Tutto questo ti darò
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Misteri e menzogne in Galizia
Dolores Redondo ha scritto Tutto questo ti darò: un romanzo che è una saga familiare, ambientata in Galizia, dove
“l’indagine poliziesca si mescola allo scavo psicologico e alla riflessione sulla universalità del male.”.
Tutto questo ti darò è un titolo emblema dello stesso libro, ed è:
“E’ quello che ha detto il diavolo a Gesù: (…) tutte queste cose ti darò se mi adorerai, gettandoti ai miei piedi”.
Ed è anche quello che il marchese Muniz De Davila dice a suo figlio Alvaro, cercando di piegarlo ai suoi voleri di nobile intransigente ed arrogante. Ma sa con chi si sta confrontando e il giovane non si sottopone al ricatto e se ne va, abbandonando ricchezza e privilegi in Galizia. Si ricostruisce una vita parallela, sposando Manuel, ex professore universitario, scrittore di grande successo. Ma un giorno, quando il marchese padre muore, Alvaro è costretto a fare i conti con il proprio passato. Non può più esimersi. Continuando però una seconda esistenza all’insaputa del marito. Manuel ne viene a conoscenza solo alla tragica morte di Alvaro, e non ne comprende né motivazioni né caratterizzazioni. Ad aiutarlo a districare quel ginepraio di menzogne c’è padre Lucas, amico d’infanzia di Alvaro, e da Nogueira, un poliziotto in pensione, che sotto la scorza di un carattere ruvido nasconde una innata intelligenza e capacità di comprensione. Gli scheletri nascosti di questa “nobile “ famiglia sono tanti, troppi, e rischiano di travolgere le persone in un vortice dda cui è impossibile tornare indietro.
Un thriller elegante, molto descrittivo, intimo ed intimistico, emozionante e sentimentale. Un libro caratterizzato da una forte valenza psicologica, dove i personaggi narrano la propria storia, la propria vita, i propri difetti e pregi. Un ritratto preciso e puntuale di una nobiltà decaduta, che non rinuncia ai propri privilegi atavici ed arroganti. Un noir intrigante sulla violenza dei pregiudizi e i conflitti di una famiglia segnata da segreti inconfessabili e terribili. Un testo articolato e complesso, ben congegnato e ottimamente costruito. Moltissimi e delicati i temi trattati: dagli abusi sessuali, all’omosessualità, all’amore e al lutto, il tutto rapportato sempre e costantemente ai sentimenti e alle emozioni dei protagonisti.
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Aveva una doppia vita
Per Manuel, scrittore di successo (“Sei un ottimo scrittore, per la tua capacità di nasconderti nel tuo palazzo dalle infinite stanze e, da lì, tirar fuori una storia dietro l’altra”), è doloroso scoprire in occasione della prematura morte dell’amato Alvaro che questi gli ha sempre mentito (“Aveva una doppia vita”).
Risalire nel passato della persona amata può riservare spiacevoli sorprese (“Un’azienda enorme, una famiglia aristocratica, un cattolico praticante e un puttaniere”) e svelare segreti angosciosi. Soprattutto se le radici familiari affondano in un terreno minato dall’ipocrisia delle convenzioni nobiliari e se i componenti della famiglia - il marchese Muniz de Davila e sua moglie detta “il corvo”, Santiago e Catarina, Fran ed Elisa - nascondono segreti inconfessabili e nutrono sentimenti equivoci. Soltanto il piccolo Samuel sa effondere un po’ di sincerità verso il nuovo erede universale designato dal testamento dello zio defunto.
Ma Manuel vuole a tutti i costi dissipare i sospetti d’infedeltà (“Non portava la fede?”) per riabilitare la memoria del suo rapporto amoroso (“E all’improvviso un cane bastonato, una vigna ripida e una puttana con la faccia da bambina erano un balsamo che leniva il dolore”). L’operazione è complicata perché la tenuta As Grileiras è dominata dagli intrighi di famigliari e servitù (“Lavorano alla tenuta: il custode e il veterinario, l’aiutante di Catarina nella coltivazione delle gardenie, Herminia, la governante… e Sarita che l’aiuta nelle faccende domestiche”).
Tanta carne al fuoco, tanti colpi di scena, tanti morti. Sicuramente troppi. In una famiglia ove l’amore sembra dimenticato da Dio e dagli uomini.
Giudizio finale: intrigante, troppo intrigante, attenzione a non cadere vittima degli intrighi…
Bruno Elpis
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