Una brava ragazza è una ragazza morta
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Pip e il "Mostro del nastro adesivo".
Holly Jackson è una giovane scrittrice inglese, laureata in letteratura e scrittura creativa all’università di Nottingham e insegnante di inglese. Non le mancano certo coraggio e creatività, se a 15 anni aveva già scritto il suo primo romanzo e se in pochi anni è riuscita a completare una trilogia imperniata su un fantasioso ed enigmatico personaggio, una ragazza con straordinarie abilità investigative, Pip Fitz-Amobi. Il romanzo è del 2021, e segue altri due dai titoli abbastanza significativi (“Come uccidono le brave ragazze” e “Brave ragazze cattivo sangue”): andrebbero letti in sequenza, poiché nel terzo sono abbastanza continui, soprattutto nella prima parte, i riferimenti a situazioni e personaggi dei primi due episodi. La ragazza ha una famiglia (genitori e fratellino), un amico del cuore ed è in procinto di iscriversi all’Università: maneggia internet, social e cellulari con la consueta abilità dei giovani e dà una mano alla locale stazione di polizia, risolvendo abilmente casi complicati. In questo ultimo thriller, è perseguitata da uno stalker che le invia messaggi minacciosi e che lei crede di identificare con un pericoloso serial killer autore di ben cinque omicidi negli anni passati. Pip ha paura, la polizia non sembra crederle, anche perché il supposto serial killer sta scontando la sua pena in prigione, pur essendosi sempre dichiarato innocente. Ma Pip è angosciata, si sente minacciata ed in pericolo di vita. E’ infatti rapita, imbavagliata con un particolare nastro adesivo nel capannone di una ditta, in attesa di una morte certa: il vero mostro si rivela, un personaggio già noto, insospettabile, dal comportamento irreprensibile. Pip riesce rocambolescamente a liberarsi e ad uccidere a martellate il rapitore. Quello che succede dopo è un susseguirsi incalzante di colpi di scena incredibili: Pip ha sì vendicato le ragazze uccise, ma è pur sempre un’assassina, cerca di far ricadere la colpa su uno stupratore sfuggito alla giustizia, aiutata dal fidanzato, ma alcuni indizi non convincono appieno la polizia del posto … Il finale è incandescente: dubbi, perplessità, incertezze, finchè …
Riuscirà Pip a cavarsela ? La scrittrice ci lascia un enigma da capire e risolvere, come oscura ed enigmatica è tutta la storia e soprattutto lo è la protagonista, apparentemente fragile, sempre sull’orlo di una crisi emotiva che la costringe ad assumere di nascosto potenti psicofarmaci, ma ben decisa a risolvere situazioni difficili e complicate.
Confesso che tutta la storia, intricata ed abbastanza coinvolgente, pur apprezzando l’indomito coraggio della giovane Pip, non mi ha pienamente convinto: vorrei non essere frainteso, ma tutto ciò che accade sembra scorrere come in un fumettone truculento, dove le azioni si affastellano l’una sull’altra tra spargimenti di sangue, pianti, lampi di gioia e voragini oscure di rimorsi e desideri di vendetta. Alla fine tutto viene lavato via, restano pochi ricordi : sono anche convinto che questo terzo romanzo della trilogia piacerà ai più giovani, che sicuramente si sentiranno emotivamente più coinvolti dalle avventure della giovane investigatrice, una specie di eroina dai nobili sentimenti e dal cuore che più puro non si può.
(PS: per curiosità, segnalo un metodo singolare per alterare la rigidità post mortem e la formazione delle macchie ipostatiche in un cadavere, ed alterare di conseguenza l’ora della morte: infilarlo in un’auto ed azionare raffreddamento e riscaldamento. L’ingegnosità di Pip per sviare le indagini non conosce ostacoli !)
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O muori da eroe...
Questa è una recensione tutt'altro che facile da scrivere, e non perché il libro mi abbia delusa (mi sono accorta negli anni che in quei casi le parole non mi mancano affatto!) ma perché la mia opinione positiva si scontra con una buona fetta di altri lettori che hanno bocciato in pieno la svolta principale del romanzo. Quando ho iniziato "As Good As Dead" ero proprio curiosa di capire se sarei rimasta anch'io delusa da questo epilogo, che ha un rating comunque alto ma in netto calo rispetto ai primi due libri, ed ho quindi priorizzato l'ultimo volume della trilogia A Good Girl's Guide to Murder rispetto alle mie altre serie in corso. A lettura ultimata, posso tirare un sospiro di sollievo: ho adorato come Jackson ha scelto di gestire la struttura della storia e trovo che i personaggi si mantengano del tutto coerenti con il loro percorso di crescita.
La trama ci porta alcuni mesi dopo l'epilogo di "Good Girl, Bad Blood", del quale vediamo chiaramente gli effetti sull'equilibrio psicologico di Pip, che non è ancora riuscita a superare ciò a cui ha assistito. Per riprendere le redini della sua vita, la ragazza inizia ad interessarsi ad un nuovo caso che la allontani da Little Kilton e dai suoi segreti; una serie di piccoli fatti inspiegabili la porteranno però a capire che c'è un ultimo mistero da risolvere. La narrazione parte da questo spunto e da molti altri indizi presi direttamente dai capitoli precedenti, ma si sviluppa in modo nuovo tanto da risultare nettamente divisa tra le due parti che compongono il volume.
Ho apprezzato moltissimo come Jackson sia riuscita a intessere una trama convincente sia a livello del singolo libro, sia nel quadro più ampio della trilogia: una volta arrivati all'epilogo diventa palese come lei abbia pianificato questa serie dalla primissima pagina. Un altro aspetto che trovo ben gestito è quello dell'atmosfera, perché pur rimanendo negli ormai noti confini della cittadina inglese l'autrice riesce a trasmettere un senso di cupezza ed angoscia -in particolare in un paio di scene non proprio da YA-, perfetto per il tipo di storia che si è andata creando di libro in libro.
Questo ci porta ovviamente alle tematiche, che mai come ora sono mature e comportano parecchi trigger warning, nella fattispecie per violenza fisica e psicologica (anche domestica), patologie psicologiche, ruolo delle forze dell'ordine o del sistema giudiziario e PTSD. Penso che la CE abbia fatto benissimo ad aggiungere un avviso ai lettori in tal senso perché questo volume contiene delle scene decisamente pesanti, per quanto contestualizzate e gestite molto bene nella storia.
Al pari con la trama, i personaggi sono l'aspetto più valido del titolo, in particolare i due protagonisti. Sì perché, dopo due libri in cui non riuscivo ad inquadrare del tutto il suo ruolo, Ravi fa una rimonta incredibile e, abbandonata la fase comic-relief, ottiene finalmente il suo "momento al sole". Pip si conferma una protagonista incredibile, anche se potrebbe non piacere a tutti la sua svolta in questo libro; personalmente l'ho trovata ben giustificata e in linea con la sua storia complessiva, inoltre ho apprezzato come l'autrice abbia dedicato più spazio alle sue riflessioni, andando oltre il lato mystery del libro. Ben gestito anche il resto del cast, ma mai indagato a fondo.
Per il mio gusto personale, trovo difficile contestare qualcosa a questo romanzo. Dovendo trovargli un paio di difetti per forza, farei presente che ci sono molti meno elementi mixed media rispetto agli altri (seppur la cosa sia giustificata) e a livello di trama l'intreccio si risolve in modo un po' troppo conveniente per essere verosimile al 100%. Ma d'altro canto si tratta di un'opera di fantasia, quindi non fatevi venire i miei stessi dubbi: continuate la serie appena verrà tradotta in italiano, oppure puntate direttamente all'edizione in inglese che non è inaffrontabile.
NB: Libro letto in lingua originale