Un cuore in agguato
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Carina Bergfeldt è nata nel 1980. Attualmente è corrispondente per l’Aftonbladet. Ha vinto il prestigioso Gran Premio del giornalismo per aver documentato da vicino le ore terribili della strage di Utøya. Ha lavorato anche all’estero, come corrispondente per giornali e testate televisive. Vive a Stoccolma.
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Come Lisbeth Salander
La storia professionale della scrittrice Carina Bergfeldt l’ha subito resa interessante ai miei occhi. La Bergfeldt ha vinto il prestigioso Gran Premio del giornalismo per aver documentato, da vicino, le ore terribili della strage di Utøya. Credevo di trovare tracce di quest’esperienza, fra le pagine di questo romanzo, e invece ho incontrato altre tematiche scottanti e attualissime: prima fra tutte la violenza sulle donne.
Una donna scompare e per mesi il marito è assediato dai media, finché il corpo della moglie viene ripescato dalle acque di un lago. Quello che appare un caso di suicidio, destinato ad essere prontamente archiviato, ha dei retroscena interessanti, ma non rappresenta comunque il “cuore” di questo giallo investigativo.
A compiere le indagini, oltre agli ufficiali di polizia, sono i giornalisti di cronaca nera, sempre a caccia di scoop e pronti a dare suggerimenti e piste utili da seguire. A cercare la verità intorno alla donna scomparsa ci sono altre donne: Ing-Marie, Julia e Anna. Ma una di loro ha un obiettivo prioritario da portare a termine, ossia uccidere il proprio padre.
C’è una ventata di novità nella trama avvincente di questo giallo ed è proprio la protagonista a conquistarmi, una creatura perfettamente integrata nella cultura del periodo che viviamo, fatta di crime e real crime, una donna a caccia di verità e giustizia.
C’è molta attualità in questo romanzo. Ci sono riferimenti a romanzi divenuti casi editoriali e serie tv crime ai vertici dell’audience. Ci sono spunti di riflessione sulla quotidianità e sui segreti di famiglie, all’apparenza perfette. E ci sono tutte le strategie narrative per rendere questo romanzo una piacevolissima lettura.
E c’è anche Lisbeth Salander, che in comune con la protagonista ha alle spalle anni di pianificazione per uccidere il proprio padre. Il titolo originale, infatti, è proprio “Uccidere mio padre”, ma anche “UN CUORE IN AGGUATO” rende l’idea, fa passare il messaggio che deve giungere alle donne vittime di abusi.
E c’è anche Dexter Morgan con tutti i suoi consigli e i suoi promemoria su come compiere un delitto e farla franca, non perché si è creature mostruose, ma perché si vuole rendere il mondo un posto migliore.
C’è anche molto altro in questo giallo, dal ritmo sempre più incalzante, dove il lettore ha l’impressione di collaborare alle indagini, percependo indizi nascosti nella normalità e giungendo alla soluzione insieme alla protagonista, costantemente tormentata dal suo passato e dai suoi assillanti propositi delittuosi per il futuro. Il lettore non può non rimanere coinvolto dalle vicende e chiedersi cosa accadrà fino alla fine, mentre il caso presente si intreccia con la memoria del passato in una trama tanto mystery quanto psicologica.