Uccidete il drago Uccidete il drago

Uccidete il drago

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In un edificio di un sobborgo degradato di Stoccolma viene ritrovato il corpo di un uomo alcolizzato. È circondato da bottiglie vuote, nell'appartamento regna il caos, e tutto fa pensare a una lite tra ubriachi finita male. È quello che ci vuole per Evert Bäckström, il commissario più impresentabile del corpo di polizia svedese, ora destinato ad avere finalmente il suo momento di gloria. Le sue indagini, come sempre tutt'altro che convenzionali, portano a una pista completamente diversa. Un semplice omicidio tra compagni di bevute o un intrigo politico? Incrocio tra commedia e noir più nero, Uccidete il drago è, a detta dell'autore, una favola cattiva per adulti. Con il suo caratteristico sarcasmo, Persson ritrae il lavoro quotidiano della polizia, dove impegno e dedizione si alternano a corruzione e cinismo, dando vita a un'indagine a tratti grottesca, ma sempre amaramente autentica.



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Uccidete il drago 2013-03-17 10:58:55 Markk
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Markk Opinione inserita da Markk    17 Marzo, 2013
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UN COMMISSARIO PER AMICO

Un'opera in cui il brio dell'autore fa sembrare ancora più avvincente una bella trama che, di per sé, non si collocherebbe tra quelle che mi hanno colpito maggiormente.

Al pianterreno di un palazzo di Stoccolma un ragazzo incaricato di distribuire i quotidiani rinviene il cadavere di un vecchio alcolizzato: è stato massacrato all'interno del suo appartamento dopo una cena in compagnia di uno sconosciuto. Dell'indagine viene incaricato il commissario Bäckström, un poliziotto sui generis, che si ritrova a dover soppesare diverse ipotesi: semplice lite fra ubriaconi finita male, collusione della vittima con la mala già sospettata di una sanguinosa rapina a un portavalori e altro ancora, con, sullo sfondo, un morto ammazzato che si rivela essere ben più di un semplice patito della bottiglia.

Il commissario Bäckström è proprio un personaggio ben disegnato, che unisce spiccate capacità professionali a una totale ignoranza del concetto di politically correct: in una donna vede come prima cosa la potenzialità sotto le lenzuola, nell'immigrato, delinquente o tutore dell'ordine che sia, individua una minaccia alla società svedese così come gli è sempre piaciuta, per le capacità investigative della maggior parte dei colleghi nutre un radicato disprezzo, i superiori sono degli incompetenti e i momenti liberi della giornata li riserva a superalcolici e sesso. Quello che dice costruisce la storia e il susseguirsi degli eventi ma è quel che pensa mentre parla che lo rende così simpatico: sarcastico, pungente, astuto, gaudente, il commissario Bäckström è un poliziotto pieno di vizi e vero, una persona prima ancora che un personaggio.
Eppure uno così è anche molto bravo nel suo mestiere e giunge alla soluzione del caso riuscendo pure a diventare un eroe dei mass media.

Il romanzo è di lettura estremamente piacevole ed è scritto con uno stile agile, senza divagazioni inutili e ricco di verve, il tutto strutturato in 94 microcapitoli che rendono comodo dedicarvisi anche quando si hanno a disposizione solo pochi minuti.
Il contenuto? Una bella storia che, come detto, non mi sento di mettere tra quelle che più mi hanno impressionato, la classica vicenda da 3,5 se solo esistesse questa votazione: chi leggerà il libro, però, molto probabilmente converrà con me che l'abilità narrativa e stilistica dell'autore riesce nell'intento di valorizzare ulteriormente l'intreccio.

Più volte mi sono ritrovato a ridere da solo alle considerazioni di Bäckström senza che, tuttavia, calasse l'attenzione per l'aspetto investigativo.
Un libro che non farà pentire chi vorrà cimentarsi nella sua lettura, questo mi sento di prometterlo.

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Consigliato a chi ha letto...
Stieg Larsson. Il tono brillante di quest'opera rappresenterà una piacevole variazione sul tema per chi già apprezza i polizieschi di ambientazione svedese.
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