Turista da banane Turista da banane

Turista da banane

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Oscar Donadieu, giovanotto sensibile e introverso, ultimo erede di un potente clan di armatori della Rochelle, sbarca a Tahiti sognando «di immergersi nella natura, di vivere a tu per tu con lei e con lei sola, rinunciando agli agi della civiltà». Eppure, già nel corso della traversata, qualcuno lo ha messo in guardia: «Forse farebbe meglio a non scendere dalla nave e a tornarsene dritto in Francia». Eviterebbe così di diventare uno di quelli che i locali definiscono sprezzantemente «turisti da banane», relitti della vita tropicale vaganti fra sbronze tristi, ragazze facili, squallide notti e sordidi intrallazzi. Con fierezza, Donadieu pensa che queste cose possono succedere ad altri, non a lui. Ma la realtà è vischiosa, e il destino ignora la geografia. E a dispetto dello scenario di palme e luce abbagliante, la cupa sorte della famiglia Donadieu non tarderà a compiersi, in questo romanzo dell’evasione impossibile.



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Turista da banane 2020-04-21 13:26:52 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    21 Aprile, 2020
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Non è un paese per selvaggi

Si imbarca in seconda classe, la lunga traversata debilitante, l’oceano tutto intorno a plasmarsi col suo grande sogno.
Lasciare la civiltà rozza e corrotta per raggiungere isole paradisiache dove l’Eden attende il novello Adamo, offrendogli frutta succosa e languide baie. Tahiti.
“Turisti da banane” li chiamano sbeffeggiandoli gli indigeni. Gli occidentali sbarcano per vivere in una capanna e cibarsi dei frutti della terra per poi, dopo qualche tempo, venire raccattati dal governo denutriti e febbricitanti, pronti al rimpatrio.
Oscar non teme la fame, gli insetti, intossicazioni e pustole. Nella sua visione del futuro la bellezza sfolgorante di quel paesaggio opulento vedra’ troneggiare un nuovo dio pagano.
Poi però ci sono l’alcool, i festini, le ragazze facili, la fame e la sete e il sonno…amerai la Tahiti atavica o lascerai che il destino chiuda il cerchio dei Donadieu?

Insolito schema di Simenon, i cui libri di solito sono fini a se stessi, chi abbia letto il testamento Donadieu trovera’ qui l’epilogo del più giovane membro della nota famiglia. Nel precedente romanzo un personaggio in particolare spiccava in quella marmaglia per la sua fragilità e la sua smania di rinuncia ad ogni effimera ricchezza. Oscar Donadieu, il piu’ dissonante nella stirpe di armatori, spariva nel nulla per ricomparire in questa nuova avventura.
I personaggi che gravitano intorno alla vicenda sono tutti di una antipatia inenarrabile, il clima sordido e corrotto di una Polinesia avvinta dal colonialismo francese deturpa le tinte sfavillanti di panorami mozzafiato.

Un po' delusa, Simenon ha fatto il suo gioco: vogliamo la natura selvaggia e aneliamo all’osmosi con essa, poi però senza comodità non sappiamo stare, a costo di brutalizzarla. E quando ci rendiamo conto di essere davvero turisti da banane, ci ammacchiamo la testa scivolando su bucce maleodoranti ammucchiate a terra.

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