Una Cadillac rosso fuoco
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Recensione della Redazione QLibri
A un passo dall'inferno
Quando mi appresto a leggere un nuovo libro di Joe R. Lansdale, ho ormai scelto l'approccio del "non mi aspetto nulla". Ho capito, infatti, che si tratta di un autore che può nascondere romanzi di rara bellezza, ma solo intervallati da tanti altri improntati a null’altro che intrattenimento. "Una Cadillac rosso fuoco" appartiene a quest'ultima categoria eppure, non so se per il mutare del mio approccio o se per un'effettivo miglioramento della qualità, l’ho apprezzato più di altre sue recenti pubblicazioni.
In primis è una lettura molto scorrevole: pur arrivando a quasi trecento pagine, si finisce in poche ore e le vicende, pur non spiccando per originalità, coinvolgono e spingono il lettore ad arrivare alla fine leggendo il libro tutto d'un fiato. Grazie alla narrazione in prima persona fatta dal protagonista Ed Edwards, si riesce a entrare in empatia con lui, seppure i nostri sentimenti nei suoi confronti potranno risultare piuttosto variabili.
Il protagonista di questa storia (che in certi tratti mi ha riportato alla mente "lo sono Dot") è un ragazzo mezzo bianco e mezzo nero, che è riuscito a nascondere le sue origini paterne e si arrabatta come venditore di auto usate. Nella sua vita ormai rassegnata alla mediocrità, arriverà un punto di svolta: dovrà infatti ritirare una Cadillac rossa a un cliente che ha smesso di pagare le rate, e in questa occasione conoscerà l'affascinante moglie dell'acquirente, che la picchia di continuo e non fa altro che ubriacarsi, per poi sparire per lunghi periodi. Sedotto dalla bellezza della donna e dalle sue attività (gestisce un drive-in ben frequentato e un cimitero per animali) Ed si lascerà andare e vedrà in tutto questo un'occasione per svoltare, per fare quella scalata sociale che darà una vita migliore a lui, a sua madre e alla sua bella e dotata sorella.
Tuttavia, spesso la realtà va molto diversamente da come l’abbiamo immaginata e programmata: piuttosto che portarci in cima, finisce per farci precipitare agli inferi.
“Prima di mandarti in quell’inferno, ti parlano di coraggio, di eroismo, di nobili principî. Poi, se ne esci vivo, non vedi l’ora di tornare a ciò che hai lasciato. Quando ci torni,. Ti accorgi che ciò che hai lasciato non c’è più. E se invece c’è ancora, lo sai cosa succede?”
“Cosa?”
“Ti accorgi che quella cosa non è così bella come te la ricordavi e cominci a fantasticare si come renderla migliore. Cominci a volere di più, sempre di più. E non basta mai.”
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Opinioni inserite: 1
Una cadillac piena di cliché
Bionda, di un biondo a buon mercato, con un viso pungente delineato da sopracciglia arcuate e labbra capaci di convincere un uomo, di un’età approssimativa ai venticinque anni e dal corpo altrettanto fascinoso con quelle gambe brunite e quell’ombelico che fa capolino sotto la camicetta avvitata in vita: è questo l’aspetto con il quale Ed Edwards conosce la signora Craig, la donna che insieme al marito ha acquistato a rate insolute la Cadillac che al giovane dipendente è adesso richiesto di recuperare.
Ben presto per Ed le circostanze si rivelano tali da fargli auspicare alla possibilità di un cambiamento del proprio ceto sociale, delle proprie sorti: lui che mezzo bianco e mezzo nero si arrabatta con un lavoro arrangiato, può forse, questa volta, sbarcare il lunario e cambiare questa vita grama che sembra averlo relegato ad una esistenza di fatto bieca e misera, mediocre e villana. Allo stesso tempo, Edwards, si renderà conto che non tutto è come auspichiamo, che quel futuro roseo che immaginiamo è in realtà pronto a trascinarci negli inferi.
Con quest’ultimo lavoro Joe R. Lansdale destina ai suoi lettori un romanzo meno forte dei precedenti, certamente meno originale e di fatto più di intrattenimento per chi cerca un elaborato con il quale trascorrere ore liete che un componimento di quelli indimenticabili o che semplicemente ne hanno delineato la fama e gli albori. La lettura, per quanto sia rapida e fluida, non convince. La trama giunge al lettore come un susseguirsi continuo di cliché, i personaggi sono ben poco tratteggiati e lo stile non brilla per erudizione ma nemmeno per fascino narrativo. È privo di quelle caratteristiche tali da conquistare e accarezzare chi legge tanto da farlo sentire coccolato, a casa, sereno.
Il risultato è quello di un libro che non va oltre il mero “passatempo” e che non grida al capolavoro. Si legge con rapidità e si presta alla lettura di chi ha bisogno di testi leggeri e poco impegnativi e a chi è un appassionato dell’americano.
Indicazioni utili
- sì
- no