Un po' più in là sulla destra
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Opinioni inserite: 6
Un pò più in la sulla destra
L'ex investigatore Louis Kelweihle trova un piccolo frammento di osso umano in un escremento di cane, vicino ad una panchina in place de la Contrescarpe a Parigi. Louis sospetta che dietro all'osso possa esserci un omicidio, inizia quindi ad indagare con l'aiuto di Marc Vandoosler e, seguendo la sua traccia, giunge in un piccolo paese della Bretagna dove qualche giorno prima c'era stato un incidente che aveva portato alla morte di una anziana donna...
Seconda indagine degli Evangelisti, anche se questa volta compaiono solo San Marco e San Matteo, che fanno da spalla a Kelweihle, mentre San Luca viene soltanto nominato.
La storia è costruita bene, con la giusta dose di ironia. Personaggi stravaganti e divertenti. Dialoghi spassosi (specialmente quelli tra Kehlweler e il suo rospo). Lettura piacevolissima che consiglio!
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un nodo ingarbugliato
Luis Ludwig Kehlweiler detto il Tedesco, ex commissario di polizia accantonato per una menomazione fisica da incidente sul lavoro.
Luis ha il pallino per i casi compilicati, per i risvolti inaspettati, per gli indizi che tutti scarterebbero a priori, per quelle poche possibilità che però il suo istinto lo portano a seguire.
Luis ha numerosi collaboratori ed informatori, ha fascino e lo sfrutta "tutto gli si appiccica addosso" come dice la vecchia prostituta amica di Luism, Marthe.
Luis ha un collaboratore, che lavora per lui come archivista, Marc, detto San Marco, appassionato di Medioevo.
Marc vive in un bugigattolo con atre tre persone tra coi il bizzarro cacciatore-ricercatore Mathias, detto San Matteo.
Luis trova una traccia in un escremento di cane: un frammento di osso umano.
Da qui inizia il divertente giallo-noir targato Vargas.
Confessso, ho faticato a finire questo romanzo, a volte troppo ingarbugliato e scritto con uno stile veloce, molto colloquiale.
Nel complesso direi un buon libro ma, non mi ha colpito eccessivamente.
Ripeto, è un'opinione personale e per tanto opinabile.
Mi sono piaciuti molto i personaggi, stampalati che un po' mi hanno ricordato quelli di Pennac...
Non mi sento di sconsigliarne la lettura..ad altri è piaciuto tantissimo, a volte c'è chi "canta fuori dal coro" =)
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Un po' più in là sulla destra
Che io mi ricordi Kehlweiler si incontra solo in questo libro. E' un personaggio davvero singolare, da cui Adamsberg ha sicuramente ereditato dei tratti. Concordo con Marmy che "denuncia" la mancanza di uscite cronologiche in Italia. Io stessa sono stata vittima di questa mancanza di rispetto del lettore. Dopo aver letto io sono il tenebroso che mi ha letteralmente fatto innamorare della nostra amica Fred ho letto L'homme à l'envers....chiaramente non trovando piu' i miei amici Luca, Matteo e Marco mi sono chiesta dove fossi incappata. Bhé quel libro proprio per una questione di cronologia sbagliata non l'ho apprezzato per niente,,,,
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Un pò più in là sulla destra
Ovvero il piacere della lettura.
Dietro al Tedesco, appassionato di panchine a Parigi, dove osserva uomini ed emozioni, ci avventuriamo da Parigi sino al Finistterre, per cercare di dare un nome ed un corpo a quel mignolo trovato negli escrementi di un cane.
Kehlweiler cammina, pensa e, soprattutto, non lascia mai nulla incompiuto. E' generoso con gli amici, come con Marthe per esempio che, rimasta senza casa, trasferisce a casa sua e si prodiga in consigli, ma con poche parole, perchè lei, Marthe indifferentemente conosce bene sia uomini che donne. Conosciamo Marc, che ama forse troppo il Medioevo così come le donne solo che queste ultime non sembrano ricambiarlo, e Bufo, il fedele amico del Tedesco che vive quasi sempre in tasca perchè è un rospo, anche poco intelligente.Tutto così scorre velocemente, troppo velocemente tra ironia, melanconia e ci si ritrova ad aver scoperto vittima e carnefice velocemente; troppo velocemente. Chiudi il libro e ti dispiace
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un pò più in là sulla destra
Che bello l'ultimo libro dellaVargas! La storica giallista francese ci ha regalato un giallo davvero picevolissimo con riferimenti alla storia più vicina della seconda guerra mondiale, durante l'occupazione nazista.
All'inizio si è un pò disorientati da questo nuovo personagggio"il Tedesco" e si rimpiange il mitico commissario Adamsberg.
Poi, si procede in questa narrazione piena di figure strambe, ai margini dell società, squattrinati sognatori, con codici e solidarietà tutte loro, amori infelici e un rospo per amico nella tasca.
Ed è mentre si delineano pian piano le storie ed i personaggi che si scopre con piacere che i perdenti sono i vincenti quando cercano la verità e alla fine, insieme, la trovano, inseguendo un crimine nascosto nella cacca di un cane da Parigi ad un bar con il biliardo in Bretagna.
E alla fine "ho voglia di una birra".e "Antoniette ..portò una birra senza che avesse ordinato niente. E' da questi particolari che sai che un caffè ti è entrato nell'anima."
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Continua ad affascinare
Mi associo al coro delle lamentele sulla scelta della casa editrice di far uscire le traduzioni italiane non in ordine cronologico ma, apparentemente a caso. Questo sarebbe il secondo della serie dei tre storici e verrebbe prima di "Io sono il tenebroso" ma anche ad essere affezionati lettori della Vargas un po' ci si dimentica dei libri usciti 5-8 anni fa.
Ma bastano poche pagine per ricordarsi bene di un personaggio come Kehlweiler, detto Il Tedesco, degli Evangelisti e di Marthe, "che lei li conosce bene gli uomini".
Sono personaggi densi di umanità in un'ambientazione anche un po' surreale. Si segue la storia e si vuole scoprire la verità, come in un giallo che si rispetti, ma ci si delizia anche dei sottili equilibri tra ironia e precisione narrativa. Il classico libro in cui si è combattuti tra al voglia di finirlo ed il dispiacere che sta per finire.
Insomma, la solita Vargas che (finora) non ha mai deluso.