particolare lo fanno quelli che lei ritiene siano le colonne a cui appoggiarsi. Una soluzione spesso usata e che ho a volte apprezzato, ma in questo caso mi sembra che l'autrice abbia un po' calcato la mano.
Lo stile di scrittura invece mi piace: chiaro, lineare, senza troppe divagazioni, ma con tutti i particolari che servono forniti al momento giusto, lasciando spazio anche al lettore di fare le proprie riflessioni e trarre le proprie conclusioni.
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e se succedesse a te?
Thriller psicologico che tiene incollati dalla prima all'ultima riga.
Alice è una donna disoccupata a cui un giorno uno sconosciuto offre improvvisamente il lavoro della vita. Alice accetta entusiasta e si butta a capofitto nella nuova attività fino a quando una mattina lo sconosciuto viene trovato ucciso e tutti gli indizi portano a lei. Alice casca dalle nuvole, che sia stata incastrata? C'entra per caso il suo famoso padre, regista da Oscar, e non proprio uno stinco di santo?
Alice sa di essere innocente, e con la polizia sulle sue tracce, inizia a cercare da sola la verità, anche se via via che scopre cose nuove capisce di essere davanti a qualcosa di più grande di lei...
La cosa su cui fa maggiormente riflettere questo libro è di come a volte sia facile incolpare qualcuno, sebbene uno possa essere del tutto estraneo al crimine, e di come per quel qualcuno sia difficile dimostrare la propria innocenza se tutte le evidenze sono contro di te.
Alafair Burke, dopo La ragazza nel parco, si riconferma come grande scrittrice di thriller psicologici molto intriganti. Autrice valida da tenere d'occhio.
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NON FIDARTI DI NESSUNO
Alice Humphrey è la protagonista di questo thriller psicologico che mi ha coinvolto ed entusiasmato.
Alice è ormai una donna adulta anche se non è ancora realizzata sul lavoro, è divorziata e disoccupata da vari mesi e non vuole tornare a chiedere aiuto ai suoi genitori. Seppure sia di famiglia ricca, avrebbe voglia di cavarsela da sola e quando incontra Drew Campbell pensa che i suoi problemi siano finiti. Pensa che finalmente sia arrivata la sua occasione.
Lui si presenta così dal nulla e le propone di gestire la sua nuova galleria, Alice si fida di lui ma i problemi iniziano presto e la donna si ritroverà in un vortice che le si ritorcerà contro.
La protagonista trova il corpo di Drew e in un solo giorno la sua vita cambia, a causa di una foto che la ritrae mentre bacia il suo capo e il suo mondo le crolla addosso…
Alice non si ricorda nemmeno di averlo baciato, sta mentendo? Oppure qualcuno la incastra? O ancora non se ne ricorda? Eppure la donna della foto è identica a lei, gli stessi capelli rossi, lo stesso giubbotto, gli stessi lineamenti.
Inizierà una corsa contro il tempo per capire cosa è successo, prima che la polizia si convinca che lei sia la colpevole.
Parallelamente alla storia di Alice, c’è anche la scomparsa di una quindicenne Becca, figlia di una madre single e vittima del bullismo a scuola, con una storia personale molto dura alle spalle, la ragazza non ha mai conosciuto il padre.
Alice, però può contare su Lily la sua migliore amica e su Jeff avvocato e suo amico, con il quale ha avuto anche una relazione amorosa.
La protagonista con i genitori ha un rapporto difficile, soprattutto con il padre ex regista, che ha tradito la madre con varie attrici e con il quale non è mai andata d’accordo, l’unico della famiglia con cui si sente veramente legata è il fratello Ben.
L’autrice ci lascia molti indizi durante il libro che mano a mano durante il racconto, si intrecciano e prendono la loro giusta collocazione.
I personaggi non si scoprono se non alla fine, ma non sono né completamente buoni né completamente cattivi, quindi il lettore sospetta di tutti e di nessuno. E’ molto comune in questo genere di romanzi trovare questa caratteristica, lo scrittore cerca di tenere i vari personaggi sullo stesso piano, creando quindi nel lettore confusione e tenendo nascosto le varie sfaccettature dei loro caratteri.
Alafair riesce a coinvolgere il lettore tenendo alto il livello della suspense e creando molto intrecci mano a mano che si va avanti a leggere e alla fine quando si pensa di aver capito tutto e di essere arrivati alla soluzione, l’autrice ci sorprende con ulteriori colpi di scena.
All’inizio devo dire che il racconto mi è sembrato alquanto confuso e articolato, i capitoli cambiano voce narrante e vengono introdotti vari personaggi. Nonostante questo piccolo difetto iniziale, la storia prosegue diventando molto avvincente e non si riesce a fermarsi perché si vuole conoscere come va a finire il romanzo.
Un thriller psicologico che consiglio, dove si intrecciano varie storie e dove nessuno è come sembra e dove la verità non è così scontata.
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Una perfetta sconosciuta ...
Come si fa a dimostrare la propria innocenza quando ci sfugge qualcosa di molto importante? Quando non ricordiamo esattamente quel qualcosa che ci viene proposto come certo, come facciamo a dimostrare che non è reale? E se invece fosse reale? E se fossimo noi che non lo ricordiamo?
È sicuramente un incubo quello che si vive in una situazione del genere. È l'incubo che si trova a vivere Alice Humphrey, principale sospettata dell'omicidio del suo affascinante capo.
Ma Alice è molte altre cose ...
È l'amata figlia di una famiglia privilegiata, ma nota alla cronaca per precedenti scandali. È anche una ragazza determinato a farcela da sola, a realizzarsi nel lavoro senza l'aiuto di papà. È una giovane intraprendente come tante che vive nella Grande Mela.
L'incontro casuale con quello che diventa il suo nuovo capo, Drew Campbell, le cambia davvero la vita. Campbell è il rappresentante di un ricco mecenate anonimo che vuole lanciare un artista delle doti artistiche controverse. Lui vuole aprire una galleria d'arte e vuole che Alice la gestisca. Per Alice è tutto incredibilmente provvidenziale ed accetta senza pensarci su due volte.
Inevitabilmente, il nuovo inizio di Alice è troppo bello per essere vero.
Alice si trova in un groviglio di menzogne. L'anonimo mecenate è impossibile da rintracciare ed anche il controverso e chiacchierato artista, noto con uno pseudonimo, si dà alla macchia. Sembra come se Alice fosse caduta in una trappola, ordita da qualcuno che agisce nell'ombra, per incastrarla.
Se vuole non essere accusata di omicidio, deve scoprire la verità ed individuare il colpevole.
Alice è un bel personaggio: è intelligente, interessante e simpatica.
Anche questa volta, la scrittrice americana, Alafair Burke, ha ideato una storia complessa, coinvolgente e avvincente. È un autentico giallo. Diventa sempre più ingarbugliato ed intrappola il lettore che non resiste alla curiosità di sapere come finirà.
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Long Gone
Come sempre più spesso accade, il titolo in italiano, a mio avviso, è più indicato dell'originale Long Gone.
La storia parte molto lentamente. All'inizio mi sono domandato spesso quando sarebbe accaduto qualcosa. A circa un quarto di libro conosco l'aspetto esteriore della protagonista che fino a quel momento non sapevo come immaginare. L'autrice quindi se prende con calma. Verso la metà la storia assume un tratto interessante. L'impronta è sicuramente quella di un thriller psicologico. Alafair Burke ha intessuto una storia molto complessa e avvincente intorno ad Alice Humphrey, una donna incastrata per un omicidio che non ha commesso. La sotto trama tuttavia non è avvincente e non si è creata la suspense che speravo. Un vero peccato perché ci si affeziona subito alla protagonista e dalla trama principale poteva nascere qualcosa di meglio.
Un picco di stile nel finale che gli ha fatto guadagnare la terza stella in "piacevolezza". Un buon finale va sempre premiato.