Un delitto da dimenticare
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 2
Cortina di silenzio
Il giovane ispettore Erlendur Sveinsson ha un’ossessione per i casi irrisolti, così come per i casi che coinvolgono persone disperse a causa di eventi atmosferici estremi, così come per le persone che rimangono e che a quei lutti e a quelle sparizioni devono trovare comunque una risposta. Questo episodio scorre su due binari paralleli. Uno si rivela intrecciato ad un intrigo internazionale, anche se poi il vero movente è molto personale. L’altro è un cold case, che è da tempo un cruccio di questo ispettore, che si rivela avere dei punti di contatto con un suo episodio personale dell’infanzia, pur non essendo ad esso correlato. Li accomuna una cortina di silenzio, dietro cui tutti quelli che sanno qualcosa si trincerano. Fra le pagine si intreccia anche l’evoluzione personale di Erlendur e del suo poliziotto mentore. Penna scorrevole, interessante, anche se non adrenalinica.
Indicazioni utili
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Omicidi di brughiera
Prima di cominciare vorrei manifestare la difficoltà iniziale nella lettura, dovuta a nomi e termini islandesi che ho faticato a leggere. Primo fra tutti, per esempio "Erano andati a caccia sulla Eyvindarstaðaheiði" e poi ancora "Tuttavia, la Eyvindarstaðaheiði era ancora poco percorribile". Ho rinunciato velocemente a leggerlo accontentandomi di sapere che è una brughiera utilizzata per la pastorizia durante il periodo estivo (Wikipedia docet). Anche i nomi, soprattutto Mensalder ed Erlendur sembrano saltati fuori da un romanzo di Tolkien, all'inizio mi hanno distratto molto portando la mia mente altrove.
Un buon giallo rurale ambientato in Islanda verso fine anni Settanta, che presenta due indagini molto diverse l'una dall'altra. La prima relativa ad una ragazza scomparsa molti anni prima, ed un'altra relativa ad un omicidio attuale di un uomo trovato morto nei pressi di una centrale geotermica.
Il romanzo è un po' parco, essenziale, quasi privo di suspense; ma le indagini, specialmente quella sulla ragazza scomparsa, sono molto intense ed interessanti.
I personaggi sono ben caratterizzati, soprattutto Erlendur al quale l'autore dedica un interesse particolare.
Secondo me non è difficile capire com'è politicamente schierato Indridason, visto che gli americani non ne escono fuori bene e per il rotto della cuffia. L'autore descrive bene la diffidenza tra gli americani militari, d'istanza presso l'avamposto Nato durante la Guerra Fredda, e gli islandesi, rimarcando non solo le ostilità nei confronti degli autoctoni, ma anche la discriminazione razziale che gli americani hanno nei confronti dei loro stessi compatrioti.
E' il primo romanzo che leggo di Arnaldur Indridason ma anche il secondo prequel dedicato alla gioventù dell’ispettore Erlendur e non escludo di leggere anche gli altri.