Tre giorni per morire
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Recensione della Redazione QLibri
Davvero super
La scena che Will Trent, agente speciale del Georgia Bureau of Investigation, si trova ad osservare gli suggerisce presto (oltre ad un grande orrore) che le prime valutazioni della polizia di Atlanta sono state....errate.
Non è Emma Campano a giacere inerme in una pozza di sangue col corpo brutalmente martoriato, bensì la sua amica Kayla. Chi è stato? Perchè Emma è ancora viva? E anche se lo fosse...in quali condizioni si troverebbe? Will Trent deve cercare di trovare degli indizi e dei collegamenti il prima possibile...se vuole ritrovare Emma viva.
Purtroppo, devo iniziare dicendo che questo libro si è beccato non poche imprecazioni da parte mia: invece di fare ciò che dovevo, mi sono completamente dedicata a lui! E così, l'ho finito in due sere e mezza. Mi è piaciuta la storia e ancora di più la caratterizzazione di scene e personaggi. In un certo senso, mi sembrava di essere lì mentre i fatti si svolgevano. Io ragionavo con Will Trent, io pensavo a cosa volesse il rapitore di Emma insieme alla madre e sempre io volevo premere il grilletto e farlo fuori quando viene identificato. Insomma, ero parte del romanzo, ero uno dei personaggi! Questa è, secondo me, la grande forza di questo romanzo: farti sentire parte della storia. Questo credo sia dovuto al fatto che l'autrice è in grado di descrivere minuziosamente scene ed emozioni pur senza risultare mai noiosa, banale e scontata.
Consiglio vivamente questo romanzo agli amanti del thriller, innanzi tutto perchè mette bene in evidenza la sofferenza di una famiglia all'apparenza perfetta; una sofferenza che, a differenza di quello che ci sembra di notare in molti altri romanzi/film di questo genere, non cessa di esistere a caso risolto. Inoltre, consiglio questo romanzo per la grande capacità che ha di tenere il lettore incollato alle sue pagine, facendolo agitare e palpitare come se lui stesso stesse indagando a fianco di Will Trent e della sua partner.
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Lotta per la "normalità"
L'agente speciale Will Trent, che non conoscevo, ma mi dicono si sia già occupato di un'indagine tra le pagine di un altro romanzo, viene chiamato sulla scena di un crimine. Il reato è stato commesso nella zona più elegante di Atlanta e il fatto è di quelli che faranno girare a pieno ritmo le rotative delle riviste scandalistiche. Una ricca signora rientrando in casa trova la figlia morta ed uccide, strangolandolo, il suo assassino. Caso semplice, già praticamente risolto dalla polizia statale. In realtà basta un rapido sguardo ai corpi ed agli indizi, per dare a Trent una diversa visione delle cose. In tanto la ragazza morta non è chi si pensa, il presunto assassino in realtà stava cercando di proteggerla ed infine è in corso un rapimento. Le indagini, quindi prendono la rincorsa alla ricerca di rapitore e luogo di detenzione della ragazza. Affiancato da una restia collega Trent si introduce nel mondo universitario e liceale di Atlanta, scavando nel passato delle vittime. Piano piano vengono a galla indizi e segrti nascosti sia delle persone su cui si scava che degli stessi investigatori. Primo fra tutti quello che riguarda le difficoltà di Trent con la lettura. Praticamente analfabeta a causa di una sorta di dislessia l'investigatore ha dovuto inventarsi dei trucchi per bypassare questo ostacolo, raggiungere i suoi obiettivi, ma soprattutto nascondere ai colleghi la sua infermità. Ho trovato, poco credibile, ma molto interessante l'idea che si possa avere una vita lavorativa praticamente normale, pur dovendo combattere con un problema di questo tipo. Incoraggainte per chi ci si trova in mezzo, ma temo più difficile da nascondere di quanto ci voglia far credere l'autrice. Noiosi e ripetitivi, poi i continui sensi di colpa dei due investigatori per ogni errore fatto durante le indagini. Dai su, meno piagnistei e più azione.
Per quanto riguarda la costruzione del giallo, trovo sia ben fatta, abbastanza realistica, capace di sollevare suspence. Niente di che il finale, che sembra buttato lì ricorrendo ad un'idea banale quanto quelle originali erano state tutte utilizzate.
Modo di scrivere chiaro, scorrevole, con personaggi ben differenziati e diversi tra di loro che riescono a fidelizzare il lettore fino alla conclusione.
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3 giorni per Non Morire
Tutto comincia quando una giovane bella e ricca signora dal nome Abigail Campano rientrando in casa si accorge di trovare sul pavimento dei cocci di vetro rotti e con essi sangue che proviene dal corpo di una ragazza che giace per terra senza vita.Il primo pensiero è di vedere in quel corpo la figlia Emma e nella incredulità più assoluta si accorge che in casa c’è un uomo con un coltello fra le mani. In preda alla rabbia,paura e disperazione convinta che quello che vede davanti a sé è l’assassino di sua figlia e lo uccide strangolandolo.
A questo punto entrano in azione 2 personaggi protagonisti che sono l’agente Will Trent e la poliziotta Faith Mitchell 2 personaggi bravi nel loro mestiere ma tutti e due con un passato difficile, che non sono in sintonia tra di loro ma poi nel rispetto delle buone regole si apprezzeranno in virtù delle loro azioni.
Dalle prima indagini e dopo aver scoperto che la ragazza uccisa non è Emma Campano ma una sua amica di scuola, la priorità assoluta e di ritrovare la ragazza in vita e questa condizione si può avverare solo in un lasso di tempo breve.
Al centro delle indagini c’ è la scuola con ragazzi normali, ragazzi con disturbi di dislessia, ragazzi fin troppo vivaci o ribelli e ragazzi che vengono da istituti orfanotrofi, chiaramente poi ci sono gli educatori, educatori seri ed educatori ambigui. Tutta la storia è un susseguirsi di interrogatori e di ricerche scientifiche alfine di trovare indizi che incastrino il colpevole.
Il racconto è molto appassionante e descritto nei minimi particolari e nello stesso tempo molto scorrevole per il lettore, ma quello che mi ha molto colpito sono le nozioni descritte sui disturbi della dislessia che io non conoscevo bene e molto apprezzato in quanto sono disturbi che sono nascosti specie nei giovani adolescenti o bambini e che il più delle volte si sottovalutano accostandoli a comportamenti capricciosi o svogliati.
Inoltre c’è il bene come l’amore per i figli ed il Male come l’amore malato il quale molte volte trova il terreno giusto con chi è in totale solitudine interiore o abbandono.
Un bravo alla autrice Karin Slaughter.
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BLU, ROSSO, VIOLA, VERDE
Dopo L’ombra della verità, questo libro si presenta come il secondo volume della serie che ha per protagonista Will Trent, uno strano poliziotto che ha varie particolarità: non è rude e volgare come gli altri colleghi, vive uno strano rapporto di amore/conflitto con una ragazza conosciuta all’età di otto anni e … condivide la sua casa con un cagnolino minuscolo, Betty, adorabile cagnetta che stona con un ragazzone alto come il suo padrone, ma che fa tanta tenerezza!
Il libro si apre con un crimine degno della peggiore specie: una diciasettenne viene assassinata dopo essere stata violentata, le sue condizioni sono atroci, è irriconoscibile; accanto a lei una figura maschile brandisce un coltello. Questa è la scena che si presenta agli occhi della madre della presunta vittima, la sua reazione è violenta, inaspettata: non scappa, ma affronta il killer e lo uccide, strangolandolo a mani nude…
All'arrivo della polizia e del padre della ragazza si scopre una verità che sconvolge tutti: la ragazza martoriata non è Emma, è la sua migliore amica e il ragazzo che era con lei non era il suo assassino….ma qualcuno che stava solo cercando di soccorrerla. Chi era? E, soprattutto, dov’è finita Emma?
Will Trent e Faith Mitchell si troveranno a lavorare insieme per sbrogliare il bandolo di questa matassa che sembra un bel po’ ingarbugliata; superando gli ostacoli caratteriali e le divergenze dovute a un’indagine condotta da Will che coinvolgeva la madre della nuova collega, riusciranno in tre giorni a trovare indizi laddove nessuno avrebbe pensato di guardare, scopriranno verità che sono rimaste nascoste e impunite per decine di anni, e troveranno i colpevoli laddove nessuno avrebbe pensato. Riusciranno ad arrivare in tempo per salvare Emma dal suo rapitore?
Karin Slaughter si conferma una bravissima autrice di thriller, capace di tenere il lettore incollato alle pagine che scorrono fluide fino alla fine del piccolo tomo; la sua bravura non sta solo nella trama, ma anche nello stile e nel fatto di porre l’attenzione su tutto: i personaggi sono ben descritti caratterialmente e pagina dopo pagina si entra nelle loro vite, si impara a conoscere il loro modo di pensare, le loro paure, i loro stati d’animo; la scena del crimine è descritta talmente nei minimi particolari che sembra di averla davanti agli occhi… insomma un thriller curato in ogni dettaglio, assolutamente da leggere per chi ama il genere!
Buona lettura!
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FINALMENTE UN THRILLER DEGNO DI QUESTO NOME!
Ebbene sì, anche Karin Slaughter entra, di diritto, nella rosa dei miei migliori autori di thriller.
Siamo ad Atlanta, il libro inizia subito con un’immagine shock, l’autrice è stata così brava nel descriverla, che mi è sembrato di essere seduta in prima fila mentre le immagine terribili scorrevano davanti ai miei occhi.
Una madre (Abigail Campano), esce dal club dove ha appena finito di giocare a tennis, sale in auto, discutendo al telefono con il marito dell’ultima “scappatella” dello stesso, nel frattempo posteggia e si dirige verso la porta d’ingresso, che trova aperta, con una miriade di vetri infranti sul pavimento, e numerose impronte insanguinate; nonostante il marito Paul le intimi di non entrare, Abigail varca la soglia e gridando il nome della figlia si mette a cercarla spasmodicamente, sale al piano superiore e, davanti ai suoi occhi, si presenta una scena terribile.
Un giovane, sovrasta il corpo crudelmente martoriato, ormai senza vita di Emma e , accortosi della donna, si dirige con un coltello in mano verso Abigail….
Vi domando: voi cosa avreste fatto? Beh! Vi dico solo che non immaginate nemmeno cosa succederà….
L’autrice è abile nel descrivere scene, stati d’animo, azioni di ogni genere. E, allo sbalordimento iniziale, segue un avvicendarsi di azioni ed accadimenti che non avrei immaginato.
Il libro è un continuo susseguirsi di colpi di scena che lasciano il lettore totalmente e piacevolmente spiazzato.
Indaga la polizia di Atlanta, impersonata dall’agente Faith Mitchell,con il supporto dell’agente speciale del Georgia Bureau of Investigation, Will Trent, uomo straordinario, nel lavoro, come nella vita, nonostante un’infanzia difficile passata in orfanotrofio, ed una dislessia che si ritrova tenacemente a nascondere e contrastare, porterà avanti un’indagine estremamente difficile, non solo dal punto di vista investigativo, ma anche dal punto di vista personale.
Sono quasi 500 pagine che l’autrice rende avvincenti in modo intelligente ed imprevedibile, confermo quello che ho scritto su di lei nella precedente recensione del libro: “L’ombra della verità” nel quale facciamo la conoscenza dell’agente Trent.
L’unico appunto davvero microscopico che mi sento di fare riguarda l’agente Will Trent che, a mio parere,risulta essere TROPPO di tutto (l’autrice ha un po’ calcato la mano….) : Troppo gentile , troppo corretto, troppo educato, troppo intelligente, troppo fisicamente bello, ma, nello stesso tempo, proprio questo suo essere TROPPO me lo fa indiscutibilmente apprezzare.
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Serie di Will Trent, vol. 2
Con questo secondo libro della serie su Will Trent, Karin Slaughter conferma la sua abilità narrativa nel genere thriller-poliziesco. "Tre giorni per morire" oltre ad essere un thriller davvero molto avvincente, è anche un romanzo appassionante, i cui lettori avranno modo di empatizzare in maniera definitiva con l'agente speciale Will Trent, un personaggio particolare e diverso dai soliti investigatori. Will Trent è infatti un uomo con un passato di solitudine e abbandono alle spalle, che da bambino desiderava solo incontrare una famiglia che gli volesse bene, ma che invece è rimasto in orfanotrofio con quella speranza mai esaudita fino all'età di diciotto anni. Will Trent si dimostra un personaggio di un'umanità eccezionale, che desta molta simpatia e affetto anche per la sua incapacità di leggere (soffre di una forma grave di dislessia), che svolge il suo lavoro di agente speciale con vera dedizione e che ha a cuore ogni caso che lo vede coinvolto. Questa volta dovrà affrontare un caso complicato, un apparente omicidio a sfondo sessuale che però nasconde al suo interno anche il rapimento di una ragazza diciassettenne. Ogni ora che passa le speranze di ritrovare la ragazza ancora in vita diminuiscono e sarà un compito molto complicato riuscire a sbrogliare il bandolo della matassa per far chiarezza sull'accaduto. Questo caso sarà particolarmente complicato non solo per la mancanza di prove e indizi ma anche perché Will sarà costretto ad affrontare i fantasmi del suo passato da bambino orfano, e anche i suoi problemi di dislessia non gli daranno pace. La storia viene articolata con una forma di narrazione in terza persona che però cambia punto di vista da un capitolo all'altro. In questo modo il lettore può seguire sia le vicende di Will, che quelle della sua nuova collega Faith Mitchell, che (ogni tanto) quelle della madre della ragazza rapita. Senza accavallare le scene tra di loro l'autrice è stata bravissima a dare una panoramica del romanzo completamente esaustiva, scorrevole e al tempo stesso strutturata con molto abilità e maestria. La vicenda tiene con il fiato sospeso varie volte ed elargisce colpi di scena inaspettati, che renderanno davvero soddisfatti tutti gli amanti del genere thriller. A differenza del precedente libro della serie, in questo libro si assisterà al ritorno di una struttura narrativa thriller abbastanza classica, ma che non annoia: un evergreen sempre molto apprezzato.
La lettura di "Tre giorni per morire" non solo mi ha dato la conferma che cercavo sulla validità di questa serie, ma mi ha dato anche la certezza che diventerà ben presto una tappa obbligata per tutti coloro che sono alle ricerca di thriller di qualità. Will Trent ha da oggi una nuova fan: attendo il prossimo libro su di lui con impazienza!
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Consigliato a lettori adulti e amanti del thriller! Questa serie vi conquisterà! Da leggere in ordine di pubblicazione, prima "L'ombra della verità" e poi "Tre giorni per morire", sono sicura che non potrete rimanerne delusi.
Elettrizzante, coinvolgente e con un ritmo serrato
Tre giorni per morire è il classico thriller adrenalinico e psicologico con una trama che si adatterebbe benissimo ad un prodotto cinematografico, come anche ad una serie tv.
Il rapporto fra genitori e figli è chiamato in causa, insieme alla normalità e banalità di qualsiasi ambiente domestico.Quando una madre si separa dai figli, tende a lasciarli andare in posti che reputa sicuri e con persone di cui si può fidare. Dove i figli sono veramente al sicuro?
Fin dalle prime pagine ci si pone questa domanda che va a scontrarsi con gli eventi reali. Sicuramente, una qualsiasi madre sente che la risposta a quella domanda è proprio la scuola, anche se la recente cronaca e questo thriller ci dimostreranno il contrario, soprattutto perché una qualsiasi madre abbassa la guardia quando crede che i propri figli siano in un luogo “sicuro” mentre invece non lo sono.
Il thriller si apre con un capitolo, un prologo, a forte impatto emotivo. Una donna torma a casa serenamente, ma dentro fa la più terribile delle scoperte: sua figlia, che dovrebbe essere a scuola, è a terra in una pozza di sangue e un uomo con un coltello insanguinato è sopra di lei.
Come vedete il primo impatto è sconvolgente. Rompe la routine e il cliché dell'ambiente familiare.
Posso ancora dirvi di più, senza togliervi il bello di leggerlo, perché la trama in copertina anticipa qualcos’altro. La madre Abigail lotta con quello che crede essere l’assassino di sua figlia Emma e lo uccide a mani nude. Quale madre avendone l’occasione non lo farebbe? Non è solo questione di legittima difesa, ma è la reazione più prevedibile di una donna cui hanno strappato l’affetto più grande. Lo shock della donna aumenta quando si scopre che il corpo della ragazza non è quello di sua figlia che, invece, è scomparsa.
Questo thriller ha tutte le premesse per essere vincente e forse solo le 470 pagine di romanzo possono scoraggiare gli animi dei lettore più pigri, ma vi assicuro che vi prenderà e il totale delle pagine non sarà altro che un numero.
Il secondo thriller di Karin Slaughter, che aspira a cambiare il modo in cui gli uomini vedono le donne, dimostra che anche le donne sono in grado di scrivere thriller perfetti. Il genere non è appannaggio esclusivo dell’uomo come molte altre cose. Anche le donne sanno giocare e disseminare bene gli elementi della suspense, accentuandone i risvolti emotivi e psicologici. Perfetta la Slaughter come scrittrice di thriller e mi riprometto di recuperare anche il su primo libro L’ombra della verità, di cui Tre giorni per morire è la perfetta conferma.
***AVVISO SPOILER***
Se volete leggerlo, fermatevi e non leggete oltre.
Mentre se l’avete già letto, vedete se siete d’accordo con me.
Cos’altro posso dirvi?
La vita dell’agente speciale del Georgia Bureau of Investigation, Will Trent, è sempre più complicata e sempre più intrecciata con il caso da risolvere. Questa volta dovrà lottare contro il tempo per salvare una diciassettenne dai suoi sadici rapitori ed avrà soltanto tre giorni per riportarla sana e salva dai suoi genitori.
Cosa mi è piaciuto di più di questo libro?
La trama è coinvolgente. È un thriller che scorre, nonostante la poca simpatia che abbia per i capitoli eccessivamente lunghi, ma è un minimo difetto che si può sorvolare, se ci si concentra sull’originalità delle vicende che arrivano ad indagare l’abisso dell’animo umano. La parte psicologica colpisce, cattura la curiosità, fa riflettere. Lo stile incalzante e la suddivisione in tre grandi parti, che scandiscono cronologicamente il passare dei tre giorni, è funzionale e proporzionale al coinvolgimento che si raggiunge, mentre si insinuano dubbi, vengono presentati sospettati, si indaga sulla famiglia, giungono i primi esiti della scientifica, vengono effettuate nuove ricerche e interrogatori.
Karin Slaughter la si può inquadrare come una donna che vuole seguire le regole e vuole raggiungere la verità, così come fanno i suoi personaggi. Il suo agente speciale è un uomo in conflitto con il suo passato e con il suo presente, ma quando segue un’indagine cerca di non commettere errori e non riesce a non lasciarsi coinvolgere.
Cosa ho imparato da questo thriller?
Ho approfondito la conoscenza del disturbo della dislessia e di come chi ne è affetto tenti di non farsi notare, camuffando i propri comportamenti, ricorrendo a piccole astuzie o a trovate tecnologiche. La psiche, che soffre per una carenza, è pronta a lottare per apparire normale e non far notare i difetti è il primo obiettivo.
C’è amore in questo libro?
C’è l’amore, sano e genuino, per i figli, ma c’è anche l’amore ossessivo, malato, contorto e che si avvicina più all’odio, al rancore represso …
Cosa c’è di originale?
Di solito i thriller finiscono con la risoluzione in positivo o in negativo delle vicende e si ipotizza che tutto si rimetta al posto giusto, anche nella vita delle vittime. In questo libro, invece, c’è una parte in più, nel classico epilogo, in cui si narra la vita dei protagonisti che, dopo aver vissuto eventi così scioccanti, cercano di rimettersi in sesto, di riportare in carreggiata le loro esistenze, superando le vicende traumatiche, cercando di ristabilire una normalità che, ovviamente, non potrà essere quella di una volta.
E, infine, perché ve lo consiglio?
Prima di tutto, perché se una scrittrice viene tradotta in trenta Paesi e vende quaranta milioni di copie sicuramente scrive dei thriller più che interessanti, i quali sono anche ottimi prodotti sul mercato.
E poi perché a me è piaciuto molto e mi sento di consigliarlo a chi gradisce il genere del moderno thriller investigativo.